ref:topbtw-3148.html/ 14 Novembre 2021/A
In questi ultimi 20 mesi la crisi occupazionale provocata dal Covid non ha colpito indistintamente tutti.
A pagare il conto più “salato”, purtroppo, sono stati i lavoratori indipendenti[1], ovvero gli autonomi
e le partite Iva, che dal febbraio 2020 (mese pre Covid), al settembre 2021 (ultimo dato disponibile fornito dall’Istat),
sono diminuiti di 327 mila unità (-6,3 per cento).
Diversamente, i lavoratori dipendenti, anche se di poco, sono invece aumentati:
sempre nello stesso arco temporale, lo stock complessivo degli impiegati e degli operai presenti in Italia
è salito di 13 mila unità (+0,1 per cento).
Complessivamente, il gap occupazionale tra il febbraio 2020 e lo scorso mese di settembre rimane ancora negativo.
Intendiamoci, nulla a che vedere con i picchi toccati nella primavera scorsa, comunque l’ ultimo dato disponibile
ci dice che lo stock degli occupati presenti nel Paese rispetto al dato pre pandemia è più basso di 314
mila unità (-1,4 per cento)
A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.
Va comunque sottolineato che il risultato positivo registrato dai lavoratori dipendenti
è ascrivibile a un deciso aumento del numero dei lavoratori a tempo determinato;
questi ultimi, tra febbraio 2020 e settembre di quest’anno, sono cresciuti di +108 mila unità;
per contro, gli occupati a tempo indeterminato sono diminuiti di 95 mila..
LINK a tutta la notizia:
http://www.cgiamestre.com/wp-content/uploads/2021/11/Autonomi-Dpendenti-13.11.2021.pdf
( CGIA Mestre )
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