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8 Marzo 2016


Ecco che anche quest'anno l'otto Marzo é passato con convegni, riunioni, commemorazioni, fra doni di mimose e riunioni tutte al femminile.
Anche quet'anno, come ogni anno, vengono ricordate le donne coraggiose, le protagoniste note ed ignote di questa lunga storia della nostra umanità.

Ma già, forse, ventidue secoli prima della nascita di Cristo, della sua resurrezione annunciata da una donna, dalla prostituta Maddalena, tutto l'universo femminile era già rappresentato nella seconda carta del grande libro di Thoth: la sacerdotessa di Iside.

"La papessa" é anche La Sacerdotessa, La Sacerdotessa di Iside, La sposa divina, Giunone.

L'origine dei Tarocchi potrebbe infatti datarsi nel XXII secolo a.C. in Egitto.

I tarocchi sono diretta derivazione dei geroglifici del Libro di Thoth e rappresentano una sintesi della conoscenza e religione Egizia.
I tarocchi sono quindi un alfabeto geroglifico e numerale, riservato in origine ai sommi sacerdoti, che esprime il sapere universale originario, da cui si sono sviluppate le varie culture e religioni.

XI secolo a.C. in Cina

I tarocchi presentano diverse analogie con lo I Ching, libro custode dell’antica saggezza cinese e risalente a più di 3000 anni fa.
L’estrazione casuale dei 64 esagrammi dello I Ching è uno strumento tradizionale di divinazione.
Il fatto che siano invenzioni cinesi sia le carte da gioco che la carta e la stampa, rende plausibile che sia in Cina che vadano ricercate le primissime origini dei tarocchi.

XV secolo d.C. in Italia

I tarocchi nacquero con tutta probabilità nell’Italia del nord, alla corte di Filippo Maria Visconti – duca di Milano – durante la prima metà del Quattrocento.

Lo testimoniano i molteplici ritrovamenti di carte, le numerose citazioni in documenti e registri di corte quattrocenteschi, e l’utilizzo nelle carte del sistema di semi tipicamente italiano:
spade, bastoni, coppe, e denari.

La Papessa

Mentre Il Bagatto rappresenta la coscienza maschile, la Papessa rappresenta quella femminile:
la coscienza del Bagatto rappresenta il principio maschile Yang, è solare, diretta e irradiante;
la seconda femminile rappresenta il principio Yin, è lunare, magnetica, riflessa.

La Papessa, nei Tarocchi, viene rappresentata da una misteriosa donna incoronata con la tiara papale, seduta su un seggio imponente.

Lo scranno sul quale siede è celato alla vista da un drappeggio che simboleggia la clausura nel tempio, convento o chiostro e che sembra proteggerla dalle insidie del mondo.

Il drappo teso dietro di lei sembra anche nascondere il cielo e i misteri ai quali la Papessa ha accesso.

Alla Papessa è, infatti, collegata la seconda lettera dell’alfabeto ebraico, Beth, che vuol dire casa, tempio:
essa è la donna, il santuario, la cavità della terra e del corpo che deve essere penetrata e fertilizzata dall’energia solare e maschile.

La Papessa tradizionalmente simboleggia la grande sacerdotessa, la maga, la dea, che rimane sulla soglia del tempio.

Può rimandare a Iside, la dea egiziana del disco lunare, che riuscì a riportare alla luce Osiride, il dio solare suo sposo che era chiuso nel mondo sotterraneo presso le divinità della morte.

E’ quindi Selene, la luna, il cui aspetto oscuro è rappresentato da Ecate, terribile dea dei morti invocata dalle streghe nelle cerimonie magiche.

La Luna, infatti, ha due volti, uno oscuro e terrificante e uno luminoso e benefico:
come la Natura ora è la Madre, ora è la divoratrice delle proprie creature.
La Papessa richiama alla mente anche una qualsiasi Madonna Nera dell’iconografia cristiana.

Il drappo che avvolge la Papessa è di colore azzurro, ossia il colore della spiritualità, delle forze celesti;
mentre nella veste che indossa prevale il colore rosso, ossia il colore dell’energia vitale, del sangue, del fuoco centrale che lentamente si manifesta, quasi come se il drappo azzurro dovesse aprirsi progressivamente come una porta.

Ma per il momento ciò non accade:
la forza del rosso che cerca di esprimersi non vi riesce, suggerendo così l’attesa:
il drappo rimane teso dietro di lei e la Papessa rimane a guardia della porta del Tempio.

La Papessa è associata al Due, il primo dei numeri pari, non da intendersi come 1+1, ma come un valore puro:
è la prima porta e il primo passaggio attraverso il quale l'Uno (il Bagatto) può penetrare per portare la luce fecondatrice e uscirne incoronato dopo aver illuminato l’interno e contemporaneamente esserne stato illuminato di riflesso proprio, come accade alla luna che non ha luce propria ma riflette quella del sole e riflettendola illumina le tenebre.
La Papessa rappresenta la notte primordiale, l'oscurità che si apre alla luce e l’accoglie nel suo grembo, diventando essa stessa materia della creazione.

La Papessa, al contrario del Bagatto, è seduta come a simboleggiare la sua passività;
accanto a lei si intravede un uovo, sembra sia covando.

Il numero Due è un numero passivo e ricettivo, un numero che rimanda all’accumulo, in questo grado la materia è ancora inerte.

Alla ricettività del Due segue l’attività del Tre (l’Imperatrice) che agisce in un’esplosione di creatività.

Le due bande che la Papessa porta incrociate sul petto indicano l’unione degli opposti, delle dualità con le sue contraddizioni:
l’Uno si manifesta attraverso il Due quando crea tutti gli altri numeri, la Papessa è la linea orizzontale che viene dopo il punto, la materia primordiale sulla quale opera il Principio animandola, plasmandola e dandole la vita che risplende nel Tre.

L'Uno, o principio maschile, deve passare attraverso il Due per manifestarsi sul piano della realtà come nuova unità o Figlio, ossia il Tre (che comprende nella propria unità sia l'Uno che il Due).

In questo senso la Papessa è la matrice di tutte le cose, la madre di tutte le manifestazioni che nell’Arcano XXI, il Mondo, vedranno la luce su un piano superiore, così come il Bagatto ne è il padre, il principio.

La Papessa è la Conoscenza, l'atto conoscitivo che è stato animato e messo in moto dall'Uno, mentre l'Imperatrice o Figlio è la Conoscenza in atto senza più dubbi, è la certezza.

La Papessa è il dubbio fecondo, la notte primigenia, il potere oscuro della natura che una volta illuminato dà la conoscenza, essa rappresenta le forze inconsce, la Sostanza divina.

La Conoscenza viene rappresentata dal libro che la Papessa tiene sulle ginocchia, un libro che rimanda anche allo Studio.

Si potrebbe anche pensare, visto che la Papessa non sta leggendo, che il libro non rappresenti altro che se stessa, in attesa che qualcuno venga a decifrarla e risvegliarla.

L'essere umano, proprio come il Bagatto, deve avere il coraggio, la capacità, l'iniziativa, di entrare in contatto con lei per procedere nell'opera intrapresa.

Per l’uomo significa anche che la conoscenza di se stesso passa attraverso l’amore della donna, attraverso l’accettazione di essa come parte integrante del proprio essere.

Per la donna indica che le proprie potenzialità si manifestano attraverso la fecondazione spirituale da parte dell’uomo, così che dalla vergine ancora sterile si possa passare all’Imperatrice, la donna nel fulgore della potenza, la donna che ha conosciuto l’amore e splende in esso.


Cleopatra


" I confini entro i quali essere amata voglio fissarli io "
E riponde Antonio:
"Allora occorrerà che tu ti trovi un nuovo cielo ed una nuova terra"

Shakespeare ha fatto tremare i polsi e sublimato l'eterno confronto.
Il confronto fra due mondi che porterà all'unica fine possibile: la morte.


( Giorgio Comerio )

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