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ref:topbtw-191.html/ 22 Gennaio 2016/C


Faiez Serraj: E adesso, pover'uomo ?

32 Ministri per un Governo incollato da Martin Kobler

Dopo lunghe e faticose trattative, svolte in Tunisia, con tempi "allungati" e pressioni di Martin Kobler - il nuovo responsabile dell'USMIL - il Presidente designato, Faiez Serraj ha trovato la quadra, con la nomina di ben 32 Ministri.

Un numero "all'italiana"..ma da prima repubblica
Libia: circa 6 milioni di abitanti ( ma un milione ormai all'estero ) ha ben 32 Ministri..
Italia: circa 60 milioni di abitanti, 16 Ministri.
USA: circa 319 milioni di abitanti : 26 "segretari di Stato"..

La Libia, con un ministero ogni 150.000 abitanti ha quasi raggiunto lo scopo di dare un Ministro ad ognuna delle sue 100 tribu'..
In realtà ogni tribu' importante avrà il suo Ministro ed ogni tribu' più piccina i suoi segretari del Ministro.
Uno stuolo di circa cento persone in coda dietro al Presidente Faiez Serraj.

Tutto questo per non creare le tre macro-regioni ( Tripolitania, Fezzan, Cirenaica ) che sono le sue suddivisioni naturali.

Ma non solo.
In realtà é per poter trattare con una specie di "governo fantoccio" le successive mosse.
Mosse che sono essenzialmente due.
Un preciso ed incisivo intervento per bloccare le attività criminali connesse al traffico dei clandestini, attività che inizia a dar fastidio alla Germania in generale ed alle signorine tedesche in particolare.
Un intervento militarizzato al fine di proteggere le attività di ricostruzione e di ripristino di tutte le infrastrutture civili ed industriali e degli impianti petroliferi danneggiati, ammalorati, bloccati ormai dalla ruggine e dal salmastro.

Due azioni che permettono una ricca boccata di ossigeno a Siemens, a MTU, a Mannesmann, ed ai vari colossi tedeschi alla caccia di nuove commesse..
Ma non solo..
Ecco qui una listerella di interessati fruitori, tutti europei, dei servizi offerti dai 32 Ministri: tutte aziende pronte a riattare i loro uffici in Libia ed a rimpolpare i conti correnti bancari di uno stuolo di funzionari.
A fianco del nome dei maggiori gruppi europei, un'idea, in milioni di euro, del loro fatturato..
1 Royal Dutch Shell 484,489
2 BP 386,463
3 Total 231,580
4 Volkswagen 221,550 , salvo multi-milionarie multarelle.. dal profumo di un Diesel..
5 Glencore Xstrata 220,030
6 Gazprom 157,830
7 E.ON 157,057
8 Eni 153,676
9 ING 150,571
10 Daimler 148,139
11 AXA 142,712
12 Allianz 134,167
13 BNP Paribas 127,460
14 GDF Suez 126,076
15 Carrefour 121,734
16 Statoil 119,561
17 Banco Santander 117,408
18 Exor 117

Più altri.. tutti in coda !
Ovviamente con una discreta presenza USA ed una serpeggiante presenza Cinese..



Ma come farà mai il pover'uomo a cavarsela ?
La Kobler-colla non puo' tenere uniti più di tanto i 32 Ministri, tutti a caccia di dollari e di regalini e di vacanzine con volo in prima classe incluso..

Ed ecco i primi problemi:
L'accordo fra i Tuareg ed i Tebu Obari non esiste ancora.
Cosa non da poco, visto che le due etnie non solo controllano zone impervie di montagna, pure ai confini con la Tunisia, ma che mentre or ora appoggiano l'ISIS, un domani aiutano un qualsiasi altro cialtrone, purché riccastro.

Minoranze vagabonde, dedite al contrabbando di qualsiasi cosa permetta loro di fare quattrini.
Minoranze comunque con la mentalità del bandito di strada e con un livello di civilizzazione media di un cavernicolo.

In definitiva etnie estremamente pericolose sul territorio con, comunque, una valenza "storica" di minoranza sempre tenuta in disparte da tutti i Governi e da tutti i Rais precedenti.
E quindi ora tenute in grande considerazione.

Riuniti a Ghat, qualche giorno fa, il comitato degli anziani, dopo la solita mini sparatoria fra i più facinorosi, non sono riusciti a trovare neppure un accordo sul come togliere di mezzo i banditi che assaltano le carovane ed i viaggiatori sulla strada per la stessa Ghat.
Ghat, città del profondo deserto del Fezzan ove, ovviamente, manca tutto..

Ma questo, dopututto, non é ancora il problema principale.

Il vero problema resta la zona di Zuwara al confine con la Tunisia e le bande dell'ISIS che, ora più che mai, si fannno sentire a colpi di cannonate.
Ed infatti, proprio in questi giorni, ecco che la Tunisia inzia a bruciare.
Chi soffia sul fuoco ?
Contrabandieri e pirati..

Ed il primo fattaccio, il primo vero e grande disastro , é già avvenuto.
I mezzi di informazione europei non ne parlano più di tanto, Kobler aspetta, sornione, la richiesta di un primo aiuto.
Richiesta sulla quale, dopotutto, ci conta..

I serbatoi e le pipe-line di RAF LANUF sono in fiamme.
Il fumo intossica gli abitanti.
Greenpeace tace.. ( quando si tratta di petrolio arabo.. ha delle dimenticanze ? )

Non solo milioni di dollari sono andati in fumo ma, per i prossimi mesi, Raf Lanuf é fuori uso..

Ma poi, comunque, il prezzo del petrolio non sale ai 100 dollari al barile che i "guru della finanza" avevano previsto nel 2011 con l'inizio delle rivoluzione in Libia.
I famosi "guru" che poi hanno mandato a puttane un bel po' di banche USA prima ed europee poi ..

Il barile resterà sempre intorno ai 25 dollari, con l'aiuto de Rohani e con la vana speranza dei Sauditi di mettere in crisi la prooduzione nazionale USA.

E mentre a RAF LANUF bruciano oltre tre milioni di barili di petrolio, inquinando cielo, mare e terra, cosa mai potrà fare Faiez Serraj, il pover'uomo ?
Ma Kobler già lo sa..


( Giorgio Comerio )

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