Con l'accordo di libero scambio con il Vietnam che sara' firmato ad Hanoi il prossimo 30 giugno,
l'Unione Europea dà il via libera all'ingresso a dazio zero di 80 mila tonnellate di riso lavorato,
semilavorato e aromatico accusato di essere ottenuto con il lavoro minorile, secondo la denuncia
del Dipartimento del lavoro statunitense.
"Si tratta - sottolinea Prandini - di una decisione sbagliata e contraddittoria in virtù della difficile
situazione del comparto e della decisione dell'Unione europea che da metà gennaio 2019 ha messo finalmente
i dazi sulle importazioni provenienti dalla Cambogia e dalla Birmania (ex Myamar) che fanno concorrenza
sleale ai produttori italiani".
"Il settore agricolo non deve diventare merce di scambio degli accordi internazionali senza alcuna
considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale e ambientale sui territori",
precisa il presidente, nel sottolineare che,
"e' necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri,
garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso
di qualita' che riguarda l'ambiente, la salute e il lavoro e la salute".
In gioco, spiega la Coldiretti, c'è il primato dell'Italia in Europa dove e' il primo produttore
di riso con 1,40 milioni di tonnellate su un territorio coltivato da circa 4 mila aziende,
che copre il 50% dell'intera produzione Ue con una gamma di varieta' unica su una superficie coltivata
di circa 220 mila ettari.
L'uso e lo sfruttamento di manodopera minorile, che nel caso del Vietnam addirittura è d'età infantile,
rappresenta una abominevole violazione dei diritti umani, che la Ue evidentemente non considera rilevanti,
mentre la medesima Ue stigmatizza il governo italiano e il ministro dell'Interno Matteo Salvini per quelle
che viceversa considera "violazioni dei diritti umani" degli africani clandestini che provano ad arrivare in Italia
con barconi, barchini e navi pirata delle ONG. .
(Redazione)