Milano
Checché se ne dica ad oggi in Italia ci sono aziende floride e di successo, che stanno
ricevendo una pioggia continua di ordini sia dal nostro Paese che dall'estero
e che necessitano urgentemente di nuova forza lavoro.
Nonostante questo, quelle stesse imprese talvolta non riescono a lavorare a pieno regime, e si trovano perfino
a bloccare gli ordini e a tenere spenta gran parte dei loro impianti e delle strutture produttive.
Questo accade perché tante piccole, medie e grandi aziende non riescono a soddisfare la propria necessità di talenti.
Dice bene infatti il leader degli industriali Vincenzo Boccia quando afferma che
Il problema è che spesso - troppo spesso - le conoscenze ci sono, ma non sono quelle giuste.
Tutto questo, in un Paese che esce da una forte crisi economica e che continua ad avere un altissimo tasso di
disoccupazione giovanile, sembra davvero paradossale.
Eppure è proprio così.
"Le imprese trainanti la ripresa hanno ricominciato ad assumere, ma incontrano di frequente
delle serie difficoltà nell'individuare dei candidati con le skills più adatte"
A fotografare il ritardo accumulato dal nostro Paese nel formare specifici profili professionali ci pensa una
recente indagine di Confindustria, presentata in occasione della venticinquesima giornata
nazionale Orientagiovani.
Stando a questo studio, nel triennio 2019-2021 saranno quasi 193mila i posti di lavoro vacanti nei settori
dell'alimentare, ICT, meccanica, tessile, chimica e legno-arredo.
Il problema, però, è che un terzo di questi lavoratori risulterà introvabile.
È proprio questo il minaccioso 'vuoto di competenze' al quale ha accennato Adami.
La soluzione a questa grave mancanza?
Alla luce di tuto questo diventa fondamentale, per le aziende di qualsiasi dimensione,
affidarsi a dei veri specialisti per la ricerca del personale necessario, così da assicurarsi
i migliori talenti disponibili sul mercato.
"Appoggiarsi a delle agenzie di selezione del personale esperte significa poter
fare affidamento su un attento servizio di HR Investigation, il quale porta all'individuazione
del profilo più idoneo in tempi brevi, a tutto vantaggio dell'azienda" sottolinea l'head hunter.
In uno scenario in cui i talenti sembrano latitare, non riuscire a mettere le mani per primi
su un candidato particolarmente preparato vuol dire lasciarlo alla concorrenza, e il danno rischia così di essere doppio.
Nella maggior parte dei casi, i profili più difficili da individuare sono ingegneri, periti tecnici e operai specializzati,
tanti ruoli non assegnati che rallentano le imprese non per mancanza di ordini, quanto per carenza di capitale umano.
( Redazione Milano )
"l'Italia non ha materia prime, ma ha capitale umano, conoscenza e talento, e su questo dobbiamo puntare per
costruire il futuro del paese".
spiega Carola Adami, founder e CEO della società di head hunting di Milano Adami & Associati, aggiungendo che
"il mismatch tra offerta formativa e domanda delle imprese è un problema che rischia di formare un grave vuoto di competenze".