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Il Racconto della Domenica - 31 Gennaio 2016 -
"IL RISOLUTORE" -

Cap. 5 "Il Seme dell'odio"

Il segretario stava sorseggiando una doppia grappa.

Erano le 10 del mattino di un agosto particolarmente caldo nel paese di montagna nel quale il segretario trascorreva le sue solite vacanze.
Da anni sempre lo stesso posto.

Per motivi facilmente intuibili non riveleremo né il nome del segretario né di quale partito fosse segretario, ci limiteremo ad indicare, facendo così in modo da renderne impossibile l'individuazione, che amava il colore verde con tassativa esclusione dei colori bianco e rosso, insieme a tutti i membri del suo partito, che usavano soltanto quel colore per gli accessori dei loro abiti.

Il segretario aveva un pensiero fisso, che era ormai diventato un'ossessione: odiava i meridionali.

Con un'aggravante:
qualunque cosa o persona esistesse o vivesse a sud del suo paese era considerata meridionale.
Tutto ciò che di negativo accadeva nel posto in cui viveva, dalle alluvioni all'invasione di cavallette era, secondo il suo pensiero, da addebitare ai riti malefici che questi ultimi facevano, apposta per andare in c............a lui ed al suo paese.
Si racconta che avesse sposato una donna del sud per potersi giornalmente vendicare :
la teneva alla catena, le dava da mangiare e bere ogni tanto in una ciotola, la investiva giornalmente con gli epiteti più orrendi e irripetibili.

Quel giorno era proprio il 15 del mese di agosto, tutti erano in vacanza, ma il segretario, che con uno dei suoi noti ribaltoni era passato dall'opposizione alla maggioranza e, non si sa per quale alchimia politica, pur contando su un numero relativamente limitato di voti poteva determinare le sorti dei governi di cui faceva parte, pensò di convocare per l'indomani una riunione urgente del Consiglio dei Ministri che maledicendo in cuor loro lui e tutti i suoi accoliti, facendo buon viso a cattiva sorte assicurarono la loro presenza.

All'ordine del giorno :
Risoluzione definitiva del problema meridionale.

Il segretario si presentò in consiglio in bermuda e canottiera, con un foulard verde al collo.
Prese subito la parola e cominciò ad elencare tutti i difetti dei meridionali:
la mancanza di voglia di lavorare, il disordine, il linguaggio incomprensibile, l'ineleganza nel vestire, l'attitudine alla malversazione, l'igiene discutibile, la propensione agli alcolici e quindi all'ubriachezza.

Difetti dai quali secondo lui i propri conterranei erano immuni.

Dopo aver esternato per oltre due ore il suo pensiero, tra uno strafalcione e l'altro, impose che si provvedesse alla risoluzione del problema, una volta per tutte e con priorità assoluta.

Il presidente del consiglio in carica, ormai abituato a ricevere ordini senza possibilità di replica da tutti i segretari dei minipartiti che gravitavano intorno alla coalizione, non potè fare altro che obbedire e promettere che si sarebbe attivato immediatamente.

Il presidente sapeva perfettamente che l'unica strada percorribile era quella che portava direttamente al Risolutore.

Si attivarono, interrompendo le vacanze di tutti, le procedure necessarie per organizzare l'incontro col Risolutore.
Cominciarono i primi problemi.
Nessuno dei funzionari era disposto ad assumersi l'incarico di presentare la richiesta presso l'abitazione del Risolutore.
Il segretario se lo assunse personalmente e si preparò a partire.

Furono avviati i consueti preliminari per anticiparne la visita, non senza avvertire i domestici di assecondare senz'altro il segretario se avesse gradito un bagno in piscina.
Il segretario arrivò al castello con un elicottero di Stato all'alba di una già caldissima mattina di agosto.
Si presentò davanti al portone di quercia.
Una dote che non faceva certamente difetto al segretario era la furbizia:
si guardò bene dal toccare i battenti e bussò, facendosi pure male, con le nocche di una mano.
Gli fu aperto, il maggiordomo col frac lo fece accomodare nella biblioteca e gli offrì subito la solita lattina di the, l'offerta fu gentilmente ma fermamente declinata.

Il Risolutore aveva l'abitudine di osservare non visto i suoi visitatori prima di ogni incontro.
Si rese subito conto di aver a che fare con un osso duro, ma questo lo stimolò ancora di più.

Decise di ammorbidirlo e lo ricevette dopo circa sette ore, che il segretario trascorse senza bere e senza usare il bagno ( anche l'uso della toilette a casa del Risolutore era a pagamento), seduto ad un capo dell'enorme tavolo da pranzo apparecchiato per due.

Contrariamente alle sue abitudini spartane, sul quel tavolo c'era ogni ben di Dio, il segretario era digiuno dalla sera prima ma fece forza su se stesso e declinò anche quell'invito.

Il Risolutore mangiò di buon gusto magnificando ogni portata ed ogni bicchiere di vino che sorseggiava, sapendo di affondare la lama.

Il segretario non battè ciglio ma era evidente che era prossimo allo svenimento.
Presentò formalmente la richiesta, il Risolutore, pur avvezzo alle richieste più strane e drammatiche, quella volta restò esterrefatto.

Si trattava di cambiare radicalmente il modo di vivere di buona parte di una nazione.

Non era cosa semplice.
Decise di accettare, ma con una richiesta economica abnorme che, era certo, non poteva essere presa in considerazione, liberandolo così dal risolvere un vero dilemma :
il trasferimento alla sua persona del Quirinale e dell'arcipelago delle Eolie.

Pagamento anticipato.

Il segretario non si scompose minimamente ( tanto non erano soldi suoi ) accolse la richiesta e l'indomani fu predisposto il rogito notarile.
L'opposizione, stranamente, non trovò nulla da ridire.

Il Risolutore capì che questa volta era una gatta da pelare, pensò di modificare il dna di tutti gli abitanti delle zone del sud mediante una vaccinazione di massa fatta passare per una soluzione anti malaria, ma i risultati si sarebbero visti dopo molte generazioni e il segretario i risultati li pretendeva subito.
Come fare ?

Mai il Risolutore nella sua lunga carriera non aveva mai, mai, dovuto non onorare un contratto.
Pensò l'impensabile, osò l' inosabile.
E ci riuscì.

Il Risolutore aveva un vecchio amico, noto durante il regime di Saddam come Alì il chimico.

Alì era un genio della chimica e della biologia, si divertiva ad eliminare le masse, per lui l'eliminazione fisica aveva un senso dalle 10.000 unità in avanti, al di sotto non ci provava gusto.

Alì era sotto processo in Irak ed era stato condannato a morte ma le aderenze del Risolutore erano infinite, Alì fu liberato, nominato ministro della sanità nel nuovo governo, quindi disponibile per il Risolutore.

Fu trovato il sistema: delle squadriglie di Canadair, con le cisterne caricate di un liquido speciale inventato da Alì, avrebbero nottetempo sorvolato le zone da bonificare irrorandole.

Il risultato:
diminuzione del 20% del Q.I. degli abitanti delle zone trattate.

Secondo il Risolutore l'unico mezzo per modificarne il carattere, appiattendolo, era questo.

Il Risolutore comunicò al Governo Centrale la sua risoluzione per esserne autorizzato.
Questa volta la posta del gioco era veramente alta.

La comunicazione fu inoltrata all'ufficio cifra del Ministero degli Interni mediante un messaggio cifrato con la macchina Enigma.
L'uso dell'Enigma apre un piccolo spiraglio nella conoscenza della vita del Risolutore, quello in suo possesso era l'ultimo esemplare della macchina cifrante usata dai nazisti durante l'ultima guerra mondiale che, secondo notizie riservate, era stata donata al Risolutore direttamente da Hitler.

Ora, nessuno conosceva la vera età del Risolutore, e questo particolare consentiva un calcolo facile, solo che il suo aspetto fisico non coincideva affatto con il calcolo, era quello di un uomo giovane, bellissimo, con una muscolatura d'acciaio, i capelli biondo cenere raccolti in un codino fermato da un anello di diamanti, gli occhi grigio-verdi di ghiaccio.
Enigma nell'enigma.

Comunque, da ciò prescindendo, il Governo concesse l'autorizzazione immediatamente.
In barba alla Costituzione ed al buon senso.
I Canadair quella notte stessa sorvolarono le zone segnate sulle loro mappe eseguendo gli ordini ricevuti, tutto il paesaggio sottostante:
case,città mare e campagne, oltre naturalmente agli abitanti, fu irrorato con la micidiale sostanza, si attesero i risultati nei giorni successivi.

Gli ispettori ministeriali, inviati nelle varie zone per constatarne i risultati, dopo qualche settimana di approfondite analisi presentarono i loro rapporti, che coincidevano tutti, si riscontravano dei risultati ma irrilevanti.

Fu informato il Risolutore che si consultò con Alì, ma la via da seguire era quella.
Quella sera stessa un altro messaggio cifrato fu inoltrato al Governo:
i contenuti erano gravi, al limite del genocidio, diminuire di un ulteriore 30% il Q.I. delle persone in modo da pervenire ad un totale del 50%.

Questa volta la decisione da prendere era pesante, fu molto sofferta, ma il segretario si assunse personalmente il gravoso incarico, sembra con una punta di soddisfazione e diede il via.

Quella notte i Canadair rifecero lo stesso lavoro, erano solo un po' più pesanti.

Dopo una settimana circa gli ispettori furono di nuovo incaricati delle verifiche.
Ci misero più tempo.
I risultati furono questa volta riferiti a voce e segretamente :
l'obiettivo era stato raggiunto ma aveva provocato un effetto secondario assolutamente non previsto :
I popoli del Sud, che avevano subito l'irrorazione, non ricordavano più la loro lingua di origine, parlavano tutti in Padano.

Il Risolutore poteva garantire i risultati, certamente non poteva prevedere gli effetti spuri, pertanto le rimostranze del Governo ed in particolar modo del segretario non ebbero alcun seguito e caddero nel vuoto.

Il segretario ebbe modo di ripensare e di rivedere le sue idee, fu comunque cacciato dal partito e di lui si persero le tracce.

I membri rimasti del partito ormai in liquidazione, pur sempre un numero consistente, riprese le vecchie navi con le quali aveva navigato su e giù per il Po insieme ai manifestanti e prese il mare per destinazione ignota.

Il comando del convoglio fu affidato al contrammiraglio che anni prima (1997) si trovava sulla plancia dell'incrociatore Vittorio Veneto, al momento disoccupato.

Fu così che il 15% del convoglio sbagliò clamorosamente rotta e si ritrovò, dopo sette mesi di navigazione in prossimità delle isole Comore dove, appena sbarcati,gli occupanti furono tutti divorati dai cannibali, una buona parte del naviglio si insabbiò davanti alle coste albanesi e tutti furono divorati dagli squali, la restante parte, che nel frattempo aveva giustiziato il comandante mediante impiccagione, riuscì a raggiungere le coste Pugliesi.

Furono scambiati per immigrati clandestini e dopo mesi di internamento nei centri di accoglienza temporanea furono rimpatriati mediante l'attivazione di un ponte aereo.

Sfortunatamente però una squadriglia di caccia intercettori, al comando del Cpt. Cocciolone ( quello della guerra del Golfo, noto come il terrore dei cieli ), in volo di ricognizione e addestramento, intercettò l'aereo con i profughi in fase di rimpatrio.

Per motivi mai più chiariti il comandante della squadriglia scambiò il boeing carico di profughi italiani per un aereo nemico carico di paracadutisti cinesi in fase d'invasione.
E ordinò di lanciare una salva di 112 missili aria-aria.
Della salva, 111 mancarono il bersaglio e si persero in mare uno, evidentemente difettoso e quindi privo di controllo-di-tiro, centrò l'aereo abbattendolo.

Il partito fu definitivamente annientato ed il il Risolutore, in attesa di nuovi contratti, si concesse un meritato riposo e come era sua abitudine prima di addormentarsi cominciò a suonare un'arpa birmana che teneva ai piedi del letto, quindi vinto dal sonno e dal suono dell'arpa si addormentò.


( Eugenio Ardito )

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