ref:topbtw-3360.html/ 14 Giugno 2022/A
SALARIO MINIMO: SI’, SOLO SE SI CONSIDERA IL TEC. “ESONERARE” L’APPRENDISTATO.
SONO ALMENO 1,5 MILIONI I DIPENDENTI A RISCHIO DUMPING
L’Ufficio studi della CGIA esprime parere favorevole al salario minimo legale a 9 euro lordi l’ora, purché, come
riferimento, si consideri il Trattamento Economico Complessivo (TEC) e non la paga oraria.
Il TEC, infatti, oltre alla retribuzione lorda include anche il rateo delle mensilità
aggiuntive (tredicesima e quattordicesima), del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), della quota dovuta agli
enti bilaterali e di altri istituti di fonte contrattuale, come la Riduzione dell’Orario di Lavoro (ROL),
i permessi e le ferie.
Ebbene, se il calcolo della retribuzione oraria tiene conto anche di queste voci che compongono il cosiddetto
salario differito, è evidente, così come ha avuto modo di segnalare nei giorni scorsi
Confindustria, che anche le associazioni datoriali più rappresentative degli artigiani e
dei commercianti possono affermare con altrettanta fermezza che gli occupati in questi
settori già oggi ricevono una retribuzione lorda oraria superiore a 9 euro.
Senza contare che, grazie alla storica cultura negoziale presente nel nostro Paese, è sempre
più diffusa, soprattutto al Centro Nord, la sottoscrizione tra le parti sociali
dei contratti di secondo livello (territoriali e/o aziendali) che, assieme
al ricorso del welfare aziendale, consentono alle buste paga dei dipendenti di essere ancor più pesanti.
Salario minimo agli apprendisti ?
No, altrimenti l’istituto rischia l’estinzione
Gli ultimi dati disponibili resi noti dall’Istat, segnalano che in Italia ci sono poco più di 700 mila apprendisti;
vale a dire giovani assunti con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato finalizzato
alla formazione e all’occupazione giovanile.
La durata del contratto varia in ragione della tipologia dello stesso:
mediamente oscilla tra i 3 e i 5 anni.
In linea generale, inoltre, la retribuzione mensile di un apprendista si aggira attorno agli 800 euro netti.
L’importo è basso perché risponde alla filosofia di questo istituto che, introdotto nel 1955,
è rivolto a under 30 che entrano nel mercato di lavoro senza alcuna esperienza lavorativa e
al termine di questo percorso, grazie all’attività di tutoraggio realizzata dell’azienda che li ospita,
acquisiscono una professione.
Per contro, l’investimento realizzato dall’imprenditore viene “premiato” con la possibilità di beneficiare
di un forte abbattimento del costo del lavoro.
Ora, stando ai dati riportati dall’Istat, oltre il 28 per cento del totale degli apprendisti
presenti in Italia (in termini assoluti corrispondono a quasi 205 mila giovani)
ha una retribuzione mediana oraria pari a 6,59 euro.
Sono dipendenti che nella stragrande maggioranza dei casi sono stati assunti da poco;
difatti questi apprendisti con retribuzione oraria sotto soglia presentano un numero medio
di ore lavorate inferiore a circa il 20 per cento degli apprendisti più “anziani” che, invece,
presentano una retribuzione oraria mediana pari a 9,61 euro.
E’ evidente che se agli apprendisti neoassunti la retribuzione minima oraria fosse innalzata
a 9 euro lordi, nel giro di qualche anno registreremo un crollo dell’utilizzo di questo contratto.
Per le imprese, infatti, assumere un giovane alle prime armi senza alcuna esperienza alle spalle
con un contratto di apprendistato non sarebbe più conveniente.
Altresì, va ricordato che con questo contratto sono tantissime le generazioni di lavoratori
che sono diventati dapprima degli ottimi operai specializzati e poi anche degli imprenditori di successo.
Anche per queste ragioni storiche e culturali, l’istituto dell’apprendistato va
salvaguardato e, pertanto, “esonerato” dall’applicazione del salario minimo legale a 9 euro all’ora…
LINK a tutta la notizia:
http://www.cgiamestre.com/salario-minimo-si-solo-se-si-considera-il-tec/
( CGIA Mestre )
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