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Regione Sicilia
Votazioni del 5 Novembre
Articolo V.M 18 anni

Italia

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Il 2 Novembre avevo dato le mie previsioni:
La grande armada di Berlusconi al 29-30%
Ho sbagliato.
Ha superato ogni aspettativa.
Ha quasi raggiunto la soglia psicologica del 40% con un rimarchevole 39.80 %
Un soffio dal numero pieno, il 40.

I cinque stelle li avevo accreditati al 33 - 35 %.
Previsione centrata in pieno, con un 34.70% raggiunto alle urne..

Di meglio non potevo certo fare.
Il PD lo avevo accreditato al 28 - 30%

Ho cannato, sono arrivati ad un misero 18.70%, che con un Fava al 6.10% raggiunge un modesto 24.80% .

Una bella sconfitta ovviamente a vantaggio di Berlusconi.
Come pero' previsto, quando avevo ben scritto che, con la perdita del referendum, il PD aveva regalato una terza giovinezza a Berlusconi & Co.

Come è avvenuto..
La sconfitta al referendum non ha portato a nuove elezioni, non ha portato ad una discontinuità di governo.

Come era ovvio.. per tutti ma non per Grillo..

Ma parliamo della vera sconfitta.

Del pendolo della storia che non è andato da nessuna parte:
si è fermato a Palermo.

Un miserrimo risultato di affluenza del 46.76% pure inferiore al già misero 47.41% delle elezioni del 2012.

Il "non voto" che qualche furbacchione giustifica con il non-lavoro.
Tutte palle.

Se non lavori non ti manca un'oretta - ogni 5 anni - per andare a votare.

Diciamola tutta.

La Sicilia non è solo quella del "'non voto", del "non faccio la raccolta differenziata" , del "non me ne frega un belino degli altri ", del non di qua e del non di la, del non di su e del non di giù, del non-questo e del non-quello.

La Sicilia, alla fin fine, è pure quella della non-Italia..

Alla faccia di chi si lamenta ancora di Cavour e di Garibaldi.

Che se non fosse stato per loro sarebbero ancora schiavi nei campi di pomodori e miseri straccioni in mano ai pochi latifondisti dell'epoca borbonica.
Anche dopo le tre rivolte di duecento anni fa.

Ma se li sono meritati ?
Perché per liberarli tanti "polentoni" sono morti.

Oppure la Sicilia dovrebbe essere una non-Italia, una grande Malta, libera da Roma, indipendente, senza i sostanziosi e continui aiuti dal resto d'Italia ?

Magari un protettorato USA, come si era pure pensato dopo i primi sbarchi alleati.

Perché una regione che ha il doppio dei dipendenti della Lombardia, una regione che ha - da sola - ha il 30% dei dipendenti regionali di tutta Italia, con il 50% di assenteismo alle urne, non è più presentabile..

E quindi il pendolo della storia non si è mosso proprio.

E' rimasto inchiodato a Palermo, nel non-faccio un belino di niente che poi mi conviene..
Anche perché è quello che non-faccio da sempre..

Ora ha vinto Nello Musumeci.

Che si trova di fronte ad un' impresa immane:
dare una scossa a tutta la Siclia.

Mentre i 5 Stelle si dimostrano, ancora una volta, il primo grande partito d'Italia senza un leader con le palle.

Perché quando un Luigi Di Maio, nominato da qualche migliaio di pentastellati con una votazione sulla loro piattaforma di Casaleggio & Co rifiuta un confronto con Renzi, votato da un paio di milioni di elettori, dopo la sfida con Cuperlo, Vendola etc. e si ritira da un confronto diretto in TV ( che lo avrebbe visto pure in vantaggio ) significa che non ha la stoffa di un leader ma quella di una piccola ameba..



Non ho mai votato per il PD, anzi non ho mai avuto neppure una piccola parte delle loro convinzioni.

Ma in Matteo Renzi ho visto nascere un avversario giovane, deciso, in grado di portare comunque aria fresca in Italia, nuove idee in parlamento.

Mi girono le palle vedere che un mio avversario, comunque di valore, viene fatto fuori dai suoi compagni di partito.

Dai vecchi Bersani, D'Alema, e compagnia putrida e non sul campo di battaglia, a viso aperto.

Ed alla fine mi guardo intorno e rimpiango un altro avversario:
Bettino Craxi.

Un uomo con due palle tali che alla direzione del PSI, quando lo capirono, lo spedirono subito nella sezione milanese più sfigata disponibile.

Se non erro quella di Sesto San Giovanni, roccaforte del PCI che, con i Socialisti di allora, non andava proprio d'accordo.

La direzione del PSI di allora pensava di averlo liquidato.. una volta per tutte.

Invece proprio dalla periferia di Milano Bettino Craxi poi ha spiccato il volo verso Roma .

Ecco mi manca un avversario come Bettino.

L'uomo che ha fatto eleggere Pertini, l'uomo che ha mandato un bel vaffanculo agli americani a Sigonella nell'Ottobre del 1985, l'uomo, alla fine, è stato tradito proprio dal suo pupillo, Silvio Berlusconi.

Quel Silvio Berlusconi che proprio da Bettino aveva ricevuto il soffio vitale per le sue televisioni.

Da un Silvio Berlusconi che gli aveva assicurato un rientro in Italia ma che poi, compreso che l'ombra del gigante avrebbe oscurato quella del nanerottolo, nulla ha fatto per mantenere quanto promesso.

E avrebbe potuto, facilmente, mantenere tutti i suoi impegni d'onore.

Il primo governo Berlusconi aveva vinto tutto: dal Senato alla Camera dei Deputati, dalle Commissioni alle società partecipate..

Ecco, nonostante tutto, ascoltando e vedendo qualche vecchio video di Bettino, mi accorgo che in Italia ho avuto l'onore di combattere contro un avversario con le palle.

Lo statista è colui che pensa solo alle prossime generazioni, il politico è colui che pensa solo alle prossime elezioni.

Ecco, manca proprio lo statista..

Anche fra gli avversari.

Siamo sommersi dai politici che pensano solo alle prossime elezioni, e non emerge nessuno statista che pensi solo alle prossime generazioni.

Ma torniamo in Sicilia.
Giancarlo Cancelleri :
sarà il burattino nelle mani della Casaleggio Associati, oppure avrà le palle per lavorare anche con Musumeci ?

In assemblea regionale sarà l'oppositore che oltre che al "non-voto perché … " dimostrerà di avere i coglioni non solo nelle mutande ?

Dimostrerà con i fatti di voler cambiare la Sicilia ?
Farà oscillare il pendolo della Storia da una Sicilia non-Italia ad una Sicilia finalmente Italiana ?

Ecco, la vera occasione per Cancelleri ora è sul tavolo.
Saprà giocare la sua partita, onestamente, con Musumeci ?

La risposta è scritta nel tempo.


( G. Comerio )


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