ref:topbtw-3141.html/ 7 Novembre 2021
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie
e valutare pratiche politiche.
La fase operativa dei progetti legati al piano nazionale di ripresa e resilienza sta iniziando a entrare nel vivo.
Uno dei primi ministeri a muoversi in questo senso è stato quello delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims).
Il dicastero guidato dal ministro Enrico Giovannini ha infatti assegnato circa 3 miliardi di euro per la realizzazione
di 159 interventi nell’ambito della rigenerazione urbana e dell’housing sociale.
La graduatoria pubblicata dal decreto del Mims tuttavia non è ancora definitiva.
I soggetti beneficiari delle risorse infatti dovranno inviare entro 30 giorni una serie di informazioni ulteriori.
Tra queste il cronoprogramma dettagliato degli interventi “rimodulato” in modo che i lavori si concludano entro il 2026.
€ 2,8 mld previsti dal Pnrr nell’ambito della rigenerazione urbana.
Questa indicazione ripropone il tema dei tempi strettissimi per la realizzazione degli interventi previsti dal Pnrr.
Se non saranno in grado di fornire tutta la documentazione richiesta infatti le amministrazioni
coinvolte rischiano di perdere i finanziamenti loro assegnati.
Inoltre, anche una volta partiti i cantieri, il governo potrebbe decidere di esercitare i suoi poteri
sostitutivi qualora il cronoprogramma dei lavori non venisse rispettato.
Gli interventi nell’ambito della rigenerazione urbana
Ma di cosa stiamo parlando nello specifico?
Come noto, il Pnrr prevede interventi di carattere normativo (riforme) da un lato e dall’altro la
realizzazione di opere pubbliche (investimenti).
Riforme e investimenti sono poi suddivisi settorialmente tra 16 componenti, a loro volta raggruppate in 6 missioni.
Tra le missioni la quinta prevede anche interventi per infrastrutture sociali.
Il Pnrr è articolato in missioni e componenti.
Ogni componente prevede la realizzazione sia di riforme che di investimenti in opere pubbliche.
Nell’ambito di questa missione, l’investimento 2.3 prevede la realizzazione del “Programma innovativo della qualità dell’abitare”.
Gli interventi che saranno realizzati con questa specifica misura sono finalizzati ad aumentare il patrimonio
di edilizia residenziale pubblica.
Oltre a ciò, erano ammissibili a ricevere il finanziamento anche progetti volti alla rigenerazione dei
centri urbani e delle periferie.
Ciò con l’obiettivo di migliorarne l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza.
I progetti PinQua sono stati introdotti dalla legge di bilancio per il 2020.
Non si tratta in realtà di un’iniziativa pensata appositamente per il Pnrr.
Il Piano innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PinQua) infatti è stato introdotto
per la prima volta dalla legge di bilancio per il 2020.
Tale norma prevedeva peraltro il 2033 come ultima annualità.
Come abbiamo visto però i progetti che riceveranno
i fondi del Pnrr dovranno concludersi in un tempo molto più limitato.
D’altra parte grazie ai fondi europei sarà possibile finanziare un numero maggiore di progetti.
La dotazione prevista per i PinQua infatti era di “soli” 853 milioni di euro.
159 i progetti in ambito di rigenerazione urbana che saranno finanziati con le risorse del Pnrr.
Anche per questo motivo il Mims ha nominato un’apposita “alta commissione” con il compito di
stilare una graduatoria dei progetti da finanziare.
I criteri per la scelta sono elencati nell’articolo 8 del
decreto interministeriale 395/2020.
In base al dettato di questo articolo sono stati privilegiati
interventi in aree a maggiore tensione abitativa, per il recupero di beni culturali e paesaggistici
e con un impatto limitato per quanto riguarda il consumo di suolo.
A questi criteri se ne aggiungono altri 2 espressamente previsti dal Pnrr.
Quello di non arrecare un danno significativo all’ambiente e quello di riservare almeno il 40% delle risorse
alle regioni del meridione.
La distribuzione degli investimenti sul territorio
Ma come si distribuiscono i finanziamenti sul territorio?
In base al decreto del Mims sappiamo che le proposte accolte sono state complessivamente 159.
A queste se ne aggiungono altre 112 che pur risultando ammissibili non saranno finanziate, almeno in questa prima fase.
Con 21 progetti finanziati la Puglia risulta essere la regione italiana con il maggior numero di proposte accolte.
Al secondo posto troviamo poi la Lombardia con 17 e al terzo il Lazio con 15.
Possiamo osservare come sarà finanziato almeno un progetto per ogni regione.
Tale indicazione era già prevista nella legge di bilancio istitutiva dei PinQua.
Fa eccezione il Trentino Alto Adige che però, come si può vedere dagli allegati al decreto del Mims,
non ha presentato progetti.
Rigenerazione urbana, finanziati 21 progetti pugliesi
Numero di progetti finanziati per ogni regione nell'ambito degli interventi per la
rigenerazione urbana previsti dal Pnrr
45 gli enti locali a cui è stato finanziato più di un progetto.
La Puglia risulta essere la principale beneficiaria anche facendo riferimento alla distribuzione delle risorse sul territorio.
In questa regione infatti arriveranno circa 394 milioni di euro.
Al secondo posto troviamo ancora la Lombardia con circa 392 milioni.
Mentre al terzo in questo caso c'è la Sicilia con circa 215 milioni.
I "progetti pilota"
In questo contesto è interessante approfondire il caso di 8 proposte finanziate che sono state sono classificate
come “progetti pilota”.
Tali interventi sono definiti dal ministero come progetti
“ad alto impatto strategico sul territorio nazionale in quanto orientati all’attuazione del green deal e della digital agenda”.
Per queste particolari proposte la massima richiesta possibile ammontava a 100 milioni di euro, mentre
per quelle “ordinarie” invece era di 15.
Complessivamente quindi per questo specifico tipo di interventi il ministero erogherà 655 milioni di euro.
Circa un quarto delle risorse complessive assegnate a questa voce del Pnrr.
€ 655 mln gli investimenti in progetti pilota nell’ambito degli interventi di rigenerazione urbana.
Purtroppo non è possibile conoscere nel dettaglio che cosa prevedono i progetti così classificati.
Ciò perché negli allegati al decreto del Mims non è presente alcuna descrizione, per quanto sommaria,
degli interventi che saranno realizzati.
Le uniche informazioni disponibili da questo punto di vista sono quelle contenute nel comunicato stampa con cui
il ministero ha annunciato la firma del decreto.
Un problema di tempi
Un ultimo elemento che vale la pena sottolineare riguarda i tempi stretti a disposizione delle
amministrazioni beneficiarie dei finanziamenti.
Gli enti locali coinvolti infatti dovranno finalizzare le loro domande e presentare tutta la documentazione
richiesta per accedere ai fondi in pochi giorni.
Inoltre, ed è questo forse l'aspetto più rilevante, le risorse messe a disposizione
dal Pnrr prevedono che i progetti finanziati siano realizzati in un arco temporale molto più ridotto
rispetto a quanto originariamente previsto per i progetti PinQua.
Se infatti l'ultima erogazione per questa voce nella legge di bilancio era prevista nel 2033,
con l'entrata in scena dei fondi europei le opere dovranno tassativamente concludersi entro il 31 marzo del 2026.
La compressione dei tempi però rischia di mettere in difficoltà gli enti locali.
Questi infatti potrebbero non avere strutture adeguate per rispettare un cronoprogramma così cadenzato.
Un esempio di ciò lo abbiamo visto nel caso dei progetti per la gestione delle risorse idriche.
In questo caso infatti le proposte avanzate dai soggetti siciliani sono state respinte a causa di errori
nella presentazione delle domande.
Tali esclusioni peraltro hanno portato al mancato rispetto dell’indicazione del 40% di risorse da
destinare alle regioni meridionali.
Questa dinamica ci conferma che sull'attuazione del Pnrr il nostro paese non può permettersi di commettere errori.
Il rischio di perdere i fondi europei qualora i tempi stabiliti non fossero rispettati infatti è molto alto.
Tale scenario tuttavia potrebbe spingere il governo ed esercitare frequentemente i suoi poteri sostitutivi qualora
si riscontrassero delle difficoltà.
I tempi stretti potrebbero spingere il governo a commissariare molte opere.
( Per gentile concessione di OPENPOLIS - www.openpolis.it )
Link:
https://www.openpolis.it/rigenerazione-urbana-tra-tempi-stretti-e-trasparenza/
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