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ref:topbtw-3638.html - 19 Marzo 2023



The Fine Art of Propaganda.


"La propaganda si basa sui simboli per raggiungere il suo fine:
la manipolazione degli atteggiamenti collettivi.

Sono così grandi le resistenze psicologiche alla guerra nelle nazioni moderne, che ogni guerra deve apparire come una guerra di difesa contro un aggressore minaccioso e omicida.

Non ci deve essere ambiguità su chi il pubblico debba odiare.

La colpa e l'innocenza devono essere stabilite geograficamente.
E tutte le colpe devono essere dall'altra parte della frontiera.

Una regola utile per suscitare odio è, se all'inizio non si adirano, usare un'atrocità.
È stata impiegata con successo invariabile in ogni conflitto conosciuto dall'uomo.

A differenza del pacifista, che sostiene che tutte le guerre sono brutali, la storia delle atrocità implica che la guerra è brutale solo se praticata dal nemico."

( Harold Dwight Lasswell )


La Propaganda, e massimamente la propaganda di guerra, è uno strumento di manipolazione psicologica a cui un potere organizzato e strutturato ricorre, per convincere le persone comuni a fare ciò che normalmente non farebbero mai.

Soprattutto, è uno strumento flessibile che si adatta alle circostanze per veicolare i suoi messaggi, adattandoli alla sensibilità del pubblico per meglio permearne la dimensione emotiva.

La Propaganda non interpreta la realtà, la destruttura per creare una narrazione parallela.

E lo fa, tramite l'iniezione costante e crescente di stimoli primari, onde divellere le eventuali resistenze critiche, o inibire la confutazione empirica.

Genera costrutti emozionali e non si preoccupa di doverli dimostrare:
se funzionano si persiste nella riproposizione martellante degli stessi, altrimenti se ne inventano di nuovi.

Nel suo complesso, la Propaganda pone in essere una serie di distorsioni cognitive eterodirette, volte a plasmare l'immaginario collettivo attraverso una rappresentazione caricaturale della realtà, senza mai entrare nella sostanza.

Se sottoposta a revisione critica, non regge il confronto.

Per questo aborre la complessità, pur essendo essa stessa un organismo complesso nella variabilità delle tecniche di condizionamento.

Per la Propaganda, nessuna falsità messa in circolazione sarà mai tanto grande da sembrare assurda, se funzionale allo scopo da raggiungere.

Più è grande la bugia, più estesa sarà la rete di falsificazioni collaterali, per un'opera capillare di destrutturazione dell'elemento fattuale, reso irrilevante ai fini dell'efficacia del messaggio.

Più ramificata sarà la menzogna e più risulterà convincente in assenza di contestazione.

E proprio in questo si misura la sua efficacia:
non quanto essa sia credibile, ma quanto pervasiva risulterà essere la sua diffusione, tanto da sembrare 'vera'.

La pubblica credulità è la dimensione del suo essere; l'auto-referenzialità è l'impalcatura sulla quale si regge;
il ricorso alla mistificazione sistematica è la misura della sua amoralità.

Non è nemmeno un'invenzione recente. Forme di propaganda, o comunque riconoscibili come tale, sono sempre esistite fin dall'antichità, probabilmente ancor prima della Guerra del Peloponneso narrata nelle pagine magistrali di un Tucidide, rivelandosi spesso impresa retorica di raffinatissimo impatto intellettuale.

Ma è essenzialmente con l'avvento dell'Età Contemporanea, che la propaganda assurge alle forme strutturali che le sono consone e con le quali viene di solito identificata, per metodologia e prassi, nelle sue espressioni più sguaiate e volgari, seguendo spesso un'iperbole parossistica volta ad alimentare una sorta di isteria diffusa su eccitazione di massa, per la propagazione del messaggio.

"Le guerre offrono un ambiente ideale per i media:
gli istinti più bassi come l'odio e la violenza che sono normalmente repressi possono essere facilmente liberati e stimolati.

Pertanto, la sete di sensazioni della stampa si unisce all'obiettivo del governo di mobilitare il fronte interno e influenzare i paesi neutrali.

L'impatto della propaganda commerciale è alto poiché le storie di atrocità si vendono bene in tempo di guerra.

Giornalisti e intellettuali spesso sostengono le istituzioni ufficiali di propaganda.

Quindi la propaganda non funziona solo dall'alto verso il basso, ma viene anche potenziata dal basso verso l'alto.

[…] La propaganda alleata si è concentrata su questo diffondendo e illustrando "storie dell'orrore" di donne violentate e civili brutalmente assassinati che erano adatte a demonizzare i tedeschi.

Così, i poster delle atrocità alleate ritraevano i tedeschi come bestie, mostravano scene estreme di violenza così come soldati tedeschi stupidi e maligni che si muovevano attraverso i paesi, saccheggiando, bruciando e uccidendo.

[…] I motivi di molti manifesti e caricature francesi erano assetati di sangue o avevano caratteristiche pornografiche.

Le immagini di donne violentate e bambini mutilati sono il risultato di un'ossessione per la violenza e la sessualità diffusa dalla fine del XIX secolo.

Tali rappresentazioni delle vittime, tuttavia, derivavano principalmente dalla fantasia dei contemporanei, poiché principalmente gli uomini erano le vittime."

Steffen Bruendel


"Se riduci la menzogna a un sistema scientifico, mettila su spessa e pesante; con grande sforzo e finanze sufficienti…. puoi ingannare a lungo intere nazioni e spingerle al massacro per cause verso le quali on hanno il minimo interesse.

Lo abbiamo visto a sufficienza durante l'ultima guerra, e lo vedremo nella prossima.

[…] In guerra, il ricorso alla menzogna viene riconosciuto come un'arma estremamente utile.

Ed ogni paese la usa per ingannare piuttosto deliberatamente il proprio popolo, per attrarre quanti si professano neutrali, e per ingannare il nemico. Le masse ignoranti ed innocenti di ogni paese non hanno alcuna consapevolezza di come vengano ingannati sul momento.

E solo quando sarà tutto finito, qua e là le menzogne verranno scoperte e denunciate.

Come è sempre avvenuto in passato, una volta raggiunto l'effetto desiderato, non ci saranno problemi ad indagare sui fatti ed a ristabilire la verità.

[…] Le autorità di ogni paese fanno, e anzi devono, ricorrere a questa pratica per, in primo luogo, giustificarsi dipingendo il nemico come un criminale puro; e in secondo luogo, per infiammare la passione popolare, abbastanza da assicurarsi reclute per la continuazione della guerra.

Non possono permettersi di dire la verità. In alcuni casi, bisogna ammetterlo, nell'immediato non sanno nemmeno quale sia la verità."

Arthur Ponsonby

( Sendivogius )


L'ITALIA che NON MUORE....


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