da Bruxelles
Il Parlamento Europeo ha chiesto a larga maggioranza l’introduzione di un meccanismo che imponga sanzioni
agli Stati membri che violano le regole comuni sull’esportazione di armi.
Questa misura si rende necessaria perché ad oggi molti Stati membri dell’UE non rispettano le regole esistenti,
condivise e concordate.
È quindi necessario adottare un sistema sanzionatorio per garantire maggiore trasparenza e sicurezza.
Nonostante le regole UE sulle esportazioni di armi siano l’unico accordo giuridicamente vincolante a livello
regionale sulle esportazioni di armi convenzionali, purtroppo gli otto criteri che gli Stati membri
devono applicare vengono spesso disattesi.
Questo implica un’importante responsabilità dei Paesi UE nei conflitti mondiali,
soprattutto quelli in Medio Oriente e in Nord Africa.
Infatti, secondo l’ultima relazione annuale sulle esportazioni delle armi, l’UE è il secondo maggior fornitore
di armi al mondo (27% delle esportazioni mondiali di armi), dopo gli Stati Uniti (34%).
Nel 2016, il 40,5% delle licenze di esportazione delle armi è stato concesso a Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa,
con in testa l’Arabia Saudita, l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti.
In particolare, il caso dell’Arabia Saudita è emblematico di come le regole europee vengano disattese dagli Stati membri con conseguenze sullo sforzo della UE stessa sul controllo degli armamenti. Nonostante questo Paese violi sei degli otto criteri stabiliti comunemente, quasi tutti gli Stati membri hanno dato il via libera all’esportazione di armi, che sono state utilizzate per la guerra nello Yemen, per rafforzare il blocco navale e per la campagna aerea che ha colpito soprattutto la popolazione yemenita.
Il Parlamento Europeo ha quindi chiesto un embargo nei confronti di tutti gli altri membri della coalizione
guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen..