ref:topbtw-1963.html/ 27 Marzo 2020/A
Il coronavirus ha cominciato a circolare in Lombardia dal primo gennaio e ha continuato a farlo in
modo sommerso per oltre un mese e mezzo prima della diagnosi del paziente 1 di Codogno, avvenuta il 20 febbraio.
E' quanto emerge dall'analisi pubblicata sul sito ArXiv e condotta da 14 centri di ricerca, con il coordinamento del
Direttorato generale della Sanità della Regione Lombardia.
''L'epidemia in Italia è rimasta sconosciuta per settimane'',
scrive oggi la rivista Nature, commentando la ricerca sul suo sito.
''L'epidemia in Italia è cominciata molto prima del 20 febbraio 2020.
Al momento dell'identificazione del primo caso di Covid-19 si era già diffusa in molti comuni della Lombardia meridionale'',
si legge nell'articolo.
Dalla ricerca, ha proseguito, emerge inoltre che all' inizio i casi sintomatici erano l'80%, contro il 5% di
asintomatici e il 15% di casi non chiari, forse con sintomi cosi' leggeri da non dare la sicurezza dell'infezione.
Gli autori della ricerca hanno ricostruito l'origine dell'epidemia, quindi si è proceduto a ritroso,
ricostruendo la catena dei contatti sempre più indietro nel tempo.
Sono stati individuati cosi' i casi sporadici comparsi nella regione dal primo al 29 gennaio e poi i casi più
frequenti avvenuti dal 30 gennaio al 19 febbraio, con un picco di oltre 60 avvenuto il 18 febbraio.
Due giorni piu' tardi, il 20 marzo, l'epidemia e' uscita allo scoperto, con l'identificazione del paziente
1 a Codogno.
I ricercatori hanno inoltre stimato che inizialmente il tasso di riproduzione è stato di 3,1, vale a dire
che ogni persona con l'infezione poteva contagiarne 3,1, e ha cominciato a decrescere dopo il 20 febbraio.
( Redazione - Milano )