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ref:topbtw-270.html/ 5 Aprile 2016/A


" La faccia idiota del potere "

Ascoltare questa bombarda caricata ad arroganza e propaganda, che parla come un Bettino Craxi qualunque e invita gli elettori ad andare al mare per boicottare un referendum che non gli piace,
che si imbuca non invitato alle trasmissioni televisive e con grondante piacere conciona di cacciare via i deputati da un parlamento in cui non è mai stato eletto, mentre proprio non gli riesce di capire che in una civiltà democratica appalti e sviluppo economico non sono imperativi disgiunti dal rispetto delle leggi,
rende tutta la drammatica misura della cialtronesca fanfaronaggine che contraddistingue l'idiota al potere, tra i continui contorcimenti spastici di un faccione sformato in una perenne espressione da ebete con le labbra pendule.

Si dice che la personalità di una statista emerga nei momenti di maggior pressione.
Coerentemente, a volerlo cercare (invano), dello 'statista' non si trova traccia alcuna.

A meno che non si voglia scambiare per tale, un bolso citrullo di provincia che imperversa nelle piazzette mediatica, atteggiandosi a bullo di paese insieme agli intriganti amichetti della parrocchietta, tanto gli riesce impossibile contenere l'insolente strafottenza che straborda insieme all'adipe strizzata in pantaloni troppo stretti, nell'assenza di qualcuno che lo mandi degnamente affanculo indicandogli la strada più veloce per raggiungere la destinazione.

In pieno delirio bonapartista, l'aspirante reuccio è lungi dall'addivenire al suo "18 Brumaio", ricordando più che altro la caricatura delle circostanze.
E se i libri li leggesse anche, invece di ostinarsi ad imbrattare carte nell'inutile testimonianza di una minchioneria siderale che non necessita certo di ulteriori dimostrazione tanto è fin troppo evidente a tutti, forse potrebbe cogliere tutta l'ironia della storia...

"Sembra veramente che il vecchio Hegel conduca dalla sua tomba la storia, come spirito del mondo, e con grande coscienziosità faccia che tutto si presenti due volte, una volta come tragedia, la seconda volta come farsa pidocchiosa:
Caussidière per Danton, Louis Blanc per Robespierre, Barthélemy per Saint-Just, Flocon per Carnot e il vitello della luna, con la prima mezza dozzina che gli capiti di sottotenenti carichi di debiti, per il piccolo caporale e la sua tavolata di marescialli.
Così saremmo già arrivati al 18 Brumaio."
Karl Marx
(03/12/1851)


" Segnali di ripresa.. "

E se è vero che gli uomini non tracciamo mai il proprio destino in modo arbitrario, secondo modalità scelte da loro stessi,
"bensì nelle circostanze che essi trovano immediatamente davanti a sé, determinate dai fatti e dalla tradizione",
allora certi modelli di ispirazione restano immarcescibili tanto sono radicati nello spirito del cialtrone, prima ancora della 'nazione', ritornando sempre a galla secondo il principio dei corpi galleggianti...

"Le più fantastiche, le più raccapriccianti, le più macabre menzogne sono state affermate diffusamente su tutti i giornali!
C'era veramente un accesso di necrofilia!
Si facevano inquisizioni anche di quel che succede sotto terra:
si inventava, si sapeva di mentire, ma si mentiva.

E io sono stato tranquillo, calmo, in mezzo a questa bufera, che sarà ricordata da coloro che verranno dopo di noi con un senso di intima vergogna.
E intanto c'è un risultato di questa campagna!

[...] Finalmente viene dinanzi a noi una questione che ci appassionava:
la domanda di autorizzazione a procedere con le conseguenti dimissioni dell'onorevole Giunta.
La Camera scatta;
io comprendo il senso di questa rivolta;
pure, dopo quarantott'ore, io piego ancora una volta, giovandomi del mio prestigio, del mio ascendente, piego questa Assemblea riottosa e riluttante e dico:
siano accettate le dimissioni.

Si accettano.
Non basta ancora;
compio un ultimo gesto normalizzatore:
il progetto della riforma elettorale.

A tutto questo, come si risponde? Si.
risponde con una accentuazione della campagna.

Si dice: il fascismo è un'orda di barbari accampati nella nazione;
è un movimento di banditi e di predoni!
Si inscena la questione morale, e noi conosciamo la triste storia delle questioni morali in Italia.

Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l'arco di Tito?

Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto.

Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda!
Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa!

Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere!
Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento ad oggi.

In questi ultimi giorni non solo i fascisti, ma molti cittadini si domandavano: c'è un Governo?

Ci sono degli uomini o ci sono dei fantocci?
Questi uomini hanno una dignità come uomini?
E ne hanno una anche come Governo?

Io ho voluto deliberatamente che le cose giungessero a quel determinato punto estremo, e, ricco della mia esperienza di vita, in questi sei mesi ho saggiato il Partito;
e, come per sentire la tempra di certi metalli bisogna battere con un martelletto, così ho sentito la tempra di certi uomini, ho visto che cosa valgono e per quali motivi a un certo momento, quando il vento è infido, scantonano per la tangente.

Ho saggiato me stesso, e guardate che io non avrei fatto ricorso a quelle misure se non fossero andati in gioco gli interessi della nazione.

Ma un popolo non rispetta un Governo che si lascia vilipendere!
Il popolo vuole specchiata la sua dignità nella dignità del Governo, e il popolo, prima ancora che lo dicessi io, ha detto:
Basta! La misura è colma!


" Ora io oso dire che il problema sarà risolto... "

[...] Ora io oso dire che il problema sarà risolto.
Il fascismo, Governo e Partito, sono in piena efficienza.
Signori! Vi siete fatte delle illusioni!
Voi avete creduto che il fascismo fosse finito perché io lo comprimevo, che fosse morto perché io lo castigavo e poi avevo anche la crudeltà di dirlo.

Ma se io mettessi la centesima parte dell'energia che ho messo a comprimerlo, a scatenarlo, voi vedreste allora.
Non ci sarà bisogno di questo, perché il Governo è abbastanza forte per stroncare in pieno definitivamente la sedizione dell'Aventino.

L'Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa.
Noi, questa tranquillità, questa calma laboriosa gliela daremo con l'amore, se è possibile, e con la forza, se sarà necessario.
Voi state certi che nelle quarantott'ore successive a questo mio discorso, la situazione sarà chiarita su tutta l'area.

Tutti sappiamo che ciò che ho in animo non è capriccio di persona, non è libidine di Governo, non è passione ignobile, ma è soltanto amore sconfinato e possente per la patria."
Benito Mussolini
(03/01/1925)

La differenza tra il Duce e lo strafottente ducetto di Rignano resta abissale.

Se il primo parlava al Parlamento, nonostante considerasse l'assemblea parlamentare "un'aula sorda e buia" da chiudere quanto prima, il secondo si comporta di fatto come se le Camere già non esistessero più, accomunati dal reciproco disprezzo per ogni opposizione istituzionale e insofferenza per le regole costituzionali.

D'altronde, non è per questo che il Bambino Matteo è stato intronizzato abusivamente al governo, mentre fa appello ai reali "azionisti" (mai termine fu più appropriato!) della sua maggioranza.


( Sendivogius )

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