Telefonò a suo padre, a Dublino, e gli riferì le sue ultime sensazioni.

Il dottor Block aveva sufficienti contatti di altissimo livello per poter accertare cosa stava succedendo.

E infatti dopo qualche giorno richiamò Scarlet e le disse tutto quello che era riuscito a sapere:
l'MI5 era al corrente della presenza dei due agenti del KGB le cui intenzioni erano facilmente intuibili, inoltre, considerando preziosa la persona della dottoressa Block aveva provveduto sin dall'inizio della sua permanenza a Taormina ad inviare sul posto il suo migliore agente con il compito di proteggerla discretamente da tutto ciò che di pericoloso poteva insidiarla.

Scarlet non si era accorta di nulla, chi era il misterioso personaggio che si prendeva cura di lei ?

C'era una collinetta alle spalle della pensione da dove era possibile controllare tutti i movimenti delle persone residenti, al riparo degli alberi di limone.

Da quel posto sicuro i due agenti osservavano costantemente Scarlet.
Ma non sapevano di essere a loro volta tenuti sotto osservazione da un uomo efficientissimo in condizione di intervenire immediatamente nella eventualità che avessero posto in atto la loro missione.

Che consisteva nell'eliminazione fisica della dottoressa Block e di chi si fosse trovato accanto a lei più o meno casualmente.

Il mirino telescopico del fucile dell'uomo era costantemente puntato su di loro.

Scarlet si rendeva perfettamente conto di trovarsi in una situazione a dir poco paradossale, da una parte aveva in corso una partita a scacchi con la Morte, il cui esito avrebbe determinato il suo futuro, dall'altra parte la Morte si era impadronita del corpo di un uomo, per starle vicino in maniera normale, e quell'uomo si era innamorato di lei. Oltre tutto ricambiato.

Chiunque sarebbe rimasto sconvolto da quell'evento soprannaturale, ma non Scarlet.

Una forza interiore sconosciuta le impediva di pensare al suo stato e la costringeva a condurre la sua vita in modo quasi normale.

Quando pensava a Wlad non riusciva a vederlo in un ruolo diverso da quello che era, un uomo del quale era innamorata, e il modo di agire che aveva nei suoi confronti aveva rafforzato la sua convinzione che insieme al corpo avesse preso tutte le umane debolezze, tutti i pensieri e i sentimenti che fanno parte della vita normale.

Non poteva esercitare i suoi poteri sovrumani, amava, soffriva, era felice o infelice, aveva freddo o caldo, fame e sete.
Come tutti.

Scarlet non avrebbe potuto spiegare l'irrazionale attraverso deduzioni razionali, questo non è consentito agli uomini, quella strada porta alla follia.
Le era accaduto un evento probabilmente unico e accettarlo era l'unica cosa che poteva fare.

Doveva seguire i cicli della natura, la sua vita individuale, la ricerca del proprio senso, scoprire chi era in realtà, cercare di capire cosa e perchè la sorte le aveva riservato.
La ricerca di se nella ricerca di Dio.

Così il tempo passò, Wlad sembrava scomparso ma era certa che lo avrebbe rivisto molto presto.
Durante una delle passeggiate che faceva a Giardini Naxos insieme a Lisa vide una camionetta della polizia con dietro, seduta tra due agenti, una ragazza, quasi una bambina, vestita di nero e con le manette ai polsi, aveva uno sguardo trasognato, perduto nel vuoto, non manifestava nessun dolore o sgomento per la sua posizione, era completamente assente, viveva forse in un mondo tutto suo.

I suoi sogni di bambina erano finiti, travolti da una realtà più grande di lei.
L'auto era ferma per far passare una processione, Scarlet e Lisa si avvicinarono per chiedere di quale delitto avesse potuto macchiarsi una bambina per trovarsi in quello stato.

La ragazza aveva quindici anni, era stata costretta a sposare un uomo di quasi cinquant'anni più vecchio di lei e la notte prima lo aveva ucciso.

La gente intorno diceva che era stato un uomo orribile e che aveva meritato la morte.
Chissà cosa aveva dovuto subire quella bambina per arrivare a tanto.
Ma questa non era una giustificazione, la giustizia doveva fare e avrebbe fatto il suo corso.
Attraverso una condanna esemplare.

Tornarono alla pensione con il cuore stretto in una morsa di ghiaccio.
Quella bambina avrebbe pagato per una colpa non sua.
Scarlet si chiese se questo poteva essere il senso della vita.
Wlad aveva telefonato, sarebbe passato quella sera stessa.
Anche il padre di Scarlet aveva telefonato, voleva essere richiamato appena possibile.
Telefonò subito a suo padre, le rispose che l'avrebbe richiamata lui l'indomani.

Probabilmente doveva riferirle delle cose riservate e non riteneva sicuro il suo telefono.
Puntuale come al solito Wlad arrivò alla pensione, non si era fatto vedere da più di una settimana, disse che impegni di lavoro lo avevano costretto a rientrare in Olanda per qualche giorno.

Scarlet stava cercando di capire in quale modo l'essere che abitava dentro Wlad e con il quale aveva una partita a scacchi in sospeso, potesse conviverci senza utilizzare le proprie facoltà.
Probabilmente non gli era consentito, il suo potere e le sue facoltà venivano annullate nel momento in cui entrava in un corpo fisico e doveva pensare e agire esattamente nello stesso modo nel quale avrebbe agito l'uomo al cui interno, nella cui anima temporaneamente risiedeva.

Non convivevano due entità in lui, quando lo baciava, quando guardava i suoi occhi grigi, quando faceva l'amore con lui, quando ascoltava le sue parole d'amore era Wlad che baciava, che guardava e che ascoltava.
Soltanto con l'uomo di cui si era innamorata perdutamente avrebbe potuto fare l'amore.