Bruxelles -
Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria (noti anche come "Paesi Vysegrad") sono pronti a dare tutto
il contributo economico possibile all'Italia, ma non accetteranno mai meccanismi che prevedano
quote di richiedenti asilo da accogliere sul proprio territorio.
Lo ha detto il primo ministro slovacco, Robert Fico, a margine del vertice del Consiglio europeo, in corso a Bruxelles.
"Abbiamo offerto 35 milioni di euro", ha ricordato parlando dell'offerto ufficializzata oggi dai leader dei quattro Paesi dell'est.
"Siamo pronti a spenderne anche di più perche' abbiamo intenzione di mostrare la nostra solidarietà" nei confronti dei Paesi
in prima linea come Italia e Grecia.
"Allo stesso tempo - ha chiarito Fico, socialista - respingiamo nel modo piu' assoluto l'idea delle quote perché
riteniamo che non funzioni".
Non solo per Fico e i partner dell'Est lo schema di ricollocamento dei migranti "è inefficace",
ma decisioni di questo tipo:
"sono davvero divisive, e sarebbe un errore aprire dossier su cui ci sono divisioni".
Il premier slovacco ha poi suggerito di:
"concentrarsi su questioni dove si puo' raggiungere un accordo".
A quote e ricollocamenti ha fatto alcun accenno il primo ministro ungherse, Viktor Orban.
Anche Orban che ha ribadito la piena disponibilità ad offrire assistenza economica, e quella soltanto.
"I 'Paesi Vysegrad' - ha detto il primo ministro ungherese - sono pronti a contribuire con una consistente somma
di denaro per aiutare a difendere i confini esterni dell'Ue e favorire azioni in Libia".
Gli Stati membri dell'Est intendono "combattere le cause dell'immigrazione", ha aggiunto Orban senza dire una parola sugli schemi di solidarietà interna.
Le quote dei ricollocamenti di rifugiati "non sono la soluzione per l'immigrazione irregolare" ha detto anche il primo ministro
della Repubblica Ceca, Andrej Babis, oggi a Bruxelles per il vertice dei capi di stato e di governo dell'Unione europea.
"Dobbiamo risolvere il problema combattendo" la mafia dietro al traffico di migranti,
"che sta facendo miliardi di euro portando queste persone infelici in Europa, promettendo un futuro migliore che non ci sarà".
E infine, con una "piroetta" degna di lui, Juncker ha voluto lasciare da parte le "incomprensioni che a volte sembrano
esserci fra Bruxelles e questo gruppo di Paesi dell'est" e si è detto felice della cooperazione stia dando "i primi risultati".
"È la prova che i Quattro di Visegrad si allineano completamente per quanto riguarda la solidarietà con l'Italia e con gli altri Paesi",
ha dichiarato Juncker, ovviamente mentendo.
Nessun allineamento, anzi rotta i collisione con la UE sui migranti, tanto che la stessa Commissione presieduta da Juncker sa
facendo appello alla Corte di giustizia UE proprio contro gli stati del Gruppo di Visegnad
Cortesia di: Giuseppe de Santis
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