Volevano aprire il parlamento come una scatoletta di tonno e l'hanno trasformato in una scatola vuota:
ignorato, umiliato, cassato, annullato, di fatto svuotato.
Esautorate le commissioni parlamentari da ogni loro prerogativa già prevista
dalla "Costituzione più bella del mondo", presentano la manovra finanziaria
del 2019 fuori tempo massimo, confezionata in un unico maxi-emendamento, zeppo di
refusi, senza che ci sia chiarezza sulle coperture contabili, e coi saldi di bilancio sballati,
ma da approvare alla cieca così come arriva, senza alcuna possibilità di verifica
o discussione.
E questo dopo tre mesi di trattative segrete con la commissione UE, senza che il parlamento italiano ne
venisse mai reso partecipe, bensì gestite dai tecnocrati del "governo del popolo"
(i due tribuni s'erano improvvisamente eclissati) come se fosse una cosa tutta loro.
E poco importa se le trattative in questione si sono alfine concluse in una resa incondizionata ai diktat di Bruxelles,
come mai s'era visto prima d'ora,
dopo tanta ammuina sovranista e spread mangiati a colazione.
Umiliato il Senato, svuotato di ogni sua funzione, impongono la fiducia ad un testo ignoto
ma blindato, messo insieme alla male e peggio durante la notte, senza che nessuno abbia avuto modo
di poterlo leggere prima, a parte la lista della spesa e la tabella sbagliata del sempre più imbarazzante Giggino,
imprigionato in un social-loop di propaganda permanente,
nell'enorme marchettificio clientelare messo in piedi dai manipoli gialloverdi.
Per (non) tacere dei due duumviri che si fregano le zampe come due mosche, prima di lanciarsi sulla
golosa abbuffata di merda.
È la "democrazia diretta" ai tempi del "governo della trasparenza":
quello delle dirette streaming, coi grulloidi pronti ad arrampicarsi sui tetti o organizzare
picchetti autoconvocati a Piazza Montecitorio, per denunciare il "golpettino" in corso, soltanto un
anno prima quand'erano opposizione;
quando rivendicavano la "sacralità del Parlamento" contro ogni emendamento bocciato
(adesso invece si nega la possibilità stessa che vengano presentati), pronti ad occupare
gli scranni di governo ad ogni sussulto.
Adesso che invece ci sono stabilmente seduti sopra, va tutto benissimo così.
Del resto, il nuovo corso era già stato anticipato da Davide Casaleggio, il figlio del Guru
investito di poteri assoluti per successione dinastica,
che in una delle sue allucinazioni condivise preannunciava
il superamento della democrazia rappresentativa come inevitabile.
Infatti, sancita l'inutilità del Parlamento, i deputati (o per meglio dire i "portavoce del popolo")
avrebbero in un prossimo futuro risposto direttamente alla sua "Piattaforma Rousseau", elevata a fonte
del diritto e di ogni altra legittimazione costituzionale,
contro i "baroni dell'intellighentia" (!) delegando la democrazia alla "Rete",
cioè a lui stesso ed alla sua società informatica.
Una roba che manco nei peggiori incubi di Orwell..!
Be'... il futuro è adesso.
E già si preannuncia uno schifo.