Appassionante come la carcassa putrefatta di un cane morto, continua la farsa delle candidature elettorali, nel grande shithole della politica italiana:
il pozzo nero con la fuffa intorno, dove ogni minimo di decenza o parvenza di dignità sembra ormai sprofondata in un gorgo indistinto
di stronzate surreali, che mai si ricordino a memoria di televendita, tanto che Wanna Marchi al confronto sembra una sobria statista di altri tempi
e Cetto La Qualunque un raffinato teorico del realismo politico.
Nell'Era dei Cazzari, il mondo appartiene ai cialtroni:
contaballe professionisti e spacciatori industriali di fuffa all'ingrosso, con la loro corte dei miracoli, e soprattutto di
miracolati da certa 'politica' che fa del cialtronismo una professione;
la claque sempre al seguito e pronto impiego, per le esibizioni coreografiche degli abborracciati capetti in grisaglia,
alla ricerca di una rendita sicura in parlamento.
Tra di loro condividono l'ignoranza abissale e l'incontenibile faccia come il culo.
E fin tanto che non otterranno la loro elezione per meglio fottere ancora, ci toccherà subire questa giostrina
demente di macchiette caricaturali, che si agitano su cavallucci a dondolo, roteando sciabolette di latta spuntate.
Sono i nuovi mostri della politica italiana.
E per rintracciare una simile galleria di facce da culo, bisognerebbe ritornare alla commedia grottesca degli Anni '60,
se non fosse che questi sono infinitamente peggio.
In un crescendo mirabolante di promesse impossibili (stronzate per l'appunto!) ed iperboliche elargizioni di massa,
di chi ritiene che gli elettori prima ancora che convinti vadano soprattutto comprati, e con le quali i cazzari si inseguono tra
loro nella corsa a chi la spara più grossa, il premio alla miglior faccia da culo di sempre spetta indubbiamente a Lui, l'intramontabile Pornonano,
campione indiscusso della categoria.
E sarebbe destinato e rimanervi ancora a lungo, se solo una faccia ce l'avesse ancora, nascosta com'è da un multistrato di fard e cerone che conferiscono
il tipico colorito argilloso al mascherone funebre che ne ricopre il volto, con la tripla passata di vernice per mogano
in cima al prepuzietto, per simulare la ricrescita della peluria.
Insomma, un barcollante zombie della politica in circolazione da 25 anni (ma che ha in schifo i "professionisti" della suddetta),
che caracolla incerto sui tacchi da 12 come un E.T. sodomizzato di fresco, e ciancica mentine cercando di non perdersi per strada
la mandibola, mentre parla di detassazione del cibo per animali, tonsura canina, e le immancabili dentiere.
Insomma, una roba grottesca!
Alla sua (estrema) destra si agita il porcinesco uomo con la felpa, davvero convinto di fare il premier, ed al cui confronto
il canaro di Arcore ci fa un figurone..!
Il programma di Salvini è semplice:
zero tasse, armi per tutti, giustizia sommaria, "radici cristiane" e zero diritti civili, i dazi (in un paese che vive prevalentemente di esportazioni),
niente vaccini, caccia grossa ai negher che minacciano la "razza bianca", ed i suoi bifolchi della provincia profonda.
Insomma, l'Alabama del 1930.
A chi parla di "deriva neo-fascista" della Lega salvinizzata, bisognerebbe far notare che la Lega è sempre stata compiutamente fascista,
fin dai tempi della fantomatica "Padania" disegnata sui confini della Repubblica di Salò e ad essa perfettamente sovrapponibile.
Con Salvini ha fatto un passo in più:
è la formazione politica di un qualche rilievo, che più di ogni altra è prossima al nazismo.
Nell'attesa che la mutazione sia completa, non c'è merda fascista o razzista da KKK che Salvini non vada ad omaggiare o legittimare,
sciacallando nel frattempo su ogni tragedia che possa lucrargli qualche voto.
É la punta 'moderata' della coalizione di "centrodestra".
Epigono più riuscito della cucciolata pur copiosa del berlusconismo di ritorno, è invece l'aitante Adone di Rignano sull'Arno, quello che
se perdeva il referendum costituzionale lasciava la politica e faceva il conferenziere per le università private, convinto che per sentire
le sue stronzate lo pagavamo pure!
E' il trombato di lusso, che da quando è segretario del partito bestemmia è riuscito a perdere ogni elezione possibile,
e provocato una scissione, mentre corre baldanzoso incontro ad una debacle epocale che forze ce lo leverà dai coglioni
una volta per tutte, nonostante abbia riplasmato il partito a proprio immagine e somiglianza con un'insufflata di "fedelissimi"
(che lo tradiranno non appena avranno di meglio a cui raccomandarsi).
E che ora pensa di risalire la china con una specie di Lista Beautiful di volti noti mediaticamente spendibili e nulla più.
È la variante gggiovane della "rottamazione", mentre ricicla un Pier Ferdinando Casini in un collegio sicuro (o così gli ha fatto credere) a Bologna,
e piazza i suoi balilla in listini protetti come i panda per salvarli dalla prossima estinzione.
Come un disco rotto, che si inceppa sempre sulla stessa nota, va ripetendo fino alla sfinimento il mantra degli ottanta euro
(che tanta fortuna gli anno portato alle elezioni europee, le uniche vinte) e ancora non ha capito che il prodotto non vende più.
Ora che s'è finalmente capito il bluff dei posti finti e dei diritti azzerati, il Job Act non lo sventola più, se non
come provocazione per appagare i padroni (ops! Benefattori datori di lavoro!!).
Sulle cazzate di questo coso buffo non vale neanche più la pena di perderci tempo.
Ancora un paio di mesi e sarà storia passata e finita.
Un occhio di riguardo invece alla fu Setta del Grullo, scippata al sommo W@te® dalla Casaleggio Associati per usucapione,
con la proiezione olografica di un Luigi Di Maio ed il suo formidabile curriculum professionale a fare da "capo politico" (o prestanome?):
l'app aziendale che va in crash ogni volta che si imbatte in un congiuntivo, che vigila sulle liste di candidati pescati
a strascico sul webbé, insieme a qualche esperto in fuffologia applicata per rassicurare i 'mercati'.
Perché uno vale l'altro, quando uno decide per tutti e le decisioni che contano sono rimesse all'insindacabile giudizio di un fantomatico "Staff".
Che vinca il peggiore!
Hit Parade del mese di Gennaio 2018:
01. L'IMPORTANTE È CREDERCI
02. PARLA COME MAGNI!
03. SEMPRE VOLLI
04. RESTAURI
05. IL PARTITO DEI MODERATI
06. MESSAGGIO CULTURALE
07. SPIRITO DI SACRIFICIO (I)
08. ACQUA E SAPONE
Ho appreso solo nella tarda mattinata di ieri che quel collegio, che nei giorni scorsi sulla stampa era indicato come il
collegio destinato a me, era stato inserito nell'accordo con i radicali.
In ragione di questo, per tutto il giorno, insistentemente, mi è stato chiesto di rivedere la mia scelta di rinunciare al
paracadute plurinominale.
[...] In nottata mi è stato comunicato che, presumo anche in ragione delle mie responsabilità nazionali, sarei stato candidato
in un collegio della Toscana dove peraltro sono stato spessissimo in questi anni a fare iniziative.
09. TI ASPETTIAMO CON ANSIA...
10. UN FIORINO!
[23 Gen.] "Sono davvero straconvinto che siamo l'unico argine al razzismo.
Oramai agli italiani è evidente"
(Matteo Salvini, l'Anti-razzista)
[20 Gen.] "L'atomistica liberale mira a dissolvere la famiglia nella pluralità
nomade e diasporica degli io irrelati o, in modo convergente, a ridefinirla come mero assemblaggio effimero e a
tempo determinato, rispondente in via esclusiva al libero e illimitato desiderio."
(Diego Fusaro, il Sofista)
[03 Gen.] "Il Movimento ha sempre detto che noi VOLESSIMO fare un referendum sull'euro "
(Luigi Di Maio, il Coniugatore)
[18 Gen.] "E' vero che questo non è il tempo della rottamazione, come dice Calenda è bella l'immagine della costruzione.
Ma sappiamo che se non ci fosse stata la fase della rottamazione oggi il ceto politico sarebbe quello del passato.
Non dobbiamo tornare a schemi del passato.
Se c'è un disegno politico non originale e non inedito è restaurazione di quelli che c'erano prima e non la permetteremo"
(Matteo Renzi, il Vecchio che resta)
[26 Gen.] "Vorrei i miei vigili armati di kalashnikov"
(Nicola Fragomeni, il Mitraglietta)
[07 Gen.] "Come Presidente del Maggio Musicale sostengo la decisione di cambiare il finale di Carmen, che non muore.
Messaggio culturale, sociale ed etico che denuncia la violenza sulle donne, in aumento in Italia."
(Dario Nardella, Pupazzo fiorentino)
[26 Gen.] "In tutti i prospetti che girano sulle candidature c'è una casella sul proporzionale con un nome certo: Giachetti.
[...] Bene: sento dentro di me che quella casella (il paracadute) mi sta troppo stretta. Non corrisponde alla mia storia,
alla mia cultura, al mio sentire. [...]
E allora no.
Quel paracadute sarebbe per me un vestito sgualcito e stretto, un trapianto di pelle, un cibo avariato.
Non lo voglio."
(Roberto Giachetti, il Sacrificato)
[27 Gen.] "Ieri ho scritto chiaramente che rinunciavo alla candidatura sicura nel plurinominale per combattere
esclusivamente nel collegio uninominale di Roma 10 dove vivo da sempre.
Un collegio difficile, ma che avrei fatto di tutto per portare a casa, con lo stesso spirito con il quale
ho lottato per conquistarmi un posto alle parlamentarie del 2013 quando nessuno puntava una lira sul fatto che potessi farcela,
con lo stesso spirito con il quale mi sono candidato a Roma, dopo aver vinto le primarie, sapendo perfettamente che era una battaglia persa.
Certo, so bene che quel collegio è più sicuro di quello dove volevo candidarmi."
(Roberto Giachetti, il Paracadutato)
[22 Dic.] "Sono pronto per la campagna elettorale:
il mio collegio sarà Firenze. Passo dall'auto blu alla vespa blu: andrò casa per casa."
(Matteo Renzi, il Maleandante)
[28 Gen.] "Se sarò premier metterò i dazi come Trump."
(Matteo Salvini, il Trumpista)