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(Intillimani - El Condor Pasa)
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Il Racconto della Domenica - 3 Gennaio 2016 -
"IL RISOLUTORE" -

Cap. 1 "Oltre ogni limite"

Il nome stesso - Alphio Iceeyes - è tutto un programma.

Nessuno in realtà conosce la vera identità di Alphio, nei sette passaporti diplomatici di cui dispone, il cognome, più simile ad un soprannome che ad un vero cognome, è però citato esattamente così.

In realtà è conosciuto dai servizi segreti di tutto il mondo come "Il Risolutore" i suoi datori di lavoro sono esclusivamente i Governi, mai un privato, anche perchè i suoi interventi hanno costi difficilmente sopportabili da persone o strutture private.

Vive in un antico castello inaccessibile edificato su un'isola deserta protetta da alte scogliere, si sposta a bordo di un elicottero che pilota personalmente, il servizio di casa è demandato ad un vecchio maggiordomo vestito estate e inverno con un frac di almeno due misure più grandi della sua taglia.

Sembra che il risolutore non abbia vizi di sorta, al di fuori di alcune innocue manie che però denotano la stranezza del suo carattere:
indossa sempre una veste da camera di velluto rosso con i gradi di ammiraglio, fuma una pipa derviscia d'argento, si sveglia alle prime luci dell'alba eseguendo subito 20 riflessioni, che preferisce alle flessioni fisicamente più impegnative, ascolta estasiato la musica degli Intillimani che in quasi tutti gli altri provoca profonde crisi di licantropia.

Malgrado, almeno sembra, l'assenza di qualsiasi esercizio, ha una struttura ed un fisico formidabile, una muscolatura d'acciaio, due occhi grigio-verdi che non tradiscono alcuna emozione, una bellezza quasi sovrumana che rende folli le donne che per caso hanno la fortuna di incontrarlo.

Secondo alcuni ciò è dovuto ad una misteriosa pozione che i monaci tibetani preparano apposta per lui.

Molti casi internazionali, apparentemente incomprensibili, portano invariabilmente la sua firma, rivoluzioni nell'America Latina, improvvisi decessi di capi di stato, crollo delle borse, sparizione di killer professionisti che prendevano i voti rinchiudendosi per sempre in conventi di clausura, trasmigrazione senza motivi apparenti di enormi fortune da una persona all'altra :
Bill Gates aveva donato tutto ad un immigrato albanese, quasi tutti gli sceicchi avevano trasferito tutti i propri averi a personaggi sconosciuti ed ora lavano i vetri ai semafori delle città, il sovrano dell'Oman non aveva più una lira, tutto il suo patrimonio era stato trasferito ad una fondazione anonima, ora si guadagna da vivere facendo la guida turistica.

I maligni sono convinti che fossero tutti dei prestanome del risolutore, ma questo non è provato.

Esistono molte storie sul suo conto, non si sa se vere o inventate:
sembra ad esempio che un giorno alcuni suoi collaboratori, ritenendo di alleviare la vita solitaria che conduceva, avessero condotto al castello una giovane vergine vestita con un saio di tela grezza stretto in vita da un vecchio cordone e che aveva l'abitudine di recitare passi della Bibbia e di flagellarsi ad ogni ora della giornata.

Il risolutore gradì il pensiero dei collaboratori, ritenne che l'autoflagellarsi della ragazza costituisse una pratica erotica e si accinse a consumare l'amplesso.
Sbagliava.
Il nome della giovane vergine risultò essere Maria Goretti, divenuta poi santa per aver resistito al fascino del risolutore.

Un giorno il Governo Italiano chiese al risolutore di indagare su due misteriosi, gravissimi casi, che si erano verificati sul proprio territorio e che almeno apparentemente non avevano risposta :
La strage di Ustica e quella della stazione di Bologna.

Il risolutore accettò il delicato incarico, naturalmente dopo aver incassato un enorme somma depositata presso uno dei suoi conti in una banca delle isole Caiman.

Il risolutore prendeva molto seriamente gli incarichi che riteneva di accettare, riusciva sempre a trovare le soluzioni.

Si accinse quindi ad investigare con i propri sistemi sul caso "Ustica".

Ottenne tramite i servizi segreti deviati i tracciati radar di quel giorno, sino a quel momento tenuti segreti, scoprì che intorno al DC9 abbattuto, che ufficialmente non presentava alcun traffico aereo militare, volavano non meno di 15 coppie di caccia intercettori di 15 nazionalità diverse.
Il problema era:
perchè ?
Si concentrò.
Bevve una camomilla corretta al Kirsh, prese da una scatola ( contenuta in altre dieci con il sistema della matrioska) un pizzico di tabacco da fiuto - un'altra delle sue strane manie - e trovò la soluzione.

Studiando attentamente la lista passeggeri del DC9 scoprì che sotto falso nome viaggiavano gli Intillimani.
Era stato precedentemente annunciato un loro tour da svolgersi in giorni diversi presso quindici Stati.
La prima esibizione a Palermo.
I relativi governi, riuniti in sessione segreta, decisero che l'integrità mentale dei propri cittadini doveva essere salvaguardata ad ogni costo.
Avendo appreso della presenza segreta degli Intillimani a bordo del DC9 inviarono ognuno una coppia di caccia.
Con un compito ingrato.
Non un solo missile colpì l'aereo, come si era ipotizzato, bensì 30.

La notizia, vera, non fu mai resa nota.
Non uno ma quindici governi erano solidalmente responsabili.

Dopo alcuni giorni di riposo, trascorsi a nuotare nella sua speciale piscina - speciale in quanto vi stazionavano due squali tigre e sei coccodrilli del Nilo - tutti addomesticati, sembra, dal risolutore in persona, si accinse ad esaminare ed investigare sulla strage della stazione di Bologna.

Il caso sembrava effettivamente irrisolvibile, non sembravano esistere ne esecutori ne mandanti, allora?
Non aveva mai fallito un contratto, anche perchè avrebbe dovuto restituire l'anticipo incassato e la sua innata avarizia non gli consentiva di farlo.
Si concentrò al massimo delle sue possibilità.
Ebbe un colpo di genio.
Comprese tutto. Esaminando l'elenco del personale in servizio quel giorno presso la stazione di Bologna scoprì che era stato assunto in prova, come aiuto cuoco, un giovane disoccupato veneto con un Q.I. molto vicino a quello di una lucertola.

Il cuoco titolare lo incaricò per l'indomani di preparare 24 bombe, ritenendo ovviamente superfluo di precisare "al prosciutto"
L'apprendista prese alla lettera l'incarico, si procurò, non si sa come, un quintale di esplosivo, lo impastò con la farina doppio zero e passò tutto al forno, ma a bassa temperatura come il cuoco titolare aveva raccomandato di fare.

Il libretto di lavoro dell'aiuto cuoco si ritrovò, poi, sopra un albero a venti chilometri di distanza.


( Eugenio Ardito )

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