ref:topbtw-1954.html/ 19 Marzo 2020/A
Redazione-
Trallallero trallallà
come è bella sta città
ando due se sò accordati
pe rubbà come addannati…
etc. etc.
"Scusa ma nun era mejo chiude con cojoni?"
E tu chi sei?
"Io sò er popolo"
Ah ecco, bravo, proprio a te pensavo,
in materia de cojoni,
ma nun me venivi in mente.
E la gente al balcone canta, accende i lumini, volge i telefonini alle stelle ed altre frivole amenità del
genere, possibilmente a tutto volume..
Insomma si lascia che una buona dose di esibizionismo anneghi le paure profonde di
dover affrontare non solo un cambiamento radicale ma anche un cambiamento la cui durata é assolutamente ignota.
Chi dice che però in fondo è "tutto positivo.."
Perché con l'allegria ci si scorda la paura..
Non credo che con il Trallallero e Trallallà si metabolizzi prima la semplice verità di una situazione
decisamente catastrofica non tanto per la sua modalità ma sia per l'invisibilità del nemico
sia per l'incertezza della durata della battaglia..
La paura nascosta di milioni di Italiani ?
Che a fine mese molti di loro non avranno i soldi per comprarsi da mangiare.
Così come le migliaia di "ospiti", sbarcati dalle ONG in Italia, in anni di follia buonista, ormai
alla deriva, saranno incontrollabili.
Ed allora ecco la paura di assalti, saccheggi e devastazioni.
Come in Tunisia , Libia, Siria, Egitto, etc. con la rivoluzione del 2011, come in Venezuela, etc. di questi tempi..
Ed ecco perché in USA sono tutti corsi a far acquisti di munizioni e di armi da fuoco..
Ma non tutto il male vien per nuocere..
L'Italia della seconda guerra mondiale viveva con le sue risorse nazionali e, nel frattempo,
combatteva su diversi fronti una guerra durata cinque anni..
Oggi l'Italia ha le risorse nazionali per vivere decentemente, anche perché nessun italiano è al fronte a combattere.
Certamente magari pasta, riso, carne, latte e formaggi saranno più cari,
ma pur sempre saranno disponibili..
E poi ?
Magari ci attenderà una bella "tessera annonaria" elettronica, magari con tutti i dati già caricati
sul micro-chip della nuova carta di identità.
Ricordiamoci che nel corso della Seconda Guerra Mondiale era proprio utilizzata la "tessera annonaria" .
La tessera era un documento, nominativo, bimestrale, che permetteva, in date prestabilite, di recarsi da un
fornitore autorizzato per prenotare generi alimentari o di altra tipologia.
Introdotta come documento per gestire e controllare il Razionamento permetteva al negoziante di staccare
la cedola di prenotazione apponendo la propria firma.
Stampata su carta di colori diversi per distinguere le differenti fasce d'età, la tessera era verde
per i bambini fino agli otto anni, azzurra per i ragazzi dai nove ai diciotto anni, grigia per gli adulti.
Su ognuna comparivano le generalità del possessore, scritte con inchiostro nero ed indelebile.
L'acquirente, dopo una coda spesso molto lunga, la presentava al negoziante autorizzato che tagliava le strisce in cima,
imprimendo il proprio timbro.
Dato che i prezzi e le quote di razionamento variavano di frequente, e siccome molti alimenti erano disponibili
solo in dati momenti, diventava uso comune prelevare la quota spettante in un'unica soluzione.
Le date di prenotazione e ritiro dei generi alimentari erano annunciate tramite manifesti e trafiletti sui giornali.
La tessera annonaria segnò la vita quotidiana degli italiani per un lungo periodo: dal 1940 fino al 1949.
Insomma, dopotutto se berremo il caffè d'orzo oppure mangeremo il surrogato di cioccolato non moriremo di certo di fame.
Anche perché il nostro "spritz" non ce lo toglierà proprio nessuno.
E non moriremo di certo per la mancanza del sushi o della vodka oppure del whiskey !
Tonno in scatola con fagioli e grappa, andranno benissimo lo stesso !
( Redazione)