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Peggio dell'Italia ?
Croazia, Cipro, Grecia..
PIL ITALIA -5% RISPETTO IL 2008, UE +4,8%. ITALIA DEBITO/PIL AL 133%, UE 86%.

OCCUPAZIONE ITALIA 57%,
RESTO DELLA UE 66%

Milano -

Al di là della retorica del governo PD in Italia, i veri dati su occupazione ed economia sono impietosi, specialmente quando vengono messi a confronto con quelli del resto d'Europa.

L'Italia mostra alcuni segnali di ripresa, ma non ha ancora recuperato il terreno perduto dal 2008 ne' per il pil ne' per l'occupazione.

Questa e' la sintesi dell'approfondito studio della Ces (Confederazione Europea Sindacati) e dell'Etui (European Trade Unione Institute).

Questa debolezza dell'Italia non rispecchia la situazione della Ue:
nel periodo 2008-2016 l'intera Ue ha registrato un aumento del Pil di 4,8 punti, anche se le persone occupate sono scese nello stesso periodo nell'intera Europa di 180mila unita'.

L'Italia, nello stesso periodo 2008-2016, ha perso circa il 5% del pil. Si registra un leggero recupero nel periodo 2015-2016, ma di decimali.

Nella classifica Ue l'Italia e' al quartultimo posto:
solo Grecia, devastata dalla Troika, Croazia, rovinata dall'ingresso nella Ue e Cipro, che dichiarò default, hanno fatto peggio.

Le migliori performance per il pil 2008-2016 si registrano in Irlanda, Polonia e Malta.
Male anche il debito pubblico:
l'Italia e' il secondo peggior Paese della UE dopo la Grecia.

Dal 2008 al 2016 il rapporto debito/pil e' peggiorato del 30% circa.
I Paesi piu' virtuosi sono Estonia e Lussemburgo.

Nell'intera Ue il rapporto debito/pil e' cresciuto dal 60% del 2008 all'88,5% del 2014 per poi scendere all'86% nel 2016, in Italia è al 133% del Pil.

I dati non sono rosei neppure per l'occupazione.

Nell'intera Ue nel 2016 era occupato il 66% circa della popolazione tra i 15 e i 64 anni.

L'Italia, nel 2008, occupava il 59% circa della popolazione tra i 15 e i 64 anni.

Percentuale che si e' abbassata nel 2016 al 57%.

Il tasso di disoccupazione nella Ue era al 7% nel 2008, all'11% nel 2013 e all'8,1% nel 2016.

In Italia era al 7% nel 2008, oltre il 12% nel 2013, all'11,9% nel 2016.

Nella classifica della disoccupazione europea stanno peggio di noi solo Grecia, Spagna, Croazia e Cipro.

I Paesi piu' virtuosi sono Repubblica Ceca, Germania, Malta e Regno Unito, che nonostante i "profeti di sventura" che previdero il tracollo occupazionale a seguito della Brexit al contrario ha il miglior livello d'occupazione lavorativa degli ultimi settanta anni.

Da considerare che nella UE le ore lavorate non aumentano come gli occupati.

Dato 100 il dato del 2002 per ore lavorate e occupati, nel 2015 abbiamo avuto un indice pari a 106,5 per gli occupati ed un indice pari a 103 per le ore lavorate.

Se ne desume che ogni lavoratore ha avuto un numero minore di ore lavorate pro capite.

Una delle conseguenze e' che nel periodo 2009-2016 i salari reali in media sono diminuiti di poco in Italia, in maniera piu' massiccia in Portogallo (-0,74%), Croazia (-1,06%), Grecia (-3,12%).

Nel periodo 2001-2008 i salari reali in media in Italia erano cresciuti in misura di poco inferiore all'1%.

Ma il dato significativo è quello, appunto, dell'occupazione lavorativa:
in Italia, oggi, è di quasi quattro punti percentuali più bassa della media europea, benchè i salari siano a loro volta tra i più bassi della UE.


Nota dell'Editore

Il valore dei salari, in Italia giudicati "bassi" non significa molto, se non fornire un parametro di quanto lo Stato sia una vorace zecca.
Il valore reale é il costo del lavoro, ovvero salari più contriburi e balzelli.
Che in Italia sono il 110 % del salario.
Per i pochi mille euro al mese intascati da chi lavora ecco che lo Stato-Vampiro se ne incassa, per lo meno, altri mille ...
Niente male per chi non produce nulla !
Ed ecco che il "costo del lavoro" in Europa é ben altro..
Quanto costa il lavoro, mediamente, in Europa ?

Ecco qui i due estremi:
4,4 euro all'ora in Bulgaria, 44 euro all'ora in Danimarca..
Che per 150 ore mensili significa 660 € al mese in Bulgaria e 6.600 € al mese in Danimarca..

In Italia:
27,50 €/ora che per 150 ore mensili vuole dire 4125 euro al mese... Ovvero 2000 euro a chi lavora e 2105 euro al mese allo Stato..

Il Cuneo fiscale

I dati relativi al cuneo fiscale misurano l'incidenza delle imposte e dei contributi di sicurezza sociale sul costo del lavoro;
tali informazioni sono fornite con riferimento ai lavoratori a bassa retribuzione.

Nel 2015 il cuneo fiscale nell'UE-28 era del 38,4 %.

La pressione fiscale più elevata sui lavoratori a bassa retribuzione si rilevava in Belgio, Ungheria, Germania, Austria, Francia, Italia, Lettonia e Svezia (tutti oltre il 40,0 %), mentre quella più bassa si registrava a Malta, in Irlanda e nel Regno Unito (tutti al di sotto del 30,0 %).

Gli altri tre indicatori presentati nella tavola 1 forniscono informazioni sulla quota di retribuzione lorda prelevata a causa dell'applicazione di aliquote fiscali più elevate e dei maggiori contributi sociali e/o della riduzione o della perdita di prestazioni sociali allorché un disoccupato torna a lavorare o un lavoratore passa ad un livello di retribuzione più elevato.

Nel 2015 l'incidenza complessiva del prelievo fiscale sul reddito dei disoccupati tornati al lavoro era pari al 74,0 % nell'UE-28 (76,5 % per la zona euro).
Il tasso più elevato si registrava in Belgio (92,0 %), mentre quello più basso si osservava in Slovacchia (44,7 %).

Per i lavoratori a bassa retribuzione che cercano di ottenere retribuzioni più elevate l'incidenza complessiva del prelievo fiscale risulta maggiore.

Nel caso di una coppia sposata monoreddito con due figli, la trappola della povertà è stata registrata nel 2015 al 59,8 % nell'UE-28 (58,0 % nella zona euro), con il valore più basso registrato in Italia (5,2 %) e quello più alto in Lussemburgo (105,8 %).

Per contro, nel caso di una persona sola senza figli la trappola della povertà nel 2015 era del 44,6 % per l'UE-28 (44,9 % per la zona euro);
la percentuale più elevata si registrava nei Paesi Bassi (75,2 %), mentre quella più bassa in Bulgaria (21,6 %) e Grecia (21,7 %).

( G. Comerio )


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