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ref:topbtw-274.html/ 9 Aprile 2016/ F

" Trivellina trivellina delle mie brame, chi é la più bella del reame? "

E poi restare a casa con un retropensiero insistente..

E proseguiamo dalla penultima riga... scritta già il 18 Novembre 2015 e dall'ultima del 18 Marzo..

-18 Novembre 2015 - Siracusa : la paranoia del chilometro zero che non c'é..

- 18 Marzo 2016 - Piattaforma no, e perché no?


Come forse NON sapete le piattaforme che si trovano entro le 12 miglia ( circa 20 Km dalla costa ) sono circa 88.
Di queste circa la metà é in produzione, le altre più o meno 44 sono quasi ferme, ovvero con una scarsa produzione.
Molte ormai pure con una vita trentennale alle spalle e verso una serena vecchiaia ed una improbabile pensione..

I motivi per lasciare a mare anche queste vecchiette a produrre ancora qualche goccia di petrolio o qualche metro cubo di gas sono comunque innumerevoli e già ben spiegati negli articoli precedenti.

I curiosi possono cliccare sui due pulsanti per leggere una serie di considerazioni..

Ma certo che, a sorpresa, ascoltando la precisa e dotta Senatrice Loredana de Pretis, capogruppo al Senato del gruppo Misto Sinistra Italiana, in una delle sue innumerevoli perorazioni a favore del SI, nascono spontanee alcune riflessioni che, paradossalmente, a mio parere, sono a favore del restarsene a casa..

E' vero che un SI della maggioranza é un segno politico per convincere il Governo ad aprire i cordoni della borsa e per finanziare le energie rinnovabili..

Ma nella borsa Renzi ha ancora quattrini ? Viene qualche dubbio..

E poi sappiamo benissimo che i tempi sono ancora lunghi non tanto per la mancanza di sorgenti rinnovabili ( dalle dighe all'eolico, al solare, al geotermico, al moto ondoso, etc) quanto per l'attuale impossibilità d'accumulare in piccoli spazi ed in elementi fisici leggeri la molta energia che ci serve ogni giorno.

Insomma ora come ora un litro di benzina ( che pesa poco meno di un solo Kg ) ed un metro cubo di gas facilmente comprimibile e trasportabile anche liquido, contengono molta ma molta più energia di cento kilogrammi di voluminose batterie..

Cio' nonostante é ovvio che non dare più quattrini ai Sauditi& Co. ma farci la nostra energia in casa é solo utile e positivo..
E se poi questa energia si ricava dalle biomasse oppure dall'idrogeno o da altre soluzioni tecniche fatte da noi e non in Cina: ma che ben venga !
Insomma ormai tutti hanno capito che non pagare l'energia agli altri ma produrla in proprio é cosa saggia ed utile..

Ma altre considerazioni si aggiungono alla motivazione del restare a casa pur con qualche.. retro pensiero..
Anche perché le scadenze delle concessioni entro le 12 miglia in prossimo divenire ( tutte oltre la decina di anni ) potranno sempre essere rinegoziate..

Ma intanto si scopre che in Italia le compagnie petrolifere pagano una royalty molto bassa, circa il 7%, ( in Nigeria, dove trivellare costa poco, pare arrivi al 40% ) ma solo se la produzione non é minimale e quindi se supera un certo quantitativo minimo contrattualmente stabilito di petrolio o di gas estratti..

Ma nessun ente governativo ha mai messo un "contatore" ai pozzi..

Insomma é la compagnia petrolifera stessa che ci dice quanto produce.. e se e quanto deve pagare..

Se tutto quello che ci dice la Senatrice Loredana de Pretis é vero, non solo é una ben strana bizzarria ma ci si chiede che cosa fa il Ministero dello sviluppo economico..
Dormicchia ? Oppure é molto distratto ?
Ovvero la fiducia nelle compagnie petrolifere é assoluta, cieca, senza ripensamenti ?
Eppure qualche dubbio dovrebbe nascere, visto i tempi che corrono.. proprio di questi tempi !

Non solo..

Alla scadenza contrattuale le concessioni dovrebbero, e potrebbero, essere di nuovo negoziate, messe all'asta e magari sarebbe ora di trovare il modo di assicurare un importo fisso a favore dello Stato Italiano.
Un importo fisso a prescindere dalla produzione ottenuta..

Insomma come affittare un'attività od un terreno agricolo..

L'affittuario paga il suo canone a prescindere dalla redditività della sua attività o dalla redditività dei raccolti del terreno affittato..

Poi vi é un altro fattore che la De Pretis cita a favore del SI ma che io reputo invece proprio a favore del restarsene a casa..

La Senatrice ci dice che uno dei motivi del tenere in vita le vecchie ed esauste piattaforme é dovuto alla volontà dei proprietari di risparmiare le spese della loro demolizione..

Non solo la motivazione suona strana ma.. alla fin fine potrebbe essere motivo per l'esserne contrari..

Intanto, considerando la massa di ottimo acciaio marino di una piattaforma, qualsiasi ferraiolo del bresciano ci si butterebbe sopra a demolirla per fare della pregiata pezzatura da forno.
Basta darla da demolire gratis..

Insomma il costo della demolizione é un falso problema.

Ma la struttura potrebbe anche essere lasciata nella disponibilità del Demanio oppure del Comune di pertinenza..
E rappresentare un possibile sviluppo economico e turistico.

Ricordo, per intanto :
1- Intorno alle piattaforme non é permesso pescare.
Il che significa avere ormai in essere, da molti anni, delle mini-aree di ripopolamento ittico assolutamente attive.
Delle zone protette che andrebbero a sparire togliendo la struttura e quindi la protezione dalle reti a strascico.
Insomma dei rifugi e delle tane sicure per molte specie già in essere da decenni.
E basta fare un bella immersione per rendersene conto.
Esattamente come immergersi su un relitto.

2 - Che la piattaforma, segnalata giorno e notte, é un comodo ausilio alla navigazione, in particolare per i diportisti ed i piccoli pescherecci.

3 - Che la piattaforma é comunque un punto di attracco di emergenza in caso di avaria o di un incidente in mare oppure di un ferito a bordo..

4 - Che la piattaforma puo' essere equipaggiata con una stazione di rilevamento e di trasmissione dei dati meteo-marini per fornire previsioni meteo sempre più accurate.

5 - Che sulla piattaforma puo' essere installato un ripetitore telefonico in modo da creare delle celle a mare in grado di assicurare il funzionamento dei telefoni e delle linee internet delle imbarcazioni nella sua area di copertura.

Ma la piattaforma puo' essere pure altro..
Come già in essere con il principato di SEALAND..

La piattaforma puo' essere abitata e quindi divenire un bellissimo eremo per chi ama il mare e la solitudine, oppure una meta turistica per chi volesse realizzare dei "sea resort" per turisti solitari e naviganti di passaggio..

Insomma la vecchia struttura puo' avere una sua pacifica seconda vita ed essere non solo il rifugio naturale delle specie marine che già ne fruiscono da anni, ma anche di qualche particolare esemplare della specie umana.

Oppure pure diventare una clinica per le vittime per la droga ?
Od anche una base per le ricerche marine?

Le fruizioni possibili sono veramente tantissime..

Ed allora, chi sarà la più bella del reame ?

La piattaforma dello stilista oppure del noto politico ?
Quella di Valentino oppure quella della Maria Rosaria Bindi detta "Rosy" ?

E che poi magari Silvio si prende la più grossa, la più bella, con eliporto e posto-yacht ?
Per stare tranquillo con Putin mentre Briatore, ormai ridotto in miseria ed a navigare con un piccolo dinghy, lo passa a trovare ?

Ecco, pensando a qualche possibile e futura variazione sul tema, resto a casa..
Perché, alla fin fine, tutto é pur sempre possibile..


" Il Principato di SEALAND "

Il principato di Sealand (in inglese Principality of Sealand, terra del mare) è una struttura artificiale creata dal governo inglese durante la seconda guerra mondiale, occupata fin dal 1967 dalla famiglia di Paddy Roy Bates e dai loro compagni, che la proclamarono "principato con sovranità indipendente".

Anche se i componenti della famiglia di Bates, attuali custodi, la dichiarano essere una micronazione indipendente, Sealand in realtà non è riconosciuta come Stato sovrano da nessuna nazione del mondo.

E quindi, sulle piattaforme ormai di prossima pensione, pero' oltre le 12 miglia, chi non si farebbe il suo principatino ?
Con bandiera, stemma di famiglia, moneta e pure passaporto ?
Oppure una bella stazione televisiva libera ed indipendente dal Ministero delle Telecomunicazioni ?
E magari piccolo sportello bancario assolutamente off-shore per i clienti di un piccolo casino' dotato di ogni confort supplementare ?
Che la fine di Montecarlo sia vicina ?
Ma attenzione, perché anche ai Grimaldi, vecchi pirati della costa, una piattaformina off-shore potrebbe far di comodo..
Perché ormai è molto meglio avere una villa off-shore che una società a Panama..

( Giorgio Comerio )


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