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ref:topbtw-3453.html/ 15 Settembre 2022


- L'ESERCIZIO del POTERE
I numeri alla mano..


I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche.

Astensionismo

perché non si vota.

Il partito che non c'é


Chi combatte puo' anche perdere..
Ma chi non combatte ha già perso in partenza..


Dopo ogni tornata elettorale è ormai prassi affermare che il partito più grande in Italia è quello dell’astensione.
Ma quali sono le cause di questa tendenza? Quali le soluzioni?

Ci stiamo avvicinando ormai a grandi passi verso le elezioni del prossimo 25 settembre in cui saremo chiamati a eleggere il nuovo parlamento.

Il primo dopo la riforma costituzionale che ha portato al taglio dei parlamentari.

Leggi anche La prime elezioni dopo il taglio dei parlamentari.

Uno dei temi di questa campagna elettorale però è legato anche al grande dato sull’astensionismo che si prospetta, almeno in base ai sondaggi.

Una quota che – se fosse confermata – sarebbe la più alta della storia del nostro paese per quanto riguarda le elezioni parlamentari.

35,8% la stima di indecisi e astenuti (media dei sondaggi Demopolis, Tecnè, Emg, Ipsos ed Euromedia realizzati nel periodo compreso tra l’1 e il 9 settembre).

In effetti il livello di partecipazione è stato costantemente in calo negli ultimi anni.

Ma quali sono le cause di questa tendenza?

E quali sono le soluzioni? Di questo tema si è occupata una commissione di studio promossa dal dipartimento per le riforme istituzionali della presidenza del consiglio dei ministri.

I lavori di questa commissione sono stati raccolti in un libro bianco in cui vengono delineati gli aspetti principali del fenomeno.

La commissione ha individuato due ordini di criticità: alcune di natura più “tecnica” e altre invece legate al disinteresse dei cittadini o alla sfiducia nelle istituzioni.

Le soluzioni proposte cercano di porre dei rimedi al primo di tipo di problemi.

Spetterebbe invece alle forze politiche aprire una riflessione su come affrontare il secondo aspetto e recuperare il rapporto con gli elettori.

Una riflessione che però, al di la delle dichiarazioni di rito, non pare essere ancora iniziata veramente.

Il quadro costituzionale

Il lavoro della commissione parte dall’analisi del dettato costituzionale.

La nostra carta infatti, se da un lato riconosce e tutela il diritto di voto dei cittadini, dall’altro pone alcuni vincoli all’utilizzo di strumenti che potrebbero agevolare la partecipazione.

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto.

Il suo esercizio è dovere civico.

- Articolo 2 costituzione
Il requisito della personalità del voto, ad esempio, implica che l’elettore non può essere sostituito da altri.

Ciò parrebbe escludere la possibilità del voto per delega o per procura.

Un’altra limitazione è legata all’introduzione del voto elettronico.

Soluzione che, tra i paesi analizzati, è già operativa solo in Estonia.

Il dettato costituzionale pone dei paletti alla possibilità di introdurre il voto elettronico.

Secondo gli esperti infatti, la necessità costituzionale di garantire che l’espressione del voto e lo scrutinio non si prestino a interferenze o manipolazioni esclude il ricorso a questa soluzione, almeno fintanto che non potranno essere esclusi rischi di hackeraggio.

Dal libro bianco tuttavia si apprende che sul punto è al lavoro un apposito gruppo di lavoro interministeriale.

Sempre per evitare rischi di possibili manipolazioni, la commissione sconsiglia l’estensione generalizzata del ricorso al voto per corrispondenza oltre ai casi già previsti.

Data questa cornice, la costituzione comunque all’articolo 3 impone alle istituzioni di rimuovere ogni ostacolo
“di ordine economico e sociale”
che impedisca la “partecipazione all’organizzazione politica del paese”.

La commissione ha quindi individuato una serie di problematiche di cui governo, parlamento e forze politiche dovrebbero farsi carico.

Il tema della scarsa fiducia nei partiti e nelle istituzioni

Come già detto nell’introduzione, la commissione non elude il problema legato al fatto che una significativa quota di astensionismo, soprattutto negli ultimi anni, sia da attribuire alla scarsa fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni e nei partiti.

"L’Italia va inserita in quei paesi ad alta partecipazione, in cui la crescita dell’astensione sembra il risultato, prima, della sfiducia nei partiti e del conseguente terremoto politico all’inizio degli anni novanta e, poi, a distanza di anni, della grande recessione con i suoi effetti economici e sociali che spinge a reazioni di protesta e astensione."

- Libro bianco sull’astensionismo (maggio 2022)

Da questo punto di vista una conferma ci giunge anche dal Rapporto sul benessere equo e sostenibile (Bes) curato da Istat.

Dai dati relativi al 2021 infatti emerge come la fiducia degli italiani nei confronti della politica sia particolarmente bassa.

Su una scala di apprezzamento che va da 0 a 10 infatti i partiti politici si fermano a 3,3.

Leggermente più alti i dati di parlamento (4,6) e sistema giudiziario (4,8).

In Italia la sfiducia nei confronti dei partiti è molto alta

Quanti tipi di astensionismo

La commissione ha suddiviso il fenomeno in due macro-categorie.

L’astensionismo apparente e quello reale.

Con il termine astensionismo apparente si intende una sovrastima della percentuale di mancata partecipazione dovuta sostanzialmente al diverso modo di tenere conto degli iscritti all’Aire (anagrafe italiani residenti all’estero) a seconda delle elezioni e delle incongruenze negli archivi anagrafici e nei registri elettorali dei comuni italiani.

Tali dinamiche portano a doppioni e quindi ad errori nei conteggi.

Per quanto si tratti certamente di una distorsione non di poco conto, l’astensionismo apparente non è oggetto di questo articolo.

In primo luogo perché parliamo appunto di errori statistici e non di reali mancate partecipazioni al voto.

In secondo luogo perché questa dinamica non riguarda le elezioni per il parlamento, dato che in questo caso il voto degli italiani all'estero è disciplinato in maniera specifica.

Per quanto riguarda l’astensionismo reale invece, la commissione suddivide i cittadini che non si recano al seggio in 3 diverse sotto-categorie:

- involontari (impedimenti dovuti a problemi di età/salute o distanza dal seggio);
- indifferenti (scarso interesse, disinformazione);
- alienati (critica radicale, insoddisfazione, sfiducia).
Per quanto riguarda gli astensionisti involontari la commissione sottolinea come su questa componente influisca in maniera significativa l’aumento dell’età media della popolazione.

Spesso infatti con l’avanzare dell’età si va incontro a problemi di salute, oltre che a difficoltà negli spostamenti.

Elementi che rappresentano un ostacolo non indifferente nel recarsi al seggio per una quota sempre maggiore di italiani.

Secondo i dati di Istat infatti la popolazione sopra i 75 anni, nell’arco di 70 anni, è passata da 1,2 a oltre 7 milioni.

Con un’incidenza quadruplicata sul totale dei residenti.

11,9% la popolazione italiana over 75 a inizio 2020 secondo Istat.

Link:
https://www.openpolis.it/le-elezioni-e-il-tema-dellastensionismo-crescente/

(Openpolis)


L'ITALIA che NON MUORE....


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