ref:topbtw-3020.html/ 8 Luglio 2021
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie
e valutare pratiche politiche.
Con i "Numeri alla mano" facciamo proprio questo.
Ufficio del sindaco, attività dei consigli comunali, consulenze, personale politico ma anche
comunicazione istituzionale e cerimoniali:
le spese dei comuni italiani per il sostegno ai propri organi istituzionali.
Messina ha incrementato la spesa per organi istituzionali dell’84,7% in 4 anni
Nel dibattito pubblico riemerge periodicamente la questione legata ai costi della politica, un tema che negli
ultimi anni è stato imposto in agenda soprattutto da alcune forze politiche.
Della razionalizzazione degli organi istituzionali, più o meno incisiva per le casse pubbliche,
si è occupato l’ultimo referendum costituzionale, con il quale nel settembre scorso è stato sancito
il “taglio” dei parlamentari italiani.
A livello territoriale, invece, l’attenzione si concentra talvolta su enti considerati istituzionalmente
obsoleti (come le comunità montane) o sulla spinta all’unione delle amministrazioni con l’obiettivo di ridurre i costi.
In realtà il funzionamento degli organi elettivi (e non) dei comuni è strumentale al buon andamento
delle amministrazioni locali, gli enti territoriali di prossimità fondamentali
per la vita dei cittadini e delle cittadine, soprattutto nelle aree periferiche del paese.
Cosa si intende per organi istituzionali
Gli organi istituzionali dei comuni sono le strutture esecutive e legislative necessarie al funzionamento dell’ente.
Nei bilanci c’è una voce interamente dedicata alle spese sostenute per tali organi, all’interno della
missione “Servizi istituzionali, generali e di gestione”.
Si tratta di spese necessarie al funzionamento degli organi elettivi (e non) delle amministrazioni locali.
In questa voce vengono incluse le uscite relative all’ufficio del sindaco, agli organi di governo
a tutti i livelli dell’amministrazione, come i consigli comunali e al personale consulente, amministrativo
e politico assegnato agli uffici del capo dell’esecutivo e del corpo legislativo.
Tra le spese per organi istituzionali vengono inoltre comprese le attrezzature materiali per il capo dell’esecutivo,
il corpo legislativo e loro uffici di supporto, oltre a quelle per le commissioni e i comitati permanenti o dedicati.
Infine, è in questa parte del bilancio che vengono riportate le uscite relative alla comunicazione istituzionale
(in particolare in relazione ai rapporti con gli organi di informazione), ai cerimoniali e alle attività
del difensore civico.
I grandi comuni italiani possono allocare in bilancio somme dedicate a questo tipo di spese in misura maggiore o minore.
Vediamo quali sono le amministrazioni che spendono di più e quelle che investono di meno.
Napoli spende molto di più delle altre grandi città per gli organi istituzionali
Prendendo in esame tutti i comuni, emerge che Molise, borgo di 166 abitanti in provincia di Campobasso,
è l'amministrazione a spendere di più in Italia:
1.739,68 euro pro capite, una cifra molto superiore a Monte
San Martino (Macerata), che mette a bilancio 956,65 euro pro capite per il sostegno ai suoi organi istituzionali.
Seguono quattro località piemontesi.
Guardando alle tendenze regionali, sono i comuni della Valle d'Aosta a far registrare maggiori uscite per questa voce
di bilancio: in media 114,43 euro pro capite, a fronte di una media nazionale di 33,6 euro per comune.
A spendere mediamente di meno sono le amministrazioni locali venete (19,34 euro pro capite),
seguite dalle pugliesi (19,64) e dalle emiliano-romagnole (21,07).
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8 Luglio 2021 -ROMA -
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