ref:topbtw-3257.html/ 3 Marzo 2022
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie
e valutare pratiche politiche.
Ad un anno dalla sua istituzione.
Il nuovo corso.
Dopo essere passato nel corso degli anni sotto la competenza di varie amministrazioni, al turismo è stato attribuito un ministero specifico. Oggi la struttura può essere considerata nel pieno delle sue funzioni,
tra le quali la gestione di una parte delle risorse del Pnrr.
On. Massimo Garavaglia
Nato nel 1968 a Cuggiono, in provincia di Milano, ma vive ed è residente a Marcallo con Casone, dove ha
ricoperto la carica di sindaco del comune, per due mandati, dal 1999 al 2009.
Si è laureato in economia e commercio con specializzazione in scienza delle finanze aziendali presso
l'Università commerciale Luigi Bocconi, oltre che in scienze politiche presso l'Università Statale di Milano.
È stato anche membro di diversi consigli di amministrazione, tra cui quello di CoNord, dell’Aifa e di CdP.
Esattamente un anno fa il governo Draghi ha varato il decreto legge 22/2021, con cui si provvedeva alla
riorganizzazione dei ministeri.
Tra le varie novità introdotte vi fu la creazione del ministero del turismo (Mitur).
Di conseguenza le deleghe relative a questa materia furono tolte al ministero dei beni delle attività culturali
e del turismo (Mibact), che assunse quindi un nuovo nome, ministero della cultura (Mic).
La decisione di scorporare il turismo dalle materie di competenza del ministero dei beni e delle
attività culturali fu annunciata ancor prima che il governo Draghi entrasse nel pieno delle sue funzioni.
Infatti fu proprio durante la conferenza stampa in cui il nuovo presidente del consiglio annunciava la nuova squadra
di governo che venne data questa notizia.
Ministeri senza portafoglio:
[…] On. Massimo Garavaglia, al quale sarà conferito l’incarico per il coordinamento di iniziative nel
settore del turismo e che sarà preposto al nuovo ministero del turismo, con portafoglio.
- Mario Draghi riferisce alla stampa la lista dei ministri 12/02/2021
Questa decisione da un lato ha rappresentato una novità, visto che per la prima volta al turismo è stato
attribuito un ministero ad hoc, mentre dall’altro è stato solo l’ennesimo passaggio che ha
spostato questa competenza da un dicastero a un altro.
Il vecchio ministero del turismo e dello spettacolo
Agli inizi della storia repubblicana, la competenza in materia di turismo era stata
attribuita a un commissariato istituito presso la presidenza del consiglio (D.lgs. 941/1947).
Dodici anni più tardi tuttavia si decise di creare una struttura dedicata ovvero il ministero del turismo e
dello spettacolo (L. 617/1959).
Questo novo dicastero dunque avrebbe gestito anche un’altra competenza fino a quel momento in capo
alla presidenza del consiglio, ovvero lo spettacolo.
Ciascuno dei due settori sarebbe stato da quel momento
amministrato attraverso un’apposita direzione generale a cui se ne aggiungeva una terza dedicata agli affari
generali e al personale.
Questa struttura rimase stabile fino al 1993.
Quell’anno infatti vennero proposti ben 10 referendum abrogativi
di cui 3 riguardavano proprio l’eliminazione di alcuni ministeri, ovvero il ministero dell’agricoltura,
quello delle partecipazioni statali e quello del turismo e dello spettacolo.
Dalla riduzione dei ministeri alla nascita del Mitur
Per evitare che l’esito referendario (D.l. 175/1993) ripristinasse tout court una normativa ormai vecchia
di quasi 40 anni venne quindi emanato un decreto (D.l. 495/1993) che attribuiva alle regioni
la maggior parte delle competenze in materia di turismo, mentre le rimanenti tornarono alla presidenza
del consiglio.
Il contrario invece avvenne per lo spettacolo.
D’altronde in quella fase la tendenza era quella di ridurre il numero di dicasteri.
Solo pochi anni più tardi infatti la riforma Bassanini stabilì che queste strutture dovessero essere in tutto 12.
Oltre a questo la riforma spostò nuovamente le competenze in materia di spettacolo e turismo.
Le prime vennero attribuite al ministero dei beni e delle attività culturali e le seconde a quello
delle attività produttive, dove sono rimaste per circa 7 anni, per poi tornare alla presidenza del consiglio
nel 2006 (Dl 181/2006).
Nel 2013 le due competenze sono state poste ancora una volta sotto la stessa struttura,
il ministero dei beni culturali (L. 71/2013).
Con la nascita del primo governo Conte però il turismo è stato di nuovo spostato, in questo caso presso
il ministero delle politiche agricole (Dl 86/2018) allora guidato da Gian Marco Centinaio, della Lega.
L’anno successivo, con il ritorno al governo del Partito democratico (Pd) e di Dario Franceschini al ministero dei
beni culturali, il turismo è tornato di competenza del Mibact (Dl 104/2019).
Infine, come abbiamo visto, il governo Draghi ha istituito il ministero del turismo affidandolo
alla guida di Massimo Garavaglia, della Lega.
7 gli atti con forza di legge con cui sono state trasferite da un ministero all’altro
le competenze in materia di turismo tra il 1993 e il 2021.
Nel 2021 dunque per la prima volta è nato un ministero che si occupa esclusivamente di turismo.
Il decreto ha previsto per quest’organo una struttura composta da un segretario generale e 3 direzioni generali.
Il regolamento organizzativo, approvato lo scorso maggio ha poi precisato le funzioni di ciascuna di queste direzioni:
affari generali e delle risorse umane;
programmazione e delle politiche per il turismo;
valorizzazione e promozione turistica.
Nuovi dirigenti per un nuovo ministero
Con la nascita del Mitur e delle relative strutture amministrative, il ministro Massimo Garavaglia (Lega)
ha dunque dovuto provvedere alla nomina di un segretario generale e di 3 direttori generali.
Il ministero del turismo è uno dei 7 dicasteri la cui struttura prevede un segretario generale e alcune direzioni generali
( Per gentile concessione di OPENPOLIS - www.openpolis.it )
Link:
https://www.openpolis.it/il-ministero-del-turismo-a-un-anno-dalla-sua-istituzione/
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