ref:topbtw-2593.html/ 4 Agosto 2020/A
...già in disarmo mediatico ed ormai in fase di dimenticanza..
Che ci fosse qualche problemino circa la selezione e composizione degli effettivi in organico delle cosiddette
“forze dell’ordine”, nonché una gestione discutibile delle procedure e la libera interpretazione
delle regole di ingaggio, nella presunzione di credersi legibus soluti per sindrome di onnipotenza
(insieme ad una certa ideologia prevalente…), avrebbe dovuto essere evidente fin dall’ormai lontano 2001,
ai tempi allegri dell’impunita mattanza genovese.
Non che prima le cose fossero diverse, per carità!
Al massimo, si è passati dall’istituzionalizzazione professionale
della pratica, al fai-da-te su improvvisazione.
Ma insomma si sperava (a torto) che nel paese che ha dato i natali a Pietro Verri e Cesare Beccaria ci si fosse
affrancati da un’immagine da birraglia inquisitoriale, elevandosi al di sopra dei soliti standard medioevali.
Poi al principio di legalità ha prevalso lo spirito dei tempi.
E l’abuso di potere è diventato sistematico e
sfrontato nella certezza dell’impunità..
Nell’intermezzo, non ci siamo fatti mancare praticamente nulla, in quel mondo chiuso ed
autoreferenziale che contraddistingue le “istituzioni totali”, dove la coesione del branco viene
confusa in un distorto spirito di corpo, con l’immancabile campionario immaginifico di fratellanze e sodalizi
guerrieri (tratte dall’antico minchione romano), fino a degenerare in coazione a delinquere…
Dai pestaggi punitivi come prassi ordinaria, sospinta a livelli massivi come negli eccessi della
Lunigiana tra Aulla e Massa (37 carabinieri indagati per 189 capi di imputazione);
passando per i più triti clichè machisti da caserma, nell’erotismo malsano dei repressi sessuali, pronti ad
esplodere in veri e propri stupri di gruppo:
a Roma nella caserma del Quadraro… a Parabiago nella provincia di Milano… a Firenze, dove si usa la divisa
per rimorchiare e la gazzella di servizio per scopare…
Fino agli ancor più gravi casi di omicidio, come nelle più sordide
storie di provincia (e dunque passate in sordina sui grandi media, opportunamente silenziate);
ovvero estorsione e omicidio su associazione a delinquere… dove l’unica preoccupazione sembra lo stornare
l’attenzione da ogni possibile coinvolgimento dei vertici gerarchici.
Se prima ci si indignava, adesso al massimo certi avvenimenti vengono derubricati a fattacci di cronaca e liquidati in fretta con la retorica ipocrita delle poche “mele marce”, che elide il problema e lo circoscrive alle rassicuranti pruderie dei benpensanti di nient’altro ansiosi se non di essere rassicurati, per tutto continuare come se nulla fosse stato.
E se questa è la comune sensibilità democratica, allora capisci anche il resto…
( Sendivogius )