LONDRA -
L'Europa torna a dividersi sulla proposta di rinunciare alle ''quote obbligatorie'' per la ripartizione dei profughi.
Le indiscrezioni secondo cui il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, al vertice dei capi di Stato e di
governo dei paesi UE che iniziera' giovedi' 14 dicembre, presenterà un piano alternativo
ha suscitato vibranti proteste, scrive il ''Financial Times''.
In prima fila la Grecia, che dal 2015 sopporta il maggior peso dei profughi fuggiti dalla guerra in Siria,
e l'Italia, principale punto di approdo del flusso migratorio attraverso il Mediterraneo in provenienza dall'Africa.
L'idea delle ''quote obbligatorie'' per la ripartizione dei profughi tra tutti i paesi UE era stata lanciata quasi tre anni fa,
ma nel frattempo è sostanzialmente rimasta sulla carta a causa dell'opposizione di numerosi governi.
Il tema sarà affrontato oggi a Roma in un incontro a cui partecipano i paesi orientali
del cosiddetto ''gruppo di Visegrad'' (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia).
Ma i tentativi di arrivare a una posizione comune con l'Italia, scrive il ''Times'', sono complicati
dalle imminenti elezioni politiche nella Penisola ed in Ungheria, che rischiano di rendere gli attuali
rispettivi governi assai riluttanti a scendere a compromessi.
Inoltre, per ciò che attiene ai migranti arrivati in Italia, la questione principale da affrontare riguarda l'oltre 90% di loro
che non ha alcun diritto di asilo nell'Unione europea e qundi in ogni caso non farebbero parte delle comunque contestate ''quote''
Cortesia di: Giuseppe de Santis
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