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ref:topbtw-1297.html/ 25 Giugno 2018/A



Sul filo di lana oppure sul filo del rasoio ?

" Sit tibi terra levis "
.. che la terra ti sia lieve..

"Tsipras ha messo la cravatta"..
Scrive Paolo Gentiloni..
Perchè ha salvato il suo Paese e la Troika se ne è andata ( ???)

Un cappio al collo sarebbe stato più appropriato, visto che la Grecia rimarrà strozzata al nodo (scorsoio) del debito presumibilmente fino al 2060, per ripagare degli interessi passivi quei creditori (UE, BCE, FMI) che tanto generosamente l'hanno 'salvata', mettendogli dentro casa la Troika e declassando il paese al rango di colonia, in un mostruoso esperimento di ingegneria sociale, tra propedeutica neo-liberista e pedagogia del castigo a scopo intimidatorio contro terzi, nell'annichilimento dimostrativo di un'intera nazione attraverso l'umiliazione collettiva di un popolo.

Tuttora, la "cura" speciale riservata alla Grecia costituisce il più clamoroso fallimento della cosiddetta Unione europea (a sua vergogna perenne), la quale più ancora che matrigna si è comportata come un Saturno che divora i propri figli.

Una cura al cianuro che è costata alla popolazione ellenica peggio di una guerra perduta, ma che almeno ha salvato le banche francesi e tedesche:
le quali peraltro hanno potuto lucrare appetitose plusvalenze;
grazie anche al generoso contributo italiano con ritorno zero, salvo doverci pure sorbire le lezioncine di morale da parte di un Macron o una Mekel (!).

"Quando è esplosa la crisi della Grecia l'esposizione delle banche italiane verso quel paese ammontava a circa 1,9 miliardi.

Oggi l'esposizione dello Stato italiano verso Atene è di 40 miliardi. [...]

La crisi Greca è stata gestita in modo da trasferire i crediti delle grandi banche soprattutto tedesce e francesi dai loro bilanci a quelli degli Stati, tutti gli altri Stati dell'Eurozona.

I cittadini tedeschi sono convinti che, come contribuenti, sia stato loro accollato il peso del salvataggio dei Greci pigri e corrotti.

In realtà sono stati chiamati a salvare le loro banche che avevano incautamente ecceduto con i prestiti.

Ma almeno erano le loro banche:
che cosa dovrebbero dire i cittadini italiani, che sono stati pesantemente coinvolti nonostante che i prestiti delle nostre banche alla Grecia fossero poca cosa?

Ecco dunque il capolavoro tedesco:
distribuire a tutti gli altri europei i problemi delle loro banche (e di quelle francesi) pretendendo poi che il disastro che ne è derivato sia colpa di tutti gli altri tranne che loro.

E riuscendo a far passare l'idea che la successiva crisi dei debiti pubblici non sia stata provocata dalla gestione del problema greco - dissennata da un punto di vista generale, ma perfettamente funzionale ai loro interessi - ma dal fatto che gli altri paesi dovevano fare "i compiti a casa"."

Carlo Clericetti
(02/10/2015)

In quanto alla "scommessa con l'Europa" (e la salvezza che da questa ne sarebbe derivata), sarà il caso di riportare qualche piccolo dettaglio, giusto per rendere l'idea di quanto sia stata 'vincente' la scommessa (o, per meglio dire, la capitolazione su resa incondizionata) della Grecia con la commissione europea, nella sua personale (di)partita con la morte.
Perché anche ammesso che la cura sia riuscita, dopo otto anni di supplizio su sperimentazione terapeutica, è ovvio che il paziente sia deceduto (ma i conti adesso sono in ordine!)...

In otto anni di "austerità espansiva", la Grecia ha perso un terzo del proprio PIL con una contrazione del 27% (crollando dai 214 miliardi del 2010, ai 174 miliardi di euro del 2017).

La Sanità pubblica è stata smantellata, insieme ad ogni altro diritto sociale o tutela salariale, a partire dai contratti collettivi di lavoro che sono stati azzerati, co n la totale liberalizzazione ed il dimezzamento del salario minimo, insieme alla revisione (ovviamente in senso restrittivo) del diritto di riunione e di sciopero.

La francese Christine Lagarde (FMI) l'ha definito un incremento della "competitività".

Cosa che non ha impedito alla Grecia, così ligia ai diktat della Troika, di bruciare circa un milione di posti di lavoro (in paese che ha poco più di dieci milioni di abitanti).

Attualmente, la disoccupazione si aggira attorno al 21,6% ma raggiunge punte del 52% nella popolazione giovanile al di sotto dei 25 anni.

Sono stati falcidiati salari e pensioni (con tagli fino al 50%).

Il potere d'acquisto di una famiglia media è crollato del 28,5%.

Mezzo milione di greci, soprattutto i più giovani, ha abbandonato il Paese.

È stato privatizzato tutto quello che poteva essere svenduto a prezzo di saldo:
scali navali, ferrovie, autostrade, aeroporti, industrie manifatturiere, aziende elettriche, compagnie del gas e le reti di distribuzione idrica, miniere, impianti termali, ippodroni e persino camping turistici (!),
insieme a tutti i principali asset pubblici e strategici del Paese.

Cosa che però non ha frenato la crescita del debito pubblico che in rapporto al PIL ha raggiunto la soglia del 178%.

Secondo le statistiche dell'OCSE, il 22% dei greci versa in "gravi condizioni di deprivazione materiale".

La maggior parte della popolazione ha difficoltà ad accedere alle cure mediche e garantirsi i servizi primari, mentre più di 400.000 nuclei familiari sono rimasti senza reddito, mentre negli ospedali scarseggiano farmaci oncologici, insulina, e persino gli antibiotici.

Il 13% della popolazione non ha ricevuto cure o trattamenti medici.
Il 15,4% della popolazione non ha ricevuto trattamenti per la cura dei denti.
Il 4,3% della popolazione non ha usufruito di servizi di salute mentale.
L'11,2% non è riuscito ad acquistare i medicinali prescritti dai dottori.
Il 40% dei bambini greci vive al di sotto della soglia di povertà (il 10% è a rischio denutrizione).

Negli anni peggiori della crisi, la mortalità infantile è salita, di quasi il 50%, principalmente a causa dei decessi di bambini di età inferiore a un anno e al declino delle nascite, pari a -22,1%.

Il tasso di mortalità infantile è salito dal 2,65% nel 2008 al 3,75% nel 2014.

La percentuale di bambini nati sotto peso (inferiore ai 2,5 kg) è aumentata nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010 del 19%.

Sono aumentati i casi di persone affette da disturbi mentali, soprattutto dalla depressione. L'aumento è stato il seguente:
si è passati dal 3,3% del 2008 al 6,8% del 2009, all'8,2% nel 2011 e poi al 12,3% nel 2013.

Nel 2014, il 4,7% della popolazione sopra i 15 anni ha dichiarato di soffrire di depressione, contro il 2,6% del 2009.

Evidentemente, una simile catastrofe umanitaria non è mai stata considerata abbastanza grave (o mediaticamente spendibile), da suscitare la mobilitazione della moltitudine di ONG tedesche che affollano il Golfo della Sirte coi loro navigli.

Se tutto va bene, ci vorranno un paio di generazioni prima che i greci possano tornare ai livelli pre-crisi.

La Germania però è riuscita a guadagnare dal "salvataggio della Grecia" qualcosina come 2,9 miliardi di euro dai tassi di interesse sul credito.

Francamente, a fronte di simili risultati, non si capisce cosa mai abbia da giubilare l'ex premier Paolo Gentiloni quando si parla di Grecia e di Europa (lo specchio di una disfatta, rivenduta come successo), dal fondo delle macerie di ciò che resta di Piddinia, specie dopo la rottamazione renziana che ha condotto il centrosinistra sull'orlo dell'estinzione. Giusto a proposito di solidarietà europee e insorgenza dei nuovi nazionalismi.


Nota dell'editore.

Nel massimo rispetto per la libertà di pensiero, di espressione e delle idee..

Ecco che la Grecia ormai "salvata" con un debito da saldare in un futuro remoto, con modalità e scadenze assai improbabili, potrebbe giocare la seconda carta.

La carta della rivincita, che è quella che può benissimo giocare l'Italia ora, prima di essere messa fuori gioco fra qualche mese quando Bruxelles inizierà la sue manovre per avviare le richieste per quelle misure di austerità necessarie a far cadere il Governo giallo-verde.

La soluzione non è quella di abbandonare l'Euro per tornare ad una improbabile Dracma od una ancor più improbabile "Liretta"..

Due monete ormai fuori corso, buone solo per il gioco del Monopoli.

La soluzione è un accordo per l'utilizzo di una seconda valuta:
il dollaro USA ( già ampiamente usato in una ventina di nazioni come seconda valuta ) oppure la "nuova" sterlina inglese, dopo la conferma della Brexit.

Ovviamente l'utilizzo del dollaro USA sarebbe la mossa vincente data la sua sostanziale parità con l'euro.

Il vantaggio di un dollaro utilizzato in Italia sarebbe "dirompente" e possibile, visto che la massa del dollaro circolante è enorme rispetto a quella dell'Euro e della sterlina inglese.

Nulla vieta di avere conti correnti in due valute, di avere una contabilità in dollari, di fatturare operazioni interne ed estere in dollari..

Il vantaggio delle due valute poi è quello di una enorme "flessibilità" anche del debito..

Ed un debito con gli USA , super potenza spendacciona, è molto più facile da gestire di quello con una Germania che di fatto monopolizza tutta l'economia europea.

Con il dollaro USA si possono fare tutte le transazioni "interne" utilizzando gli euro in entrata per ridurre il debito esterno.

E con il dollaro USA in Italia si dovrebbero attirare più facilmente investitori e turisti .. made in USA..

E per gli USA sarebbe una formidabile chiave per aprire la porta di ingresso in Europa, chiave che certamente sarebbero pronti a pagare.. qualche miliardo di dollari..

Dollari che, in questo modo, andrebbero tutti nelle tasche dell'Italia e non in quelle della Germania..

Alla faccia di Bruxelles, che non puo' far altro che acconsentire.

Nulla può infatti vietare ad una nazione dell'area euro ad utilizzare una seconda valuta..

Altro che i "bitcoins" vagheggiati dalla Grecia nel suo momento di disperazione più nera..

E nel frattempo, come scriviamo da anni, l'Italia puo' iniziare a non finanziare più l'Europa.

I quattrini italiani possono restare in Italia con un enorme risparmio, visto che diamo i nostri soldi a Bruxelles senza nessuna condizione di impiego e senza avere nessun potere di controllo e di sanzionamento nel caso di un loro utilizzo difforme dalle "direttive" Italiane.

Direttive Italiane che non ci sono proprio..

Invece riceviamo meno di quanto dato, e sempre nei modi e nei tempi decisi da Bruxelles , che - oltre a tutto - poi ci "sgrida" se facciamo male i compitini..

Una comunità europea spendacciona e prodiga con i suoi burocrati che non bada a spese per le sue esigenze e che, da anni, predica bene ma razzola molto male..
Deve essere sanzionata, deve capire che la musica è cambiata..
Deve capire che è arrivata, anche per lei, il tempo delle vacche magre..


( Sendivogius )

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