ref:topbtw-3128.html/ 25 Ottobre 2021
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie
e valutare pratiche politiche.
Cooperazione: con il braccino sempre più corto ?
1,34 miliardi
gli importi mancanti per destinare lo 0,30% del reddito nazionale lordo (Rnl) in aiuto pubblico allo sviluppo (Aps)
nel 2020.
Questa infatti è la quota che il nostro paese si era impegnato a raggiungere proprio entro il 2020, come passaggio
intermedio per arrivare all’obiettivo dello 0,7% Aps/Rnl entro il 2030.
-87,3%
la variazione percentuale tra gli importi previsti dal ministero dell’interno per la voce di spesa
“rifugiati nel paese donatore”
per il 2020 e quelli effettivamente rendicontati da Ocse.
In sede di legge di bilancio infatti vengono indicati i fondi destinati da ciascun ministero al settore della cooperazione.
In questo contesto il ministero dell’interno indica tuttavia l’intera spesa prevista per l’accoglienza
dei migranti, nonostante sia più che noto che Ocse permette di rendicontare solo una parte di questa
spesa come aiuto pubblico allo sviluppo.
0,32%
il rapporto Aps/Rnl raggiunto collettivamente dai paesi membri del comitato Dac dell’Ocse nel 2020.
Un dato purtroppo stagnante da diversi anni e che per di più risulta ben distante dall’obiettivo dello 0,7% Aps/Rnl entro
il 2030.
In ogni caso però si tratta di un valore molto superiore allo 0,22 raggiunto dall’Italia.
10°
il posto in classifica tra i paesi Ocse Dac occupato dall’Italia quanto a fondi destinati
all’aiuto pubblico allo sviluppo nel 2020, in termini assoluti.
Una posizione che può apparire non così secondaria.
Tuttavia i 4,2 miliardi di dollari circa che l’Italia ha investito in questo settore appaiono decisamente
ridimensionati se messi a confronto con paesi come la Francia (14,1 miliardi di dollari), o il Regno Unito (18,6)
e la Germania (28,4).
Inoltre se si guarda alla classifica del rapporto Aps/Rnl l’Italia scala al 20° posto, dietro paesi
come l’Ungheria.
€ 10,48 mln
il costo previsto per il 2021 della missione di assistenza alla guardia costiera libica.
È la missione che ha sollevato maggiori discussioni nel corso delle votazioni in aula per l’approvazione
del provvedimento missioni. Si tratta certamente di un argomento fondamentale ma non dell’unico su
cui il tema delle missioni internazionali si intreccia con quello della gestione dei flussi migratori.
Si pone dunque un tema di coerenza tra le politiche italiane ed europee di esternalizzazione delle frontiere
e la politica di cooperazione allo sviluppo, che pure dovrebbe essere a norma di
legge “parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia”.
Le tempistiche con cui questo provvedimento viene posto all’attenzione delle aule parlamentari
inoltre non permettono una discussione serena e ragionata, ponendo invece camera e senato
di fronte a scelte già adottate e in fase di attuazione.
( Per gentile concessione di OPENPOLIS - www.openpolis.it )
Link:
https://www.openpolis.it/alla-politica-di-cooperazione-serve-una-nuova-prospettiva/
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