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Il Racconto della Domenica - 14 Febbraio 2016 -
"IL RISOLUTORE" -

Cap. 7 " Secret Service "

" El agua es poco y la pato no flota."

Rispose il Risolutore al cablo cifrato proveniente dal Governo Italiano in carica.

Un problema di vitale importanza assillava da tempo i ministri con delega ai servizi segreti via via succedutosi nei diversi governi che, in Italia, si avvicendavano con cadenze simili al cambio delle stagioni.

Il problema, sin dai tempi di Francesco Crispi, era sempre uguale e mai risolto:
gli agenti segreti, selezionati con grande attenzione, quando non deviavano o si occupavano dei c...........loro, nella normalità non avevano niente di segreto, tranne probabilmente che per loro stessi ed erano una via di mezzo tra l'ispettore Clouseau e la pantera rosa.

Negli ultimi periodi l'Italia era considerata ad alto rischio di attentati, l'azione dei servizi era dunque essenziale nella prevenzione e nell'individuazione delle cellule.

La prima azione del Ministro con delega era stata una mossa invero intelligente:
si era fatto crescere la barba per risultare attinente al suo lavoro, era stata poi predisposta una centrale di ascolto dopo aver installato nelle varie moschee delle cimici.

Già questo aveva provocato enormi ritardi ed incomprensioni in quanto parecchi agenti incaricati dell'installazione, prendendo alla lettera l'ordine segretamente ricevuto, si erano procurati, dopo affannose ricerche, delle cimici (cimex lectularius) e le avevano sparse nelle moschee in aggiunta a quelle già abbondantemente residenti.

Il messaggio in cifra inoltrato alla centrale era quindi stato :
Operazione eseguita con successo stop.

Attendiamo ulteriori istruzioni stop.

La centrale di ascolto fu attivata immediatamente, ma dopo mesi di assoluto silenzio il Ministro con la barba si rese conto che, anche ipotizzando una scelta Coranica che imponesse la frequenza alle moschee solo ai muti, qualcosa non funzionava a dovere.

Si convocarono, sempre segretamente, gli agenti che avevano piazzato le cimici che descrissero dettagliatamente il duro lavoro che avevano dovuto fare, prima per cercare un numero consistente di insetti in giro per le scuole, poi per convincerli - gli insetti - ad entrare nelle scatolette ( contenitori per cimici acquistati a licitazione privata da un'azienda di proprietà del Governatore della Banca d'Italia), poi per distribuirle, sempre segretamente nelle varie moschee.

A rischio, dissero, della vita.

Il direttore dei servizi ( nome in codice : il direttore ) nell'apprendere la notizia rischiò di farsi venire un infarto.
Fu allora organizzato uno stage di quindici giorni presso un albergo ( di proprietà del Presidente del Consiglio ) e fu spiegato agli agenti segreti che le cimici da piazzare non erano insetti bensì dei sofisticatissimi chip di ascolto.

Dopo la prima settimana di spiegazioni e dibattiti gli agenti capirono cosa dovevano fare, furono muniti delle attrezzature necessarie e di una barba finta per non farsi riconoscere e dopo aver disatteso la proposta di un agente il quale, essendo effettivamente difficile l'ingresso in una moschea per un infedele, aveva proposto di presentarsi all'Imam con tutto il prestigio e l'autorità derivante dall'appartenenza ad un corpo d'elite dello Stato, mostrando una tessera con su scritto :
Agente Segreto Addetto al Piazzamento di Cimici - ASAPC -, e sempre a rischio della vita riuscirono a portare a termine il delicato incarico.

La seconda fase era costituita dalla ricerca e selezione degli addetti all'ascolto.

Che furono scelti in prevalenza tra gli appartenenti alla Benemerita.

Il primo inconveniente si verificò quando gli agenti, ai quali era stato comandato di munirsi di cuffie, si presentarono ai propri posti di ascolto con delle cuffie da bagno a fiori in pratica sottratte dalle toilette delle rispettive mogli.

Si dovette organizzare un ulteriore stage di quindici giorni, sempre nell'albergo di prima, che nel frattempo aveva aumentato del 50% i costi di soggiorno, gli specialisti in comunicazione spiegarono agli intervenuti cosa dovevano fare e l'operazione, nota con il nome in codice " Centrale Italiana Ascolti - CIA" ebbe inizio.

Solo un particolare, forse considerato insignificante dal Ministro con la barba, era sfuggito :
tutti i frequentatori delle Moschee, terroristi in pectore, parlavano in arabo e gli addetti all'ascolto, a parte una discreta conoscenza della lingua italiana, parlavano quasi esclusivamente il dialetto di appartenenza di solito circoscritto alla Sicilia, alla Calabria ed al Veneto.

Dopo un mese di ascolti, durante i quali gli addetti avevano, con la massima buona volontà, cercato di trascrivere quello che sentivano riproducendo per iscritto suoni inarticolati del tipo:
ajejè, ischallah, bin bin, stronzitali etc. l'operazione risultò un flop e fu sospesa.

Era costata, tra una cosa e l'altra, buona parte della finanziaria.
A questo punto il lettore attento si chiederà :
ma il Risolutore che ciazzecca ? Ciazzecca, ciazzecca.

Il Presidente del Consiglio in carica, di concerto con il Ministro con la barba, ritenne che l'unica possibilità per costituire un corpo d'elite degno di questo nome era affidarne la selezione direttamente al Risolutore.

Conoscendone le caratteristiche di venalità si inoltrò un cablo cifrato con l'indicazione e la rituale "evidenza fondi" del compenso proposto pari a quindicimilioni di Euro.

La risposta del Risolutore è contenuta nella frase di apertura del capitolo.
Si triplicò l'offerta.
Il Risolutore, dopo i soliti tentennamenti, accettò.

Si predispose a Palazzo Chigi una suite per il Risolutore per il tempo necessario alle selezioni, ma questi pretese di alloggiare nell'appartamento privato del Capo dello Stato, che fu costretto a trasferirsi in una pensione nelle immediate vicinanze.

Si pubblicarono nei maggiori quotidiani gli annunci di ricerca, moltissimi inviarono i curriculum, che furono preselezionati, il Risolutore preparò uno schema di domande, i prescelti furono convocati con la raccomandazione tassativa di portare con se uno stretto familiare, preferibilmente la moglie.

Lo schema di domande prevedeva delle caratteristiche rigide delle quali i potenziali agenti segreti dovevano essere in possesso:
" Conoscenza perfetta di armi ed esplosivi
" Conoscenza perfetta di elettronica e sistemi di comunicazione
" Capacità di mimetizzarsi senza il ricorso alla barba finta
" Conoscenza perfetta di cinque lingue, compreso l'arabo
" Un'ultima caratteristica, considerata strategica ed indispensabile, segretissima

Ebbe inizio la prima tornata di selezione:
"Lei ha esperienza di armi ed esplosivi ?"
"Si"
"Lei ha esperienza di sistemi elettronici e di comunicazione ?"
"Si"
"Quante lingue conosce ?"
"Cinque, compreso l'arabo"
"Benissimo, lei ha le carte in regola per l'assunzione, però deve superare un'ultima prova essenziale, un agente segreto deve obbedire agli ordini ricevuti senza discutere"
"Bene, mi sembra giusto, qual è la prova ?"
"Lei è venuto con sua moglie, vero ?"
"Si, mi aspetta nel salottino di attesa"

"Vede questa pistola qui sul tavolo ?" "Si"
"Bene la prenda, vada di là ed uccida sua moglie"
"Ma come, sono sposato da dieci anni, è impossibile, non me la sento"
"Spiacente, non ha superato la prova"
"Avanti un altro"

Con i convocati successivi le cose si svolsero più o meno allo stesso modo.
Caddero tutti all'ultima prova.

Per quel giorno il Risolutore aveva abbandonata la speranza di trovarne almeno uno, ma la speranza è sempre l'ultima a morire.

Si era fatta sera al Palazzo, si erano accese le prime luci della sera, dei rumori ovattati giungevano attraverso le persiane chiuse.

Il Risolutore passeggiava avanti e indietro per il salone predisposto per le selezioni fumando nervosamente la fida pipa derviscia.

Volute azzurrine di fumo salivano lentamente verso il soffitto.
C'era l'ultimo da esaminare.

L'esaminando possedeva tutte le caratteristiche richieste, per di più proveniva dall'Arma.
Una fievole luce di speranza si accese negli occhi di ghiaccio del Risolutore:
"Lei è qui con sua moglie vero ?"
"Si, mi aspetta nel salottino"
"Vede questa pistola sul mio tavolo ?"
"Certo che la vedo"
"Bene la prenda, vada di la e la uccida"
"Chi, mia moglie ?"
"Si, è necessario che lei dimostri un senso assoluto di obbedienza"
L' esaminando tentennò un po', poi prese la pistola ed entrò nel salottino.

Il rombo della 45 scosse la stanza, seguito da due colpi in rapida successione.
Poi il silenzio, rotto però da un trambusto e dal rumore come di mobili spostati.
L' esaminando rientrò tranquillamente nel salone.

"Tutto fatto, però poteva dirmi che era caricata a salve.
Ho dovuto ammazzarla a colpi di sedia"

Il Risolutore capì che era tutto inutile.
Rinunciò all'impossibile incarico, incassò comunque il 90% del compenso stabilito e rientrò nel mezzo di una notte buia e tempestosa, pilotando il suo elicottero, al castello.

In attesa di un nuovo contratto questa volta anche se difficile almeno possibile.


( Eugenio Ardito )

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