ref:topbtw-1971.html/ 4 Aprile 2020/A
Milano -
''Il 31 marzo non ha segnato l'inizio della crisi economica, ma la data del disastro finale,
perché siamo già arrivati al punto che nessuno paga più nessuno, col risultato che il 70% delle ricevute bancarie,
lo strumento standard con cui vengono pagate le piccole e medie imprese, sono andate insolute''.
Lo afferma Arturo Artom, imprenditore tra i fondatori di Confapri, la Confederazione delle attività produttive,
in una intervista a La Stampa.
''Bisogna intervenire subito. Bene un decreto dedicato alle imprese perché la situazione
è davvero disperata e non si può certo aspettare metà aprile quando si presume arriverà il nuovo decretone
del governo.
Occorre prendere di petto il problema come hanno già fatto Svizzera, Francia e Germania''.
E aggiunge:
''Il governo si è scordato delle imprese e purtroppo ha stanziato troppo poco per garantire la loro
liquidità:
ha portato da 700 milioni a 1,2 miliardi la dotazione del Fondo di garanzia per le pmi, aumentando
giustamente la copertura dal 60 all'80% per tutti, ed ha stanziato 500 milioni di garanzie a
favore della Cassa depositi e prestiti.
Troppo poco.
Non si è capito che ci stava per crollare il mondo addosso'', ''occorre aumentare in maniera consistente la
dotazione del Fondo di garanzia portando la copertura al 100% in modo che le banche non debbano più fare
le istruttorie in modo da accelerare i tempi, come ha fatto la Svizzera, e poi bisogna aggiungere 3-4 miliardi
di euro di nuovi fondi.
L'ideale sarebbe arrivare a 5 miliardi, in maniera tale da assicurare fondi per 100 miliardi alle piccole imprese''.
E conclude:
''Serve un decretino di poche righe per svoltare, è già tutto pronto''..
( Redazione)