''La ripresa debole alimenta il dissenso''
è il titolo di apertura di pagina sette del Financial Times, interamente dedicata alle elezioni italiane.
Nell'occhiello si segnala come in Italia sia diffuso
''l'umore anti-establishment''.
E ''mentre le grosse aziende vogliono proseguire sulla strada delle riforme del governo di centro-sinistra, alcuni elettori
si sentono esclusi dalla ripresa economica''.
Nel catenaccio si evidenzia inoltre:
''sia col centro-destra che con una grande coalizione, il governo sembra pronto a sforare il deficit di bilancio'',
citando la capo economista alla Manulife di Boston.
Nel ''mondo degli affari italiano'' - si legge - ci sono crescenti preoccupazioni che i risultati economici dell'ultimo anno possano
''andare perduti nel caso in cui i partiti populisti - in particolare Movimento 5 stelle e il partito euroscettico di destra, la Lega,
- guadagnino terreno'' domenica.
D'altra parte, ''è verosimile'' che la forza al governo ''perda molti seggi''.
E sono due i risultati che potrebbero emergere dalle urne:
una vittoria del centro-destra ''che include anche Lega e Fratelli d'Italia, altra forza euroscettica di estrema destra'' od
anche del:
''movimento anti-establishment dei 5 stelle puo' ancora emergere come partito più forte.
E anche se non troverà abbastanza alleati per formare un governo, avrà più influenza sulla politica italiana''.
In un ''diffuso scontento popolare'' i partiti di opposizione hanno trovato terreno facile nel convincere
gli elettori che è arrivato il momento di cambiare anche in modo radicale''.
L'autore riassume poi le ricette fiscali di M5s, Lega e Fi, spiegando:
''ciascuna di queste, se attuata, porterebbe allo scontro con Bruxelles''.