Questo sito web ed i sui contenuti sono esenti da cookie, pubblicità invasiva, occulta, subdola, eticamente scorretta e pure da files geneticamente modificati: per una libera informazione in un libero Stato.
- No Malicious softwares, coookies, phishings, trojans etc. -

ref:topbtw-357.html/ 25 Giugno 2016/A

More infos - click on:


Il Racconto della Domenica - 26 Giugno 2016 -
Dodicesimo episodio di: "Scacco al Re " -

Se tutto è imperfetto in questo mondo imperfetto, l'Amore invece è perfetto nella sua assoluta e squisita imperfezione.

Aveva sbagliato una volta e non avrebbe ripetuto il suo errore.
Per il quale stava pagando un prezzo tanto alto.
La reazione più logica di Scarlet non poteva essere che quella di stare al gioco.

Riferì puntualmente tutto quello che aveva appreso a Mosca da Kurchatov e dagli altri fisici, sapeva perfettamente che tutte quelle notizie sarebbero state ininfluenti, disse che aveva bisogno di tempo per definire quello che poteva essere il suo contributo per la realizzazione dell'arma e che era felice di poter mettere le sue conoscenze a favore dei popoli liberi e della democrazia.

L'incontro poteva dirsi concluso.
L'ambasciatore, il console e il direttore rimasero pienamente soddisfatti di quella dichiarazione, avevano pensato dentro di loro di incontrare maggiori ostacoli.
Naturalmente non immaginavano le reali intenzioni della dottoressa Block e qual'era il suo piano.
Una cosa che colpì Scarlet fu la totale assenza di qualunque riferimento alla sorte del prof.
Spitzer, ma preferì non affrontare l'argomento.

Scarlet e Wlad ripresero l'auto e ritornarono a Taormina, durante il tragitto Scarlet riferì a Wlad qual'era il suo piano.
E lo trovò perfettamente d'accordo con lei.

Il suo cuore era gonfio di amarezza verso il suo prossimo, ognuno cercava con ogni mezzo di sopraffare l'altro incurante delle conseguenze che quei pensieri, quelle azioni, avrebbero avuto nei confronti di tutti.

L'unica legge che alimentava la condizione umana, a parte ininfluenti minoranze, era il raggiungimento del potere e tutto ciò che dal potere poteva derivare.

Il peggio era che ognuno, per suo conto, riteneva di essere nel giusto.
Fu tentata, ad un certo punto, di definire la realizzazione di quell'ordigno spaventoso comunicandone i dati alle due parti contrapposte in modo da realizzare un perfetto equilibrio, ma il rischio concreto era che una delle due parti, o tutte e due insieme, iniziassero l'attacco ritenendo impropriamente di non dover subire la rappresaglia o di doverla subire in misura limitata.

Il risultato, inevitabile, sarebbe stato la distruzione parziale o totale dell'umanità. Si rese conto di avere tra le sue mani il destino del mondo, quanto meno in quella circostanza.

E capì che forse per questo motivo, negli imperscrutabili disegni celesti, le era stata assegnata la facoltà di giocare una partita mortale.

Alla pensione trovò un biglietto che un ragazzo aveva lasciato per lei, c'era segnato un numero telefonico e l'avvertimento di chiamare appena possibile.
Il prefisso telefonico doveva appartenere a qualche paese in Scozia, avrebbe potuto verificarlo meglio ma decise che in fondo non era importante.

Chiamò e disse chi era, la voce maschile e sconosciuta la pregò di attendere qualche attimo.

Dopo un po' la voce di prima disse di attendere, qualcuno avrebbe richiamato entro un'ora.
La consueta riservatezza nell'uso del telefono la convinse che doveva trattarsi di qualcosa collegata alle ultime vicende, e se venivano attuate quelle procedure di copertura chi avrebbe telefonato doveva essere, quanto meno in linea logica, dalla sua parte.

Trascorse meno di un'ora, la linea era piuttosto disturbata e non riconobbe subito la voce dall'altro capo, poi la trasmissione si normalizzò.

Era il dottor Spitzer.
Il telefono era sicuro quindi potevano parlare liberamente, le raccontò che dopo che lei e il dottor van der Goes erano in pratica fuggiti da Mosca e sotto gli occhi del KGB, Kurchatov era furioso, lo riteneva responsabile dell'organizzazione della fuga e per questo avrebbe dovuto pagare con la sua vita.

A meno che fosse passato dalla sua parte e avesse contribuito alla realizzazione dell'arma.
Malgrado le sue particolari competenze però Spitzer era certo che, a prescindere dalle sue scelte di campo, non avrebbe potuto dare contributi decisivi per quella realizzazione.

Non aveva altra scelta che informare l'MI5 dell'accaduto e chiederne la protezione, in condizioni normali era difficile, se non impossibile, sfuggire alla sezione speciale dei servizi segreti russi.

La famigerata sezione D, preposta all'eliminazione dei dissidenti fuggiti all'estero e comunque di tutti i personaggi scomodi per il partito fuori dai confini sovietici.

Non avrebbe avuto scampo.

Fu trasferito immediatamente in un luogo sicuro, era però evidente che la sua vita sarebbe cambiata radicalmente, doveva dire addio alle sue ricerche, al suo lavoro, alla sua famiglia e vivere da fuggiasco.

Il dottor Spitzer era uno studioso, abituato alla tranquillità ed alla pace dei suoi laboratori, conduceva fino a quel momento una vita metodica divisa tra la ricerca, l'insegnamento e la sua famiglia.

Nulla di più lontano dal pericolo e dall'avventura, da quel baratro che si era aperto quasi improvvisamente davanti a lui.
Oltre tutto non aveva la minima idea di cosa in effetti potesse trattarsi a proposito di un'arma segreta della quale non conosceva niente.

Era rimasto alla richiesta di Kurchatov che lo pregava di intervenire presso la dottoressa Block per convincerla a partecipare ad un incontro con i fisici sovietici per la realizzazione di un reattore a confinamento magnetico e diffonderne dopo i dati scientifici a tutti i paesi interessati.
Indubbiamente qualcosa che avrebbe migliorato sensibilmente le condizioni di vita dell'umanità e quindi un'azione di pace in un momento in cui la pace stessa era in pericolo.
Non avrebbe mai potuto immaginare il contrario.
L'indomani il direttore dell'MI5 venne a trovarlo, in compagnia di un generale dell'esercito e del segretario per la sicurezza inglese.
Gli spiegarono di cosa si trattava:
un gruppo di fisici sovietici, coordinati da Kurchatov, aveva iniziato degli studi approfonditi su fasci laser di potenza con bersagli termo nucleari di deuterio e trizio.

Un arma che avrebbe potuto sviluppare un'energia enormemente superiore a quella atomica rendendola di fatto, sotto il profilo militare, inutile e obsoleta.

Gli dissero che pure gli americani e gli inglesi stavano conducendo studi simili, ma sia loro che i sovietici erano fermi ad un punto cruciale che impediva qualunque progresso.

Quell'arma spaventosa, che avrebbe consentito il dominio del mondo, poteva essere teoricamente realizzata, ma una sola persona era in grado di determinarne la consistenza e superare l'ostacolo che sembrava insormontabile:
la dottoressa Block.

Tutto girava intorno a lei, la sua collaborazione al progetto era determinante e per questo motivo doveva assolutamente essere convinta a dare il suo contributo.

Naturalmente a favore dei popoli liberi e degli ideali nei quali credeva e che le erano stati insegnati.
Ritenevano che lui avesse un tale ascendente da poterla facilmente condurre a ripetere quello che in pratica aveva fatto con il "Progetto Manhattan" tanti anni prima.

Gli imposero di fare presto e riuscire nell'incarico.
In caso contrario non avrebbero potuto assicurargli a lungo la protezione che gli era stata concessa.

Il mondo stava per crollargli addosso, era tra due fuochi, nel mezzo di una battaglia senza esclusione di colpi nella quale ciascuna parte avrebbe usato ogni mezzo per raggiungere il risultato voluto.

Scarlet aveva ascoltato lo sfogo di Spitzer con un disgusto sempre più profondo, non era per la sua vita che temeva, la situazione nella quale si trovava non le lasciava molte alternative.
Doveva però cercare di salvare Spitzer ed annullare il ricatto al quale era stato sottoposto.
Si accertò ancora che il telefono era sicuro, fu rassicurata e disse a Spitzer che aveva un piano e che lo avrebbe informato appena possibile, non gli riferì dell'incontro che aveva avuto a Palermo.

L'indomani stesso chiamò il numero telefonico che Spitzer le aveva inizialmente comunicato, era certa che questa volta la conversazione sarebbe stata registrata, gli riferì dell'incontro avuto a Palermo con il direttore dell'MI5, che era naturalmente convinta di mettere le sue competenze a disposizione dei paesi liberi e che avrebbe avuto bisogno di incontrarlo per definire delle questioni scientifiche.

Spitzer comprese che aveva la necessità di incontrarlo personalmente e in maniera del tutto normale.
Stava cominciando a capire il suo gioco.
Le rispose che avrebbe richiamato per definire il luogo dell'incontro e che avrebbe informato di questo il direttore.

Il piano cominciava a delinearsi, la sera stessa ne parlò con Wlad.
Il dottor Spitzer fu prelevato e accompagnato a Taormina da un agente dell'MI5, Scarlet, avvertita del suo arrivo, lo raggiunse al suo albergo.

Da molto tempo non lo vedeva, si rimproverò per aver anche soltanto pensato che potesse averla tradita e lo abbracciò con tutto l'affetto possibile.

….continua


( Eugenio Ardito )

SCRIVI: IL TUO COMMENTO

- Torna alla Prima Pagina - Back to the Front Page -

Condividi su Facebook -

- I nuovi lettori di oggi - Today new contacts -

I lettori di questa pagina sono:


WOP!WEB Servizi per siti web... GRATIS!