ref:topbtw-3528.html/ 29 Novembre 2022/A
Milano -
Le bioraffinerie hanno un ruolo centrale nell’evoluzione di Eni perché contribuiscono a realizzare
l'obiettivo principale e cioè raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050.
I biocarburanti idrogenati (HVO) sono prodotti da materie prime che non competono direttamente con colture alimentari e foraggere,
come rifiuti e residui agricoli, sono fondamentali per ridurre le emissioni di gas serra nel settore dei trasporti.
Addizionato al gasolio, il biocarburante HVO dà vita a Eni Diesel +, il carburante premium di Eni, e da gennaio 2023 sarà disponibile.
L’HVO, di cui Eni è l’unico produttore italiano di HVO (olio vegetale idrogenato) e il secondo produttore in Europa, può essere
utilizzato anche puro in tutte le motorizzazioni omologate:
l’HVO puro al 100% consente di abbattere le emissioni di CO2 (calcolate lungo tutto il ciclo di vita) tra il 60 e il 90% rispetto al mix
fossile di riferimento.
In purezza, il biocarburante HVO è già in utilizzo in diversi contesti:
dai mezzi per la movimentazione dei passeggeri a ridotta mobilità in ambito aeroportuale fino alla logistica;
inoltre, sono in corso test su autobus, mezzi pesanti e treni con 100% HVO che stanno dando ottimi risultati.
Per il trasporto pesante, quindi, il biocarburante è tra le soluzioni di immediata applicazione per i veicoli commerciali
perché utilizzabile da subito, con le attuali infrastrutture e motorizzazioni senza impatti sui costi di adeguamento della logistica,
delle infrastrutture e dei mezzi.
Anche le bioraffinerie sono il risultato dell'impegno costante nella ricerca e nell’innovazione tecnologica.
Grazie allo sviluppo di tecnologie proprietarie, brevettate nei Centri Ricerche, infatti, sono state ripensate completamente
le raffinerie tradizionali di Venezia e Gela, convertendole alla lavorazione di materie prime di origine biologica (oli vegetali,
ma anche grassi animali e oli da cucina usati) e prevedendo un utilizzo sempre maggiore di cariche waste and residues.
E' stato inoltre avviato lo studio di fattibilità per la realizzazione di una terza bioraffineria all’interno dell’area industriale di Livorno,
massimizzando le sinergie con le infrastrutture già disponibili e assicurando un futuro produttivo e occupazionale al sito.
Il piano prevede la costruzione di tre nuovi impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati:
un’unità di pretrattamento delle cariche biogeniche, un impianto Ecofining™ da 500mila tonnellate/anno e un impianto
per la produzione di idrogeno da gas metano.
Inoltre raffinerie stanno diventando palm oil free.
Dal mese di ottobre 2022, Eni ha anticipato lo stop alla importazione di olio di palma per le raffinerie di Gela e Venezia,
rispetto alle normative europee che lo prevedevano per il 2023.
Al suo posto sono utilizzate cariche alternative (per esempio oli alimentari usati e di frittura, grassi animali e scarti della lavorazione
di oli vegetali) e di tipo advanced (per esempio oli da rifiuti, nonché bio oli da scarti lignocellulosici).
Nel corso del Piano Strategico 2022-2025 la capacità di lavorazione raggiungerà i 2 MTPA grazie all’espansione
dell'impianto di Venezia e alla conversione di un’altra raffineria tradizionale, mentre nel prossimo decennio si prevede di portarla
a 6 MTPA.
Per accelerare la diffusione dei biocarburanti di alta qualità, inoltre, si è dato l’obiettivo di riunire
le attività di bioraffinazione e di marketing in un soggetto dedicato alla mobilità sostenibile, posizionato in modo unico
come business multi-energy e multi-service focalizzato sul cliente.
Eni ha accelerato il proprio impegno nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi decarbonizzati
anche attraverso la creazione di società satelliti come Plenitude, Vår Energi, Azule (la joint venture con BP in Angola)
e la quotazione di Energy One.
Si prevede di integrare le bioraffinerie, le stazioni di servizio e le attività di car sharing in un’unica entità dedicata alla mobilità sostenibile.
( Redazione )
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