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Il Racconto della Domenica - 19 Giugno 2016 -
L'undicesimo episodio di: "Scacco al Re " -

Se tutto è imperfetto in questo mondo imperfetto, l'Amore invece è perfetto nella sua assoluta e squisita imperfezione.

Anche se i suoi sentimenti erano forse ambigui, in quei momenti meravigliosi si sentiva al di sopra del tempo e di tutte le cose del mondo, esisteva soltanto lui.

La Morte era lontana, perduta nei freddi spazi infiniti.
Non aveva nessun timore, nessuna paura di quello che sarebbe accaduto domani, il passato ed il futuro non avevano nessuna consistenza.

Viveva solo il presente, quei momenti incantati con lui.
Anche se capiva che non avrebbe potuto conservarli ancora per molto tempo.

Rimasero a lungo seduti nella veranda della pensione, tra il profumo dei glicini e dei gelsomini, al chiaro della luna piena.
Rimasero così, abbracciati e senza dire una parola che avrebbe potuto interrompere l'intensità di quei momenti.

Forse nessuno, sulla terra, aveva mai avuto la fortuna di provare un amore come quello.
E forse proprio per questo motivo il prezzo da pagare era così alto.

Era già notte inoltrata quando Wlad andò via, prima staccò un fiore di ibiscus e lo mise tra i suoi capelli.
L'indomani mattina il padre di Scarlet telefonò, evidentemente da un apparecchio sicuro.

Si trovava nella sede dell'MI5 di Londra, il direttore doveva incontrarla assolutamente.
L'avrebbe attesa dopo tre giorni presso il Consolato di Palermo, le raccomandò di farsi accompagnare dal dottor van der Goes.

La sera Wlad tornò alla pensione e gli riferì la telefonata di suo padre.
Dovevano incontrare il direttore dei servizi segreti inglesi presso la sede del Consolato a Palermo.
L'indomani mattina andarono.

Wlad aveva sostituito la decapottabile nera con una Rolls Royce bianca, era arrivata a Messina dall'Olanda con una delle sue navi.

Arrivarono velocemente e comodamente, attraversando i paesi che da Messina conducevano a Palermo tra l'ammirazione della gente che non aveva probabilmente mai visto una macchina di quel genere.

Al Consolato inglese erano attesi, l'addetto alla segreteria li fece accomodare in un salottino riservato, offrì loro del te con i classici biscottini britannici e dopo qualche minuto li introdusse nello studio del Console attraverso una pesante porta in legno massiccio.

Oltre al Console era presente l'Ambasciatore inglese e un signore altissimo e magro con degli occhiali cerchiati d'oro.
Chiaramente il direttore dell'MI5.

Che dopo brevi convenevoli e presentazioni entrò subito nell'argomento:
era necessario che conoscessero tutto esattamente, oltre quello che già sapevano, sullo stato di avanzamento del progetto di Kurchatov e dei fisici sovietici.

L'Ambasciatore intervenne nella discussione, era rimasto formalmente seduto dietro l'enorme scrivania con alle spalle il severo ritratto della regina Elisabetta.

Era abbastanza chiara la sua intenzione di sfruttare psicologicamente la sua posizione per creare un clima di, anche se relativa intimidazione.

Disse che il possesso di quell'arma, se fosse stata realizzata, avrebbe dato un enorme vantaggio ai sovietici, il comunismo avrebbe prevalso e soggiogato gli altri popoli liberi.

Il suo discorso era esattamente l'opposto di quello tenuto a Mosca da Kurchatov e che aveva colpito profondamente Scarlet, soltanto le parti erano invertite ma i principi erano identici.

Evidentemente era impossibile anche solo immaginare da quale parte potesse trovarsi la verità.

Metà del Mondo intendeva governare e sottomettere l'altra metà alle sue politiche.

La guerra che aveva devastato l'Europa, l'uso spaventoso degli ordigni nucleari, non era servito a niente.
Tutto stava ricominciando e con presupposti ancora più terribili di prima.
Scarlet continuò a chiedersi per quale strano e insondabile motivo gli uomini, o meglio quelli che detenevano il potere, malgrado il sangue e le distruzioni passate e recenti, continuassero a perseguire diabolicamente la distruzione del mondo.

Che in quel momento non era un'ipotesi ma una certezza assoluta.

Allo stato dei fatti l'equilibrio atomico portava ragionevolmente a dedurre che nessuno dei due blocchi potesse prendere l'iniziativa di un attacco dovendone subire inevitabilmente la rappresaglia.

Ma Scarlet era convinta che la ragionevolezza non facesse parte della condizione umana.

L'Ambasciatore, e gli altri insieme a lui, sapevano che il contributo della dottoressa Block era importante per la realizzazione dell'ordigno.

Ma non sapevano fino a che punto. Senza di lei, senza le sue conoscenze ed intuizioni, non poteva essere realizzato.

Il direttore disse che era un suo preciso dovere aiutare i popoli liberi, ai quali lei apparteneva, nella realizzazione di un'arma che avrebbe dato loro un vantaggio definitivo nei confronti del nemico.

L'Ambasciatore disse che era necessario far trionfare nel mondo la pace e la democrazia, al contrario del comunismo che voleva la guerra, che avrebbe soffocato le ambizioni di pace e di libertà dei popoli e che quindi doveva essere combattuto con ogni mezzo.

Scarlet era allibita, le stesse frasi di Kurchatov, la sua richiesta partecipazione al progetto vista da una diversa angolazione.

Ognuno cercava di usarla per raggiungere i suoi scopi di dominio, senza tenere in nessun conto le conseguenze che tutto questo avrebbe provocato.

Avrebbero usato ogni mezzo per ottenere la sua collaborazione, anche se il possesso di un'arma simile andava oltre gli ideali politici di una parte o dell'altra.
Quello che era in gioco era la stessa sopravvivenza degli esseri umani.

Wlad non era intervenuto in quelle discussioni, si era limitato ad ascoltare in silenzio ma conosceva profondamente Scarlet, era stato sufficiente un solo sguardo per capire la posizione che avrebbe assunto in quella vicenda.

….continua


( Eugenio Ardito )

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