ref:topbtw-1827.html/ 19 Novembre 2019/A
Milano.
Nel 1989, i cittadini dell'Europa centrale
"furono cosi' forti da cambiare il futuro del continente".
Lo ha dichiarato il primo ministro ungherese Viktor Orban, in occasione della celebrazione del 30mo anniversario
della Rivoluzione di velluto, tenutosi ieri a Praga.
"Ed alla luce della situazione attuale dell'Europa, possiamo dire con tutta la dovuta modestia che,
oggi, siamo davvero noi il futuro del continente",
ha aggiunto il capo del governo magiaro.
"Siamo pronti per questa missione", ha detto ancora Orban.
"Trent'anni fa abbiamo dimostrato che non eravamo capaci solo di morire per i nostri paesi e per l'Europa,
ma anche di costruire un futuro civile di vita e lavoro.
Oggi condividiamo non solo un destino comune e obiettivi comuni", ha spiegato Orban.
"La cooperazione dei paesi dell'Europa centrale è scritta nel cuore di questi popoli".
Il premier di Budapest ha affermato che la resistenza anticomunista ceca e polacca è stata un modello per
i giovani ungheresi negli anni '80.
Cio' ha aiutato i cittadini magiari a iniziare a smantellare il sistema comunista,
ha aggiunto Orban, secondo cui
"era ormai chiaro che appartenere alla generazione del '68 significava
qualcosa di radicalmente diverso in Occidente che in Europa centrale".
Orban ha detto che mentre la generazione occidentale del '68 si sforzava di smantellare l'Europa
degli stati nazionali liberi e della cultura cristiana,
"i nostri cittadini del '68 volevano riguadagnare
e proteggere questi valori".
Il messaggio del 1968 nell'Europa centrale è sempre vivo, ha aggiunto Orban:
"vogliamo decidere il nostro destino, vogliamo vivere come una nazione libera, non come una colonia subordinata.
Siamo democratici dell'Europa centrale e dobbiamo proteggere la sovranità degli stati nazionali perché
abbandonare questo principio porterebbe alla fine della nostra democrazia", ha detto.
Orban ha aggiunto che non sarà un nuovo sistema ideologico a migliorare l'Europa:
"abbiamo bisogno di semplici cose:
vivere la nostra vita in Europa centrale, onorare e proteggere le nostre famiglie,
godere della nostra libertà, amare il nostro paese ed essere orgogliosi della nostra nazione
.
Noi europei centrali abbiamo una nostra lingua ovvero la lingua di libertà, indipendenza e solidarietà reciproche.
E questo comune sentire ci da' una voce indipendente e distinta nella grande famiglia delle nazioni europee.
Questo e' il motivo per cui l'Europa centrale oggi non è solo un concetto geografico ma una realtà politica, economica
e culturale".
Tutti i premier dei paesi di Visegrad - il leader ceco Andrej Babis, il leader polacco Mateusz Morawiecki e il
premier slovacco Peter Pellegrini - hanno parlato alla commemorazione, insieme a Wolfgang Schauble,
presidente del Bundestag tedesco.
( Redazione )