Redazione
Il ritrovamento della villa romana avvenne trent'anni fa in seguito di un'attenta ricognizione di superficie
coordinata dall'allora direttore del Museo Archeologico Giovio, dott. Lanfredo Castelletti.
Sino ad allora
Ponte Lambro era noto solo per la scoperta di una tomba romana di fanciullo, avvenuta a Lezza.
Le campagne di scavo condotte allora, nel periodo 1987-1995, sotto la direzione della Soprintendenza
Archeologica portarono alla luce la pars rustica dell'importante villa romana che spazia, con alterne vicende,
dal I al VI secolo d.C.
Il Comune di Ponte Lambro contribuì al finanziamento della ricerca sul campo e nel 1966 al restauro delle
strutture murarie.
Purtroppo non fu possibile avvalersi dello stanziamento FRISL concesso dalla Regione Lombardia per
la valorizzazione e fruizione del complesso:
Ma il ricordo della scoperta non si era spento e nel 2016 la convenzione tra il Comune di Ponte Lambro
e l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in accordo con la Soprintendenza Archeologica,
ha permesso la ripresa degli studi e la pubblicazione dei risultati degli scavi.
La Società Archeologica Comense ha immediatamente dato la propria disponibilità a pubblicare
nella Rivista Archeologica dell'Antica Provincia e Diocesi di Como i risultati delle ricerche
che si possono apprezzare nelle pagine che seguono.
Ritengo che questa iniziativa rappresenti il punto di partenza per riprendere
il discorso sospeso nel 1996 al fine di riportare di nuovo alla luce i resti della villa romana:
Rivolgo un ringraziamento particolare a tutti coloro che a diverso titolo hanno collaborato inizialmente
alle diverse campagne di scavo e successivamente alla documentazione e allo studio dei reperti,
in particolare alla dott.ssa Maria Fortunati della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per
le province di Bergamo e Brescia e al prof. Marco Sannazaro dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
per il lavoro di coordinamento svolto.
i resti archeologici, opportunamente protetti, furono ricoperti e l'area vincolata.
per quanto si tratti di un'impresa non facile, rappresenta senza alcun dubbio un'occasione unica
per la valorizzazione del nostro territorio.
Cortesia della Società Archeologica Comense