Questo sito web ed i sui contenuti sono esenti da cookie, pubblicità invasiva, occulta, subdola, eticamente scorretta e pure da files geneticamente modificati: per una libera informazione in un libero Stato.
- No Malicious softwares, coookies, phishings, trojans etc. -

ref:topbtw-368.html/ 3 Luglio 2016/A

More infos - click on:


Il Racconto della Domenica - 3 Luglio 2016 -
Tredicesimo episodio di: "Scacco al Re " -

Se tutto è imperfetto in questo mondo imperfetto, l'Amore invece è perfetto nella sua assoluta e squisita imperfezione.

Lo scienziato era perfettamente controllato, ma l'uomo era chiaramente impaurito, terrorizzato da quello che gli stava accadendo, quei momenti erano lontanissimi dalle sue abitudini consuete fatte di ricerche, lezioni e vita tranquilla.

L'avventura e il pericolo erano stati fino a quel momento lontanissimi dalla sua normale routine.
Avevano entrambi una serie di libri e blocchi per appunti, dovevano dare l'impressione di dover svolgere qualche particolare lavoro.
Chiesero all'agente di rimanere soli e furono tranquillamente accontentati.

Scarlet aveva ormai imparato quasi tutto su come evitare intercettazioni indesiderate, pertanto si appartò con Spitzer in un angolo del giardino dell'hotel e non in una stanza o luogo chiuso dove potevano essere stati piazzati dei microfoni.

Gli rivelò il suo piano, tutto sommato semplice:
per ottenere risultati dall'arma sulla quale erano concentrati gli studi dei due blocchi contrapposti, per realizzare i fasci laser in grado di sviluppare un'energia mostruosa, un miliardo di volte superiore a quella atomica conosciuta, era necessario realizzare la fusione nucleare a confinamento inerziale.

E per realizzarla era necessario risolvere un'equazione differenziale alle derivate parziali di una funzione incognita.
Scarlet sapeva che nessuno al mondo sarebbe stato in condizione di risolverla, si era trattato di una impensabile intuizione che lei stessa aveva avuta e che difficilmente poteva essere ripetuta da parte di qualcun altro.
Più che difficile l'ipotesi era impossibile, quei concetti erano chiusi nella sua mente e non ne esisteva alcuna traccia scritta.

Avrebbe comunicato al professor Spitzer i termini matematici relativi ma contenenti un voluto errore, non individuabile, che avrebbe consentito la realizzazione della fusione inerziale ma che avrebbe conferito ai fasci laser una potenza del tutto ridotta rispetto a quella prevista ed i cui effetti sarebbero stati assolutamente inefficaci ai fini della costruzione di un'arma distruttiva.

Naturalmente tutto questo non risolveva la questione nei confronti dei sovietici, voleva che la vita di Spitzer ritornasse ad essere normale.
Gli suggerì di comunicare segretamente a Kurchatov la medesima formula, come se fosse stata una propria iniziativa.

Le pressioni su di lui avrebbero avuto termine, i due blocchi avrebbero raggiunto i propri obiettivi e il suo richiesto intervento, portato a termine come volevano, doveva considerarsi assolto.

Dentro di se Scarlet poteva ritenersi soddisfatta, aveva raggiunto lo scopo di impedire la realizzazione di quell'ordigno di morte che se non avesse provocato la distruzione dell'umanità ne avrebbe certamente cambiato radicalmente la situazione geopolitica.

Purtroppo non poteva far niente per modificarne lo stato attuale, lo scenario atomico restava invariato ma quanto meno non si era aggravato in modo irreparabile, un passo, un piccolo passo verso la salvezza era stato compiuto.

E un'altra cosa pensò riflettendo attentamente su quella vicenda, tutte le sue mosse erano state suggerite da Wlad e si erano tutte dimostrate giuste.

Mancava ormai poco alla fine della sua vacanza a Taormina, e mancava certamente pure poco all'epilogo della sua partita a scacchi con la Morte.
Era certa che tutto si sarebbe concluso il giorno fissato per il suo previsto ritorno a Londra.

Preferì nascondere in un angolo segreto della sua mente tutto ciò e cercare di godersi gli ultimi giorni di sole e di amore per Wlad.

Conosceva già il luogo preferito dal suo avversario per continuare la partita:lungo la spiaggia e davanti al mare,tra il volo dei gabbiani che sfioravano l'acqua con la punta dell'ala, tra la spuma nel cavo delle onde, tra l'invisibile orizzonte, tra il colore grigio della tristezza,tra il giorno scuro e la notte chiara.

Ripensò a quello strano anno passato così in fretta, a tutto quello che le era accaduto e a come era cambiata la sua vita.

Ogni momento di quei dodici mesi, belli e terribili,le ritornò in mente,dal mattino del suo arrivo alla pensione insieme a Lisa, all'incanto di quei posti che però non riuscivano a farla uscire dall'incubo in cui stava vivendo,dal senso di colpa che non l'abbandonava mai.

Ripensò alle passeggiate in riva al mare,alla visione del sorgere del sole,alla dolce brezza e all'odore della salsedine, al profumo dei gelsomini che l'accoglieva al suo ritorno.

Cose che avrebbero dovuto rassicurarla sulla presenza di Dio.

Ripensò al carcere della sua esistenza,alla schiavitù della sua anima,alla schiavitù del peccato che aveva commesso anche senza volerlo, al suo isolamento, alla sua solitudine interiore, all'incomunicabilità che non riusciva più a vincere.

Ripensò all'incontro con Wlad,a tutto quello che aveva acceso la sua mente e il suo cuore, alla scoperta della Morte,come figura della sua coscienza infelice e della sua ricerca di se nella ricerca di Dio.

Ripensò all'incontro con Joffrey, Mia e il piccolo Mikael,al loro amore e alla fiducia nella vita che a lei mancava,alla loro recita fallita che non aveva determinato nessun cambiamento in loro.

Ripensò alla bambina vestita di nero tra i due poliziotti, condotta al pagamento di una colpa non sua,a come era stata, era e sarebbe stata la sua giovane e innocente vita.

Ripensò alla raffigurazione della danza macabra nella chiesetta di Giardini,alla processione appena intravista con il prete che recitava l'Apocalisse,forse l'ultimo sigillo stava per essere aperto.

Tutti simboli di morte. Era possibile che non ci fosse più scampo per l'umanità ?
In fondo pochi, compresa lei, avevano determinato quella situazione.

Era giusto che tutti dovessero pagare per l'errore di pochi ?
Forse la vita è una partita a scacchi con la Morte,forse a lei era stato affidato il compito di rappresentare l'umanità dolente in quell'eterna partita.
Si chiese cosa Wlad custodisse gelosamente rinchiuso nel suo guscio di pietra, sogni, pensieri o il vuoto.
Grigio specchio del mondo esterno.

In quel momento la sua era una tristezza leggera,senza lacrime e gelida come un iceberg fatato tra il fumo delle nebbie.
Ma il suo amore per Wlad non era fumo,non erano fumo i loro momenti d'amore,non erano fumo quei lunghi discorsi che non li stancavano mai,quel continuare a cercarsi malgrado la consapevolezza di una realtà diversa.

E' facile disfare con un soffio qualcosa costruito con il fumo,per lei e Wlad non era così.

E l'ultimo giorno di quella interminabile vacanza arrivò,in un'alba livida e fredda malgrado l'autunno fosse solo all'inizio.
Sapeva che la sua sfida con la Morte era giunta al termine, alla resa dei conti.
Lo avrebbe certamente incontrato più lontano, dietro la roccia che interrompeva la spiaggia..

….continua


( Eugenio Ardito )

SCRIVI: IL TUO COMMENTO

- Torna alla Prima Pagina - Back to the Front Page -

Condividi su Facebook -

- I nuovi lettori di oggi - Today new contacts -

I lettori di questa pagina sono:


WOP!WEB Servizi per siti web... GRATIS!