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MUOS: dalla Sicilia alla Tunisia.. ?

CRONACA

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IL MUOS -
Il MUOS (acronimo di Mobile User Objective System) è un sistema di comunicazioni satellitari (SATCOM) militari ad alta frequenza (UHF) ed a banda stretta (non superiore a 64 kbit/s), gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

Il sistema è composto da quattro satelliti (più uno di riserva) e quattro stazioni di terra, una delle quali è stata terminata a fine gennaio 2014 in Sicilia, nei pressi di Niscemi.

Il programma MUOS è ancora nella sua fase di realizzazione:
sono stati messi in orbita i primi 3 satelliti e si prevede la messa in orbita del quarto entro il 2015.
Entro il 2016 è prevista la messa in orbita del satellite di riserva.

Il sistema MUOS integrerà fra di loro le forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo ed ha l’obiettivo di rimpiazzare l'attuale sistema satellitare UFO (Ultra High Frequency Follow-On).

Sempre in attesa della conferma che gli Stati Uniti installeranno una loro base di logistica e di assistenza per la protezione delle frontiere nel sud della Tunisia, probabilmente a Remada, pare che si stia valutando anche l'opzione di una installazione d'ascolto e di controllo della nuova rete MUOS.

In effetti l'installazione prevista da tempo in Sicilia é stata ostacolata delle autorità giudiziarie italiane, autorità spesso spinte ad agire sull'onda di azioni "popolari" di dubbia matice.

In Tunisia l'installazione del sistema di antenne satellitari dovrebbe poter essere realizzata a Cap Bon, nella zona di El Haoaria.

Pare sempre, da notizie di stampa per ora non confermate, che gli sviluppi strategici della Tunisia siano stati trattati dal Presidente, Béji Caïd Essebsi durante la sua ultima visita negli Stati Uniti.

Secondo informazioni la base in Tunisia andrà a rimpiazzare quella prevista in Sicilia.




IL FUTURO STRATEGICO DELLA TUNISIA

El Haoaria era un antico porto Romano dove venivano caricate le navi per il trasporto dell'olio d'oliva e del vino - prodotti a Cap Bon - e delle pietre ottenute scavando nelle miniere realizzate proprio a pochi metri dal porto stesso.
Tutt'ora, in zona, sono visitabili piccole aree archelogiche con vestigia romane.
La zona é assai povera, poco abitata, e con poche risorse economiche.
Il turismo é qu asi sempre solo locale ed assolutamente marginale.

Negli anni fra il 2000 ed il 2010 si sono realizzate aree turistiche, villaggi e villette, per lo più utilizzate nel periodo estivo da turisti Italiani, molti dei quali Laziali.

Negli anni ottanta, al fine di sviluppare anche del turismo "ricco" le autorità tunisine hanno deciso di ampliare l'antico porto romano al fine di ospitare il turismo nautico europeo: in efftti la posizione é veramente interessante.

Il nuovo porto é stato pero' realizzato in base ad un progetto totalmente sbagliato che lo ha portato, in pochi anni, ad essere assolutamente inutilizzabile.

Sia per il gioco delle correnti, sia per la presenza della foce di un torrente di scarico di una piccola diga a monte, in pocho anni il porto si é totalmente insabbiato diventando inutilizzabile e maleodorante.

Negli anni 2009-2010 un gruppo di ingegneri Italiani, collegati all'università di Genova, ha preparato un progetto di base per un intervento destinato a rivitalizzare l'area.

Con gli eventi del Gennaio 2011 il tutto si é arenato.. anche perché nessun investitore ha avuto il coraggio di andare ad investire diversi milioni di euro per riattivare un porto turistico in base ad accordi di concessioni demaniali facilmente annullabili da parte di nuove autorità.
Come poi avvenuto sia per il porticciolo di Gammarth ( alle porte di tunisi ) che per il mega progetto di Cap 3000 a Biserta.

Una eventuale presenza USA in zona, viceversa, potrebbe anche far riattivare il vecchio progetto di dragaggio e di modifica dell'area portuale.

Il caso Tunisia: rinforzare le difese.

Già un primo accordo di base era stato redatto ed esaminato da Marzouk e Kerry, ed é evidente che la posizione della Tunisia é sempre più strategica nello scacchiere militare del mediterraneo.

L'Italia é spesso un alleato "ondivago", con un Governo nazionale soggetto agli umori di un sistema giudiziario che é in grado, con veri "golpe" giuridici, di creare malumori internazionali e danni a sistemi strategici di rilevante importanza.

E' quindi evidente che sarà proprio la Tunisia la nuova base di sostegno, e magari pure di rimpiazzo, di un'Italia strategicamente poco affidabile.

Le stesse operazioni di annientamento degli scafi pronti a salpare dalle coste libiche, di distruzione dei cantieri navali di costruzione, delle prigioni-lager dove sono ammassati i clandestini, non sono ancora state avviate.. dopo innumerevoli chiacchere europee ed italiane..

E dalle operazioni di ascolto delle conversazioni telefoniche, di intelligence sul territorio libico non si ha notizia di alcun risultato.

Insomma con la telenovela della "Dracma si, Dracma no," sono state oscurate, per ben venti giorni, tutte le notizie relative alla lotta al flusso dei migranti e di controllo delle coste libiche.
Tant'é che a Zuwara, in mano all'ISIS, a due passi dalla frontiera Tunisina, sono stati rapiti, proprio l'altro ieri, quattro italiani.
Ed ora si attende forse che il MUOS entri in funzione, magari in Tunisia, per distruggere quattro gommoni sulle coste libiche ?

( Giorgio Comerio )


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