ref:topbtw-2649.html/ 29 Settembre 2020/A
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie
e valutare pratiche politiche.
Con i "Numeri alla mano" facciamo proprio questo.
Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire.
Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale.
Roma
Passato il referendum costituzionale, si apre la partita della riforma dei regolamenti parlamentari.
Una partita complessa che, come abbiamo già avuto modo di ricostruire, riguarderà la modifica di almeno 47 articoli
tra i regolamenti di camera e senato:
dal funzionamento dei lavori alla composizione di organi specifici.
All’interno di una riforma così ampia dei regolamenti è necessario che rientri anche una maggiore
trasparenza sulle indennità percepite dagli eletti.
Uno dei principali argomenti portati nella discussione era la riduzione dei costi della politica.
Oggi però non esistono dati certi sugli emolumenti di ciascun parlamentare.
Quello che viene comunemente definito come lo “stipendio” del parlamentare è in realtà la somma di importi
di natura ed entità diverse.
A grandi linee abbiamo:
l’indennità vera e propria, l’indennità di funzione, la diaria per le spese di soggiorno a Roma, i rimborsi
per l’attività politica sul territorio e altre spese (trasporti, telefono ecc.).
Su tutti questi importi, gli elettori hanno diritto di avere la massima trasparenza.
224 mln la spesa annua per indennità e rimborsi di deputati e senatori.
Da alcuni anni, i siti di camera e senato pubblicano due pagine simili sul trattamento economico di deputati e
senatori che riepilogano queste informazioni.
Ma si tratta di un quadro generale che nello specifico varia da parlamentare a parlamentare.
Ad esempio, cambia in base al ruolo all’interno dell’assemblea e delle commissioni:
presidenti e vicepresidenti ricevono un’indennità di funzione aggiuntiva.
Oppure, almeno sulla carta, in base alle assenze:
chi manca a oltre il 30% di votazioni in un giorno perde una parte della diaria.
Oggi purtroppo non abbiamo un riepilogo puntuale di quanto ogni singolo eletto riceve alla luce d
ella sua attività in parlamento.
Non basta, in questo senso, la pubblicazione della dichiarazione dei redditi.
Nelle dichiarazioni infatti possono confluire anche redditi diversi, e non c’è modo di sapere quanti derivino
da rimborsi, quanti dall’indennità di carica e di funzione, quanti dalle decurtazioni per assenze.
La falsa contrapposizione tra privacy e trasparenza
Un elemento che viene spesso sollevato in contrapposizione alle richieste di trasparenza
è il diritto alla privacy di deputati e senatori.
Da questo punto di vista, ha sgombrato il campo un recente parere del garante per la protezione
dei dati personali, intervenuto ad agosto sul caso dei bonus da 600 euro ricevuti da alcuni parlamentari:
“In relazione alla vicenda del bonus Covid, il Garante per la protezione dei dati personali precisa che, sulla base d
ella normativa vigente, la privacy non è d’ostacolo alla pubblicità dei dati relativi ai beneficiari
del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi, in particolare,
una condizione di disagio economico-sociale dell’interessato.
Ciò vale, a maggior ragione, rispetto a coloro per i quali, a causa della funzione pubblica svolta, le aspettative
di riservatezza si affievoliscono, anche per effetto dei più incisivi obblighi di pubblicità
della condizione patrimoniale cui sono soggetti (…).”
- Garante della privacy, comunicato del 11 agosto 2020
( Il caso Zingretti ? )
La trasparenza è una garanzia per eletti ed elettori
Con questo parere, il garante ha chiarito che in questo caso il rispetto della privacy trova un limite nel ruolo
pubblico dei parlamentari, non a caso già sottoposti dalla legge all’obbligo di pubblicazione di redditi e patrimoni.
La trasparenza, peraltro, è di solito anche una garanzia per gli stessi eletti.
Sia perché consente di evitare generalizzazioni ingiuste, sia perché sottrae il singolo parlamentare da operazioni
di dossieraggio ad personam:
se i dati sono già tutti pubblici e liberamente consultabili, non sono possibili operazioni di altro tipo
basate su indiscrezioni.
A tutto vantaggio, invece, di un monitoraggio civico, obiettivo e costante sull’operato di chi svolge una funzione pubblica.
132 parlamentari che sono presenti a meno del 50% delle votazioni.
In questa legislatura, 105 deputati e 27 senatori erano assenti oppure in missione a un voto in aula su 2.
Ma cosa sappiamo sulle penalità effettive a carico di chi non assolve alla funzione per cui è stato eletto?
Per un elettore è praticamente impossibile ricostruire questa informazione in modo puntuale, al di là delle cifre indicate in via generale sui siti di camera e senato.
In questa legislatura 38 deputati erano assenti o in missione in oltre il 70% dei voti
Poiché si tratta di una sorta di “assenza giustificata” i parlamentari in missione non subiscono alcuna decurtazione
della diaria.
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29 - Settembre 2020 -ROMA - - OPENPOLIS - - Il Parlamentare e la diaria ignota..( Link )
( Per gentile concessione di OPENPOLIS - www.openpolis.it )
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