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DERSIM: Chiusi i confini della regione turca dal PKK.
Il PKK - Kurdistan Workers' Party ha annuciato di aver iniziato le operazioni di chiusura delle frontiere della regione
del DERSIM installando i primi posti di blocco e di controllo sulle strade principali di accesso alle tre provincie principali:
A segito degli indiscriminati attacchi dell'aviazione turca contro le basi logistiche del PKK, che é poi l'unica vera forza che
combatte l'ISIS sul terreno, e pure vincendo, il PKK ha attuato questa prima mossa verso la creazione di un suo stato indipendente.
Da diversi mesi i due eserciti effettuano combattimenti e rastrellamenti sporadici sulle impervie montagne della regione.
La situazione é drammaticamente precipitata anche perché il 10 Agosto nella cittadina di Varto, la moglie di un combattente del PKK - di nome Ekin -
é stata catturata e violentata dalle forze di sicurezza turche e poi, nuda,
trascinata per le vie della città.
Il responsabile per le comunicazioni, Muhsin Kula , ha confermato la decisione di rendere autonama tutta la regione.. costi quello che costi..
Tunceli, Elazig, Bingol.
Un affronto ed uno dei soliti atti di inciviltà e di barbarie che imperversano in tutta la turchia.
Ed il prezzo da pagare sarà, come al solito, assai elevato.
La porta d'argento e la storia di una regione massacrata e martoriata.
Dersim è l'antico nome dell'odierna provincia turca di Tunceli.
Dersim era punto d'incontro di diverse etnie e religioni, Kurdi, Armeni, Aleviti, Sunniti, Cristiani.
La geografia del Dersim è plasmata dalle montagne, tra cui il monte Munzur (Koê Muziri) che ricopre un significato particolare.
I distretti di Dersim si chiamano Pülümür, Pertek, Ovacik, Hozat, Nazimiye, Cemisgezek e Mazgirt.
Oltre ai Kurdi di lingua Kurmanci e Zazai, una volta in questa regione vivevano anche gli Armeni, ma a partire dalla fondazione delle Repubblica
turca, la popolazione del Dersim è andata calando continuamente.
Gli interventi militari degli ultimi 15 anni sono infatti responsabili della distruzione di villaggi, dell'incendio di interi
boschi, di arresti in massa, torture e omicidi.
Il fiume Munzur è alimentato da diversi affluenti, ma pare che sarà presto sbarrato da nuove dighe.
Nello stesso periodo (1975 - 2007) la popolazione turca è aumentata da 40 milioni a 70 milioni di persone,
con una crescita media annua del 1,8 %.
L'impero ottomano ha tentato invano di introdurre in Dersim la giurisprudenza islamica, ovvero la sharia e
per la nuova repubblica di Mustafa Kemal Atatürk il "disobbediente" Dersim costituiva un pericolo.
All'epoca Atatürk disse:
L'antico nome porta in sé tutta la storia e la tradizione del luogo, tant'è che la
popolazione locale kurda spesso preferisce usare quello piuttosto del nuovo nome Tunceli.
Il Dersim è circondato dall'altopiano dell'Anatolia, dall'altopiano dell'Ararat, dalla Mesopotamia superiore
e dalle montagne del Mar Nero.
A nordovest scorre l'Eufrate, la frontiera provinciale meridionale è segnata dal fiume Murat.
Quando i tempi si facevano difficili, guerre, carestie, pestilenze mettevano a rischio la vita dei popoli della regione, è qui , fra le
alte montagne, che i popoli cercavano un rifugio sicuro.
Il Dersim confina a est con le province di Bingöl e Elazig e a sudovest con la provincia di Erzincan.
Gli Armeni sono scomparsi nel corso del grande genocidio perpetrato durante la prima guerra mondiale.
Nel periodo dal 1999 al 2005 il numero degli abitanti è sceso da 93.548 a 79.176 e si è più che dimezzato a partire dal 1975.
Insieme ad alcune altre regioni del sudest turco, il Dersim è una delle provincie con la maggiore decrescita della sua popolazione.
Nel Dersim questa stessa percentuale di crescita significherebbe nel 2007 una popolazione ipotetica di 283.000 persone, di fatto però il
Dersim conta con appena 84.000 abitanti.
In pratica la prova "demografica" del massacro e del genocidio - ono dei tanti - perpetrato dalla Turchia.
Il Dersim non ha mai accettato di sottomettersi ad alcuna tirannia.
Che fosse l'impero ottomano o i giovani turchi, il Dersim ha sempre lottato contro l'oppressione
ed è sempre stato una spina nel fianco dei potenti vicini di casa.
E' necessario che il governo sia dotato di un'autorità ampia e illimitata e per eliminare
a ogni costo questa ferita interna, questo repellente ascesso."
Negli anni 1937/38 l'eliminazione di questo "repellente ascesso" comportò il massacro di quasi tutta la popolazione inerme.
Oltre 70.000 persone, tra cui donne, bambini e anziani furono brutalmente massacrati.
L'esistenza di questo movimento dimostra che un po' alla volta la popolazione di Dersim torna a prendere coraggio,
che vuole elaborare e documentare la propria storia e la tragedia del 1938.
Fino ad ora anche i Kurdi della Siria, dell'Iran e dell'Iraq conoscono il dolore della popolazione di Dersim
solo attraverso i racconti e le canzoni.
L'elaborazione dei crimini turchi continua ad essere molto difficile per tutta la politica Turca che, di fatto, ha le mani grondanti di sangue.
E, così la versione ufficiale, é che, se anche vi fossero stati, sono da considerare e valutare
come reazioni giustificate ed inevitabili nel più ampio scenario della guerra mondiale.
Per contro, la pacificazione con i gruppi etnici colpiti porterebbe alla possibilità di uno scambio costruttivo.
Purtroppo però a volte la storia si ripete.
I boschi sono stati tagliati e bruciati, ancora una volta ci sono stati arresti arbitrari, torture e omicidi.
L'attuale sindaco di Dersim, Songül Erol Abdil, eletta nelle file del partito pro-kurdo DTP (Demokratik Toplum Partisi --
Partito della società democratica) tenta di avviare progetti in ambito economico,
educativo, sanitario e sociale per contrastare la fuga dalle campagne,
la disoccupazione e la povertà.
La signora Abdil è il primo sindaco donna nella storia della Turchia.
Contemporaneamente i profughi di Dersim, che si trovino a Istanbul, a Izmir oppure in Germania,
tentano di mantenere vive la propria lingua e la propria cultura.
All'interno della diaspora si discute anche se lo Zazai, la lingua più parlata a Dersim,
faccia parte delle lingue kurde oppure no.
In questo contesto il governo turco sostiene a partire dai primi '90 che lo Zazai non sia una lingua kurda,
senza però tenere in alcuna considerazione gli aspetti linguistici e scientifici.
L'intento delle autorità turche è semplicemente quello di dividere il movimento kurdo
(costituito sia da chi parla lo Zazai sia da chi parla il Kurmaci).
Alcuni anni fa a Dersim si è formato un nuovo movimento che
si oppone al progetto del governo turco di costruire una diga sul fiume Munzur.
La pianificazione di questo mega-progetto avviene senza alcuna consultazione e partecipazione
della popolazione interessata dalle conseguenze.
Il progetto stesso non comporta alcuno sviluppo a lungo termine per la regione
ma rischia al contrario di aumentare il potenziale conflittuale e costringerà,
ancora una volta, migliaia di persone a lasciare la propria casa e terra.
Per questo motivo l'APM ha avviato una stretta cooperazione con le comunità di Dersim in esilio (FDG)
e lanciato una raccolta firme per la salvaguardia della valle del Munzur.
E chissà che, magari per la prima volta nella sua vita, Recep Erdogan non abbia un barlume di senso della giustizia storica e non senta solo
il richiamo del sangue.
I leader del movimento di liberazione del Dersim Said Riza, Alishêr e sua moglie Zarife, furono impiccati e sotterrati in luogo sconosciuto,
e così, per la prima volta nella sua storia, nel 1930 fu conquistata l'intera regione del Dersim.
Quel trauma sembra essersi radicato per sempre nella mente dei Dersim.
Molti dei sopravvissuti furono deportati nell'Anatolia occidentale.
Poiché il governo turco non vuole tuttora rivelare il luogo di sepoltura di Said Riza, Alishêr e Zarife e degli altri
leader del movimento di liberazione di Dersim, si è formato un movimento dal nome "Mostrateci la tomba dei nostri leader!".
Ed i fatti di oggi, Agosto 2015, sono una prima prova di un ritrovato coraggio.
Né il governo turco né i mezzi d'informazione, la giustizia o le istituzioni statali
come ad es. "l'ufficio per la storia turca" (Türk Tarih Kurumu) e nemmeno la società turca sentono
l'obbligo di doversi confrontare con questo tragico capitolo della propria storia.
Come, del resto, continuano ad ignorare l'olocauso Armeno.
Se da un lato esistono tante persone che da decenni chiedono una corretta documentazione degli orrendi
e impuniti crimini commessi contro le diverse etnie dell'odierno territorio turco, dall'altro
lato l'amministrazione turca continua a negare che vi siano mai stati massacri e genocidi.
Una Turchia che per il suo futuro non vuole trarre alcun insegnamento dalla sua storia farà sempre fatica a svilupparsi pienamente,
e di fatto la Turchia sembra avere difficoltà quasi insormontabili nell'elaborare la propria storia.
Capire la storia per costruire un futuro migliore per tutti, questo dovrebbe essere un obbiettivo morale e politico.
Così l'esercito turco, con il pretesto della lotta alla guerriglia del partito dei lavoratori kurdo PKK,
ha ripreso a distruggere di tutto e di più in modo indiscrilinato e selvaggio: tra i primi anni '80 fino al 1995 l'esercito ha
sfollato e distrutto 210 villaggi e 15.767 abitazioni (Cumhuriyet del 9./10.03.1997).
Dalle 20.000 alle 30.000 persone sono state costrette ad abbandonare tutto e a fuggire nelle regioni occidentali della Turchia
dove continuano a vivere per lo più in completa povertà.
Il suo contributo per maggiore democrazia e pari opportunità di genere è esemplare.
In tutta Europa esistono una miriade di associazioni culturali e sportive che si associano tra di loro,
come ad esempio la "Federazione delle comunità di Dersim in Europa" a cui aderiscono 16 associazioni (di cui 14 in Germania).
Simili tentativi sono stati fatti anche in Iraq con i Kurdi di lingua Kurmanci e quelli di lingua Sorani.
Il fiume è lungo 144 km ed è alimentato da diversi affluenti.
La Turchia intende costruire diverse dighe nella valle del Munzur.
E' magari ora che
lo sfruttamento selvaggio dell'ambiente e della popolazione di Dersim debba terminare..
( Giorgio Comerio )