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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie
e valutare pratiche politiche.
Con i "Numeri alla mano" facciamo proprio questo.
Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire.
Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale.
Roma
Uno degli aspetti più controversi delle politiche comunitarie è il rispetto delle normative europee.
Ogni anno infatti l’alto numero di direttive e regolamenti che vengono approvati deve trovare implementazione
nella legislazione nazionale degli stati membri.
Se questi non si adeguano scattano le cosiddette procedure di infrazione che possono portare a delle sanzioni
di gravità crescente.
L’Italia si colloca tra i primi dieci paesi membri per numero di nuove procedure aperte dall’inizio dell’anno con 31,
mentre è quarta per numero di procedure attualmente pendenti (85).
La situazione è però migliorata rispetto ai dati di giugno, quando il nostro paese aveva raggiunto il dato record di 92.
Un segnale di come il governo italiano stia cercando di cambiare rotta nei suoi rapporti con l’Europa.
Come funzionano le procedure di infrazione
Tra gli organismi comunitari, spetta alla Commissione la responsabilità di verificare il rispetto del diritto Ue.
Essa puo` intervenire in due casi:
quando non viene recepita integralmente una determinata direttiva entro il termine stabilito, oppure quando
le norme non vengono applicate correttamente.
Quando si verifica uno di questi due casi, la Commissione puo` avviare una procedura formale di infrazione.
Gli stati hanno il compito di recepire nel loro ordinamento le direttive europee.
Se non lo fanno o se non le rispettano possono incorrere in una procedura formale di infrazione.
I due articoli del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue) che regolano tutto il processo sono il 258 e il 260.
Le procedure di infrazione possono avere inizio in diversi modi. Oltre alle indagini interne portate avanti dalla Commissione,
cittadini, aziende e organizzazioni non governative possono denunciare, inoltrando un reclamo,
il non rispetto del diritto europeo da parte di una nazione.
Una procedura d’infrazione puo` essere avviata per tre diversi motivi:
•mancata comunicazione:
quando lo stato membro non comunica in tempo le misure scelte per implementare la direttiva;
•mancata applicazione:
quando la commissione europea valuta la legislazione dello stato membro non in linea con il diritto Ue;
•sbagliata applicazione:
quando la legge europea non viene applicata o e` applicata incorrettamente dallo stato membro.
Viene così avviato un percorso, che può portare persino ad una sentenza della corte di giustizia europea e, nel caso
in cui lo stato membro non si adegui alle direttive, a una sanzione pecuniaria.
Non si tratta di una questione di poco conto dato che ad esempio, in base alla relazione annuale 2019 della Corte dei conti,
l’Italia ha dovuto pagare oltre 655 milioni di euro di sanzioni dal 2012 ad oggi.
Le procedure di infrazione aperte dall’inizio dell’anno
Da inizio anno sono state avviate 785 nuove procedure d’infrazione, portando così il totale delle pendenti a
1.799 (dati al 6 novembre 2020).
Tra gli stati che fanno peggio troviamo il Portogallo con 51, il Regno unito con 48 e il Belgio con 47.
L’Italia si colloca all’ottavo posto (insieme a Spagna e Grecia) con 31 nuove procedure di infrazione aperte.
Rispetto al precedente report di InfringEye la posizione del nostro paese è migliorata anche se rimane la peformance
peggiore (fatta eccezione per il Regno unito), tra i principali paesi europei.
31 procedure di infrazione aperte contro l’Italia nel 2020..
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1 Dicembre 2020 -ROMA - - OPENPOLIS -
- Le infrazioni in calo..( Link )
( Per gentile concessione di OPENPOLIS - www.openpolis.it )
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