ref:topbtw-1815.html/ 7 Novembre 2019/A
Milano.
Il governo Conte cade?
Il segno è già stato passato da un pezzo e Nicola Zingaretti lo ha fatto capire ai ministri e sottosegretari
dem che ha riunito alla Camera.
E' un gabinetto di guerra al quale hanno partecipato anche i capigruppo, Andrea Marcucci e Graziano Delrio.
Ma soprattutto i ministri competenti per la manovra economica, con Roberto Gualtieri in testa.
L'ordine del giorno, d'altra parte, è proprio la legge di Bilancio, ma il discorso vira immediatamente
sull'atteggiamento degli alleati di governo, Luigi Di Maio e Matteo Renzi.
E' in particolare il secondo, con un Tweet di primo mattino, a scuotere il vertice del suo fu partito.
Renzi aveva scritto:
"Nei giorni scorsi ci hanno accusato di essere sfasciacarrozze perché chiedevamo di
cancellare provvedimenti sbagliati come l'aumento delle tasse sulle auto aziendali.
Adesso che questa misura sbagliata è stata cancellata potremmo toglierci tanti sassolini dalle scarpe
e chiedere che fine hanno fatto quelli che una settimana fa ci insultavano.
La tassa sulle auto aziendali non ci sarà.
Avanti cosi'!"
I capataz del Pd non hanno gradito.
"Meglio se non tiri troppo la corda con questi giochini", dicono alcuni ministri dem,
"perche' stavolta potrebbe spezzarsi".
A riportare all'attualita' la parola 'crisi' è l'annuncio via Twitter fatto da
Renzi sulla cancellazione dei provvedimenti riguardanti le auto aziendali, con la
rimodulazione - nuova espressione usata di volta in volta per dire tassa cancellata per paura
di rtpecipitare nei sondaggi oppure tassa aggiunta a tutte le altre perchè magari gli elettori non se ne accorgono.
Sulle misure della manovra da modificare o addirittura da cancellare "non c'e' nulla di deciso",
precisano tuttavia fonti di governo che invitano tutti a
"evitare ansie da prestazione, che sono deleterie".
Sarà, ma il bombardamento sul governo sia di Renzi sia di Di Maio è continuo.
L'uscita mattiniera di Renzi ha l'effetto di un terremoto sui dem che si dicono "insofferenti" rispetto alle
continue "provocazioni" dell'ex compagno di partito.
Che Matteo Renzi stia cercando in tutti i modi di mettersi al centro dello scacchiere, è molto più
di un sospetto per i dirigenti Pd.
E sta agendo per mettere Conte con le spalle al muro.
Una prova, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, è stata data ieri con la mozione di Raffaella Paita per il
ripristino dello scudo fiscale per ArcelorMittal, mozione che per al verità è stata presentata prima
sia sa Fdi sia da Forza Italia, ma finchè lo fanno le opposizioni, si può respingerla, ma quando la presenta
uno dei componenti della maggioranza governativa, bè, sono guai seri.
Sì, perchè può fare cadere il governo.
E' una mozione sulla quale la maggioranza non è compatta:
una bella fetta di parlamentari M5s non la voterebbe e perplessità si registrano anche in seno al Partito Democratico.
Se quella mozione dovesse arrivare al voto, le conseguenze in Parlamento sarebbero imprevedibili,
e tra queste la caduta del govenro in Aula.
E c'è già chi, tra i parlamentari alla Camera, evoca la mozione sulla Tav risultata fatale per il
Conte I. Zingaretti, pero', lo ha gia' detto:
"IL Pd non e' disposto a governare fra nemici", aggiungendo una frase che suona premonitrice:
"Il governo va avanti se fa le cose per gli italiani, altrimenti perde la sua ragione d'essere".
Una formula utilizzata nel recente passato anche da Matteo Salvini, prima che Conte rassegnasse la sue dimissioni.
E in un passato più remoto, dallo stesso Matteo Renzi, prima del passaggio della campanella di Palazzo Chigi dalle mani
di Enrico Letta.
Lo schianto di Conte potrebbe essere a breve.
( Redazione )