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Il Racconto della Domenica - 10 Aprile 2016 -
Prima parte "Scacco al Re " -

Se tutto è imperfetto in questo mondo imperfetto, l'Amore invece è perfetto nella sua assoluta e squisita imperfezione.

Prefazione:

La dottoressa Scarlet Block è una donna bellissima, ed è uno dei fisici e matematici più importanti del mondo.
E' pure una eccellente scacchista.

Nel corso dell'ultima guerra è stata chiamata a far parte del "Progetto Manhattan" .
Nel 1958, decide di trascorrere un anno sabbatico a Taormina insieme alla sua più cara amica, Lisa Jons.

Da anni il suo mondo è avvolto nell'oscurità della sua mente.

Insieme alla sua amica si ferma in un bar di Taormina, vede un uomo che la fissa intensamente, è affascinante ed ha un'età indefinibile, continua a guardarla in uno strano modo.

Si rivedono, esplode l'amore tra loro, ballano insieme ma Scarlet percepisce qualcosa di strano in lui, la stringe a se tremando, è come se conoscesse una donna per la prima volta.

All'alba in riva al mare incontra uno strano uomo che la invita a giocare una partita a scacchi, lei conosce quell'uomo e si rende conto che la partita ha una posta altissima, decide di giocarla.

Chi è quell'uomo misterioso?
Chi riuscirà a vincere la partita?


Scarlet Block passeggiava in riva al mare insieme a Lisa Jons.
Era l'alba fresca di un giorno d'autunno, il mare era appena increspato da piccole onde, il cielo, coperto da nuvole di cotone aveva appena accolto il disco del sole che cominciava a rischiarare la sabbia mista a sassolini lucidissimi.

I gabbiani volavano verso la terra, un chiaro segno dell'approssimarsi di una tempesta, che comunque in quella stagione e in quella parte della Sicilia sarebbe passata presto.

L'alba era il momento preferito da Scarlet, meglio se in riva al mare, sentire il contatto dell'acqua lambirla dolcemente, gli spruzzi salati sul viso, vedere sorgere il sole e sperare in una giornata migliore, che potesse darle un pò di serenità e di pace, allontanarla dai pensieri angosciosi che ormai da troppo tempo opprimevano la sua mente.

Era stanca, sfiduciata e delusa dalla sua vita, da quello che aveva fatto senza chiedersi quali sarebbero state le conseguenze, per la sua coscienza e per l'umanità.

Nel 1958 Scarlet Block aveva quasi trentanove anni, era una donna bellissima nella sua piena maturità, i capelli rosso tiziano incorniciavano un viso con delle lentiggini e degli occhi verdi e profondi che esaltavano la sua bellezza.

Aveva moltissimi corteggiatori, regolarmente delusi da un atteggiamento freddo e glaciale che non consentiva spazio a qualunque tentativo di una, anche se limitata intimità.
Aveva eretto tra se a gli altri una barriera invalicabile che pochissimi riuscivano a scalfire, senza poter violarla del tutto.

Era una donna forte ma sola, travolta da pensieri terribili che non la lasciavano mai, sentiva su di se tutto il peso del male del mondo, che aveva contribuito a creare anche senza volerlo.

Scarlet non era mai stata così, da bambina era adorabile e aperta, durante gli anni della scuola e poi dell'università era stata brillante e amica di tutti, nonostante la sua bellezza era adorata in particolare dalle sue compagne, certamente un sentimento inusuale tra giovani ragazze dove l'invidia era la normalità, i ragazzi invece, pur apprezzandola, erano intimiditi dalla sua presenza, non potevano che notare la sua superiorità fisica oltre che intellettiva.

Si era laureata in fisica e matematica all'Università di Cambridge con il massimo dei voti e con una menzione speciale.

Era nata in Irlanda, a Dublino, suo padre era un medico notissimo e amato dai suoi pazienti, durante la guerra aveva aiutato tutti senza risparmiarsi, restando in sala operatoria anche diciotto ore di fila.

Poi la guerra era finita e aveva aperto uno studio medico frequentatissimo.

La madre di Scarlet, Katryn, era anche lei una bellissima donna, si occupava esclusivamente delle faccende di famiglia, aveva una vena di malinconia evidente e che non l'abbandonava mai, era cattolica come suo marito ma frequentava di rado la chiesa.

Aveva con Dio un rapporto del tutto personale e, forse inconsciamente, aveva trasferito alla sua unica figlia, oltre alla bellezza, la parte più profonda del suo carattere.

Scarlet, dopo la laurea conseguita nel 1938 a soli ventidue anni, aveva ottenuto la cattedra di fisica teorica all'Università di Cambridge.

Dopo qualche anno gli oscuri venti di guerra avevano cominciato a soffiare con sempre maggiore intensità, lo spettro della distruzione e della morte con i volti del nazismo e del fascismo si aggirava per l'Europa minacciando sempre di più la libertà dei popoli.

All'inizio delle ostilità uno dei fronti su cui si combatteva fra i due schieramenti contrapposti era quello dell'intelligence, queste attività cominciarono ad essere svolte tramite i primi, rudimentali computer, l'arma segreta di spionaggio e controspionaggio.

Enigma era una macchina crittografica portatile sviluppata in Germania fin dai primi anni venti, prima per scopi commerciali, in seguito ne fu deciso l'utilizzo per l'esercito e la marina tedesca.

La "Bomba" e più avanti "Ultra" furono le macchine messe in opera dal controspionaggio inglese per cercare di comprendere i messaggi segreti codificati dai tedeschi con Enigma.

A Bletcheley Park, vicino Londra, erano stati raccolti centinaia di esperti di enigmistica, maestri di scacchi, matematici, meccanici di precisione ed ingegneri elettrotecnici, coordinati dal dottor William Breadley, un matematico allora giovanissimo.

E la dottoressa Scarlet Block era stata chiamata a far parte di quel gruppo, oltre alle sue competenze elevatissime nel campo della fisica era considerata un fenomeno nel gioco degli scacchi, era un hobby che aveva coltivato sin da piccola, seguendo gli insegnamenti del padre che in quel gioco era considerato un maestro.

Scarlet aveva dato un contributo decisivo alla realizzazione di "Ultra", la possibilità di decrittare i messaggi tedeschi, fino ad allora indecifrabili, era stata fondamentale nella vittoria degli alleati.

Nel 1943 Scarlet era stata chiamata a far parte di un progetto segretissimo negli Stati Uniti, si era quindi trasferita in America.

Il "Progetto Manhattan" ebbe origine dalla diaspora degli scienziati nucleari che, per sfuggire alle leggi razziali, si erano rifugiati negli S.U.

Si formò una comunità di fisici di altissimo livello, tra cui Enrico Fermi e Leo Szilard, fuggiti dalla loro patria per l'oppressione nazista.

Szilard era un fisico teorico ungherese allora sconosciuto, convinse Einstein a sottoscrivere una lettera a Roosvelt per caldeggiare l'attuazione di un progetto relativo alla ricerca sull'energia nucleare.

L'interesse del governo cominciò ad emergere nel '41 quando, dopo un accordo tra Churchill e Roosvelt, si decise che gli sforzi per costruire una bomba dagli effetti devastanti dovessero essere concentrati in America.

La direzione delle ricerche venne affidata ad un "Military Committee" e il 13 agosto del 1942 iniziò il progetto con il nome di MED (Manhattan Engineer District).

Al progetto parteciparono i migliori fisici dell'epoca:
Fermi, Segrè, Fuchs, Groves, Oppenheimer e Szilard.

Le ricerche furono concentrate a Los Alamos, nel New Mexico.
Si ritenne che il progetto atomico fosse l'unico mezzo per fermare l'inarrestabile avanzata della Germania nazista.
Era stata realizzata la prima bomba atomica, forse nemmeno chi l'aveva costruita era riuscito ad immaginarne i risultati.

Scarlet aveva giocato un ruolo centrale in quella realizzazione, era pure l'unica, insieme ad Ettore Majorana, ad aver previsto gli scenari futuri determinati da un uso militare della scoperta.

Riuscì a trasmettere tutti i suoi dubbi agli altri scienziati, a considerare sotto altri aspetti la giustificazione ideologica del progetto.

Gli S.U. avevano deciso, per porre fine ad una guerra che era costata milioni di vite umane, di usare la bomba atomica sul Giappone, ma l'ipotesi di lanciare gli ordigni era ritenuta addirittura immorale, la petizione firmata da tutti con l'ipotesi di farle scoppiare in un luogo deserto solo a scopo dimostrativo non venne accolta.

Il sei agosto venne sganciata la prima bomba ad uranio su Hiroshima, il nove agosto una al plutonio su Nagasaki.
Quei milioni di morti nelle città, di popolazioni inermi colpite e devastate improvvisamente in una mattina di sole, provocarono la resa del Giappone, ma provocarono pure in moltissimi delle profonde crisi morali che non li avrebbero mai più abbandonati.

E forse i più colpiti furono Majorana e Scarlet, il primo scomparve improvvisamente senza lasciare tracce, Scarlet da quel momento si chiuse in se stessa, sentiva la piena responsabilità di quelle azioni disumane e su di se il sangue di innocenti.
Era cambiata profondamente.

La guerra si concluse con la resa della Germania, dell'Italia e del Giappone, pian piano i milioni di morti furono dimenticati, come è nelle cose della vita, e vennero ricordati solo nei giorni delle commemorazioni.
Scarlet riprese l'insegnamento ma senza la passione di una volta, non riusciva a dimenticare i corpi sfigurati colpiti dalle radiazioni di quell'ordigno che era stato realizzato con il suo determinante contributo, cominciò a chiedersi perchè Dio aveva consentito tutto questo, perchè aveva consentito agli uomini di poter conoscere quella forza spaventosa che avrebbe potuto distruggere il mondo in ogni momento, cominciò a chiedersi quale poteva essere il senso della vita sotto quella costante minaccia.
La sua fede cominciava a vacillare. ….continua


( Eugenio Ardito )

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