da Strasburgo - Discussione - 13 Giugno 2018
Signora Presidente, onorevoli colleghi, volevo ringraziare il relatore Schwab e gli altri colleghi relatori ombra per il lungo
e impegnativo lavoro che abbiamo fatto insieme.
L'obiettivo che ci eravamo dati era un obiettivo ambizioso. Si trattava di cambiare in parti consistenti il testo che
ci era stato consegnato dalla Commissione.
Dunque trovare equilibrio e convergenza su nuove formulazioni non era un'impresa di poco conto, ci siamo riusciti e questo è molto importante.
Avevamo come obiettivo questo e, insieme, quello di cercare soluzioni che non limitassero l'autonomia degli Stati membri.
Doveva essere il nostro lavoro di supporto agli Stati membri, mantenendo la loro autonomia nel regolare le attività
professionali e nel perseguire, attraverso questa regolazione, obiettivi di interesse pubblico, come è stato detto già nella discussione.
Ora abbiamo modificato quella proposta e siamo ad una conclusione, della quale mi piace sottolineare alcuni aspetti.
Abbiamo assicurato che le modalità del test siano flessibili e proporzionate rispetto alle modifiche in esame.
Non era così all'inizio.
Abbiamo ribadito esplicitamente la competenza degli Stati membri nella regolamentazione delle professioni.
Gli approcci diversi non sono da considerare come sbagliati o negativi, prima ancora che vengano prospettati,
ma devono entrare in sinergia con la soluzione complessiva che stiamo qui valutando.
Abbiamo respinto – sì, perché non ci sono soltanto le cose positive che abbiamo aggiunto, ci sono anche quelle che abbiamo cancellato –
la proposta della Commissione di creare organismi di supervisione indipendenti che potevano stravolgere il lavoro futuro,
garantendo che la lista dei criteri da valutare sia proporzionata e meno pesante per gli Stati membri, anche attraverso
l'eliminazione della valutazione di impatto economico che era nel testo iniziale.
Abbiamo rafforzato le misure di trasparenza e di consultazione degli stakeholder , a partire dalle parti sociali,
e abbiamo infine mantenuto il riconoscimento esplicito nel testo della direttiva della specificità della regolamentazione
delle professioni sanitarie, che tanto ha fatto discutere ma che tanta sensibilità aveva creato in tutti i paesi dell'Unione.
Abbiamo perciò l'autonomia degli Stati membri che evita la deregolamentazione e abbiamo contemporaneamente fatto crescere la trasparenza e
il coinvolgimento delle parti sociali.
Era un equilibrio necessario ma non semplice.
Sono molto contento che ci siamo riusciti.