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ref:topbtw-1626.html/ 3 Maggio 2019/A


CINA-ITALIA
Finanza..sulla via della seta..
I Cinesi acquistano una banca italiana


Una banca locale venduta ad acquirenti cinesi..

Alla fine, è successo; in Romagna nasce la prima banca cinese, che si compera una piccola banca italiana.

Si tratta di un fatto storico, come commentavo questa mattina al telefono con il banchiere Corrado Sforza Fogliani, Presidente dell’Associazione Nazionale delle Banche Popolari.

I lettori del mio blog lo sanno, lo avevo previsto da anni (come spiego anche nelle mie conferenze) secondo un processo storico articolato in tre fasi;
la prima, aver svenduto lo Stato e la sua moneta, la seconda aver svenduto il sistema industriale italiano in un sistema a cambi fissi e la terza (prevedevo) sarebbe stata svendere a prezzi di saldo il sistema delle banche locali italiane.

Il sistema di norme imposte dall’Unione Europea con i suoi vari organi regolatori e la sudditanza psicologica della nostra classe politica degli ultimi anni avrebbe portato – teorizzavo – alla fase in cui i fondi speculativi si sarebbero comprati a prezzo di saldo il vero valore della penisola;
il sistema, unico al mondo, delle banche locali italiane.

Quel sistema, adatto al nostro mercato di piccole imprese, quello che portò l’Italia dalla ricostruzione del dopoguerra ad essere tra le prime cinque potenze economiche mondiali (quando avevamo la lira), sarebbe stato spazzato via non dal mercato – avevo previsto - ma dalle nuove regole imposte al mercato.

Non sapevo esattamente quando sarebbe successo, quattro anni or sono, ma dicevo sarebbe successo entro un lustro;
cioè che avremmo svenduto ai cinesi, dopo le aziende e le squadre di calcio, anche le banche.

Quel giorno, puntualmente, è arrivato.

Solo che, rispetto ai grandi fondi speculativi europei e americani, è anche peggio;
qui la competizione è impari, poiché dietro probabilmente vi è – anche se non ufficialmente – uno Stato sovrano.

Rassegnatevi, poiché presto, oltre che andare nel bar cinese della vostra città per comprare un caffè, potrebbe capitarvi per comperare un mutuo..


Cortesia di Valerio Malvezzi


Nota del Direttore..

Gli Italiani vendono, da anni, industrie, negozi, attività, ristoranti, squadre sportive, case, terreni, ed ora banche. .ai cinesi..indiani, pakistani, turchi, tunisini..
Ed allora ?
Perché lo fanno ?
Perché gli italiani sono stanchi di lavorare inutilmente, sono stanchi dello stato-vampiro, della burocrazia ed, in ogni caso, di non guadagnare.
Perché lavorare se hai solo grattacapi e non hai nessun vero profitto ?

Ed allora ben venga il cinese ( a Prato da anni ), l'indiano, il pakistano, il turco, il tunisino.. basta che paghi..
Anche "pochi quattrini, maledetti, ma subito"..

E se cinesi, indiani, pakistani, turchi e tunisini vogliono lavorare e produrre, e pure mantenersi i dipendenti italiani, che ben vengano..

E come e dove investiranno i loro soldi gli italiani che hanno incassato i "pochi, maledetti e subito" sudati quattrini ?

Questa è la vera domanda..

Perché le promesse di caldi paradisi fiscali in nazioni attraenti ed ospitali non mancano di certo..


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