I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie
e valutare pratiche politiche.
Astensionismo
Il calo dell’affluenza
A partire dalle elezioni del 1979 l’affluenza alle consultazioni parlamentari ha subito un progressivo e quasi continuo calo
che l’ha portata dal 93,4% del 1976 al 63,8% del 2022.
63,8% l’affluenza alle elezioni parlamentari 2022 (camera).
Dalla fine degli anni ’80 infatti solo in due occasioni si è registrata una momentanea ripresa dell’affluenza:
prima nel 1987, con una crescita di appena 0,8 punti percentuali rispetto al 1983, e poi nel 2006 con una crescita di oltre 2 punti rispetto al 2001.
Nel 1992, per la prima volta, il partito del non voto ha invece superato il secondo partito con più voti alle elezioni, in quell'occasione
il Partito democratico della sinistra (Pds).
Alle elezioni successive invece le prime due liste e il partito del non voto hanno raggiunto cifre molto simili:
8,1 milioni di voti Forza Italia, 7,8 il Pds e 8 il partito del non voto.
Alle elezioni del 1996 poi il partito del non voto ha raccolto per la prima volta più preferenze di tutti, anche se negli
anni successivi è tornato al pari o al di sotto almeno del primo partito.
È a partire dal 2013 infine che il non voto rappresenta la scelta più comune tra gli elettori, almeno rispetto alle singole liste.
+39,5% gli elettori che hanno scelto di non esprimersi rispetto a quelli che hanno votato liste di centro-destra.
In questi termini infatti il partito del non voto ha coinvolto oltre 17 milioni di elettori.
Ben oltre i 12,3 del centro-destra che complessivamente rappresentano il 26,7% dell'elettorato.
A partire dal 2013 quello del non voto è costantemente il "primo partito" d'Italia.
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(Openpolis)
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