ref:topbtw-3201.html/ 6 Gennaio 2022
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie
e valutare pratiche politiche.
Sandro Pertini è stato il presidente della repubblica eletto con la maggioranza più ampia
Il nuovo presidente ?
Da sempre i primi nomi sono come quei sassi che vengono lanciati nello stagno.. per vedere che effetto che fa...
E da sempre sono quelli sacrificati... ma accontentati..
I papabili ?
Restano sempre nell'ombra fino all'ultimo.
Per eleggere un Presidente ? Spesso oltre 20 votazioni.. Come per Saragat e Leone..
504 i voti necessari
Data l’importanza del ruolo la costituzione prevede una procedura particolare per l’elezione del capo dello stato.
È infatti previsto il voto segreto e una maggioranza dei due terzi dell’assemblea.
Se non si riesce a raggiungere questa soglia si procede a una nuova votazione.
Dopo i primi tre scrutini, se ancora non si riesce ad eleggere un candidato, diventa sufficiente la maggioranza assoluta
(la metà più uno dei votanti).
La seduta per l’elezione del presidente della repubblica è unica.
Ciò significa che finché non viene eletto il successore al Quirinale l’assemblea non si scioglie.
Mediamente sono 9 gli scrutini necessari per arrivare ad eleggere il capo dello stato.
Se da un lato infatti sia Francesco Cossiga nel 1985 che Carlo Azeglio Ciampi nel 1999 sono stati eletti al primo turno,
dall’altro per Giuseppe Saragat e Giovanni Leone sono stati necessari oltre 20 scrutini (21 per il primo e 23 per il secondo).
Sul podio delle elezioni più complicate anche quelle di Oscar Luigi Scalfaro nel 1992 e Sandro Pertini nel 1978,
entrambe terminate dopo 16 votazioni.
La legislatura inoltre sta entrando nella sua parte finale e il secondo elemento che caratterizza questa elezione
è il fatto che il prossimo parlamento sarà a ranghi ridotti con solo 400 deputati e 200 senatori.
Per molti politici attualmente presenti in parlamento significa non essere rieletti nella prossima legislatura.
Un ultimo elemento da considerare che potrebbe influire in maniera significativa sull’esito delle votazioni
per il colle è ovviamente l’emergenza Covid.
Sarebbero molti infatti i deputati e i senatori che in questo
momento potrebbero non partecipare alle votazioni poiché in quarantena.
Una situazione che potrebbe influire non poco sui rapporti di forza all’interno dell’assemblea.
La situazione attuale
Il quadro attuale risulta molto più difficile da decifrare.
Non solo perché non c’è una forza egemone in parlamento ma anche perché tutti i principali partiti
hanno attraversato, per motivi diversi, momenti di difficoltà.
Il Movimento 5 stelle ad esempio, pur rimanendo la forza di maggioranza relativa sia alla camera che al senato,
si è molto ridimensionato rispetto all’inizio della legislatura a causa di abbandoni ed espulsioni.
Il Partito democratico dal canto suo non solo ha riportato un risultato deludente nelle elezioni politiche
del 2018 ma ha pure subito la scissione di Italia viva che lo ha ulteriormente indebolito.
Le forze di centrodestra e di centrosinistra sostanzialmente si equivalgono.
I delegati regionali
Capire quale sarà l'orientamento dei grandi elettori inviati dalle regioni per partecipare alla scelta del nuovo
capo dello stato non è un elemento di secondo piano dunque.
Al 30 dicembre 2021 soltanto l'Abruzzo aveva già annunciato i propri delegati.
Si tratta del presidente della regione Marco Marsilio (Fdi), del presidente del consiglio regionale
Lorenzo Sospiri (Fi) e della consigliera del Movimento 5 stelle Sara Marcozzi.
La scelta è caduta dunque sui presidenti della giunta e del consiglio regionale e su una
rappresentante dell'opposizione.
Questo però non è uno schema fisso.
Infatti non sono previsti vincoli particolari alle scelte dei consigli regionali.
Secondo alcune indiscrezioni riportate dalla stampa ad esempio lo stesso Silvio Berlusconi,
potenziale candidato per il Quirinale del centrodestra ma che non siede in parlamento,
avrebbe chiesto di essere inserito tra i 3 grandi elettori scelti dalla Lombardia per poter seguire
da vicino l'andamento degli scrutini.
58 i delegati regionali che partecipano all'elezione del presidente della repubblica.
In generale però lo schema adottato dall'Abruzzo può essere esteso anche alle altre regioni come ipotesi
ragionevole per fare delle previsioni.
Anche nel 2015 infatti, salvo poche eccezioni, la composizione dei delegati regionali fu questa.
In tal caso il maggior numero di delegati andrebbe al Pd (20).
Alla Lega ne spetterebbero 15 mentre a Forza Italia 7.
Delegati regionali, 33 probabili voti per il centrodestra
La possibile appartenenza dei delegati regionali che potrebbero partecipare all'elezione per il presidente della repubblica
( Redazione - G.C. Openpolis)
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