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Il Racconto della Domenica - 10 Luglio 2016 -
Quattordicesimo ed ultimo episodio di: "Scacco al Re " -

Se tutto è imperfetto in questo mondo imperfetto, l'Amore invece è perfetto nella sua assoluta e squisita imperfezione.

Lisa dormiva ancora,nulla sembrava sfiorarla di quello che stava accadendo nel mondo,la guardò affettuosamente e uscì nelle prime luci di quell'alba decisiva.

La stava aspettando, era li davanti al cancello della pensione,seduto all'orientale sul bagnasciuga e con davanti la scacchiera.
"ti stavo aspettando Scarlet, abbiamo una partita in sospeso e oggi deve essere conclusa"
"sono pronta, grazie del tempo che hai voluto accordarmi,vedremo chi di noi due è più forte"

Toccava al nero muovere, cominciò con un attacco di scoperta condotto con la torre in ottava traversa, Scarlet rispose muovendo un pedone tra la torre e il suo alfiere di re,era un'inchiodatura relativa ma il piano del nero era evidente, si stava preparando ad una serie violentissima di catture per indebolire la sua difesa, rispose con uno scalzamento,un attacco di disturbo sui pezzi minori per indurre il nero a stornare i suoi pezzi su un'altra parte dello schieramento, ma così aveva indebolito il suo pezzo principale e l'aumento della pressione offensiva del nero era inevitabile, sarebbe arrivato all'inchiodatura assoluta.

Sentì che la partita era persa,aveva combattuto con onore ma era impossibile vincere contro la Morte.

Gli agenti del KGB conoscevano la sua abitudine di passeggiare da sola la mattina lungo la spiaggia.
Raggiunsero la propria posizione tra gli alberi di limone e puntarono i binocoli sul cancello della pensione, a pochi metri dal mare.

Lei era li, seduta da sola sulla spiaggia, era molto presto e nessuno era in vista li intorno.

L'occasione era perfetta, inserirono il silenziatore sulle pistole e si avviarono rapidamente verso il bersaglio.

Erano ad un centinaio di metri, non era ancora chiaro e furono costretti ad avvicinarsi ancora, non potevano sbagliare, un'occasione come quella non si sarebbe facilmente ripetuta, in genere quando lei usciva per le sue passeggiate mattutine qualcuno nei paraggi c'era sempre.

Un'altra ombra era però dietro di loro, armata di un fucile con il mirino telescopico, erano sotto tiro, aspettò che facessero la prima mossa, che si avvicinassero ancora a lei per prendere bene la mira.

Scarlet non si era accorta di niente, aspettava di finire la sua partita e giungere all'epilogo che era ormai scontato.

Ma il movimento alle sue spalle non era sfuggito alla Morte.
Si voltò indietro e inavvertitamente fece cadere alcuni pezzi sulla sabbia con il mantello.
Ma quanto inavvertitamente?

I due erano ormai a tiro, vicinissimi, uno prese lentamente la mira ma non fece in tempo a premere il grilletto, un colpo preciso lo centrò in pieno, l'altro si voltò sorpreso nella direzione dalla quale proveniva lo sparo, vide una sagoma indistinta e sparò a sua volta centrando il bersaglio.

Erano tutti e tre dei professionisti, le loro reazioni erano immediate e non concedevano scampo.

Il pittore che aveva decorato la chiesa era in realtà l'agente dell'MI5 preposto alla sorveglianza della dottoressa Block, benchè colpito a morte trovò il tempo di rispondere al fuoco.
E non mancò il bersaglio.
Tutto si era svolto in pochi istanti e in quei pochi istanti Scarlet capì che la Morte non avrebbe potuto agire inavvertitamente, rimise i pezzi caduti sulla scacchiera con una lieve ma determinante modifica.
Fece la sua mossa.
"scacco al re" "hai vinto Scarlet.

In fondo lo meritavi, il tuo momento non è ancora giunto"

La Morte aveva comunque raccolto tre vite, vide il macabro corteo allontanarsi nel chiarore dell'alba verso un altro mondo ignoto.

Scarlet fu costretta a rimandare di qualche giorno la sua partenza,la polizia le fece molte domande su quello che era accaduto vicino a lei, poi tutta la faccenda fu avocata dai servizi segreti e la cosa non ebbe alcun seguito.

Erano pronte per la partenza, i bagagli completati e disposti accanto alla portineria della pensione.

Mancava ancora qualche ora per lasciare definitivamente quei posti,il taxi aveva avuto un guasto e l'autista telefonò per comunicare il ritardo.

Scarlet volle fare un'ultima cosa, andare ancora una volta in quel bar nel quale,tanto tempo prima,tutto era cominciato.

Risalì la ripida scala che portava al centro di Taormina, questa volta da sola, senza Lisa.
Si sedette al bar e ordinò l'ultima granita di limone.
Sentiva dentro di se che qualcosa sarebbe accaduto. Ancora una volta la sua sensazione era giusta.
Era seduto da solo ad un tavolo dall'altro lato della sala e la stava osservando con impertinente attenzione.

Wlad era elegantissimo e formalmente vestito malgrado il caldo:
blazer blu con i bottoni d'oro, pantaloni grigio scuro, camicia azzurra e cravatta regimental rossa e blu, i polsini avevano inciso un falcone d'argento.
Il simbolo di un club nautico olandese.

Tutto era ritornato ad un anno esatto indietro.

Il tempo si era fermato ed aveva ricominciato a scorrere in avanti.
Si avvicinò al suo tavolo e le chiese il permesso di sedersi accanto a lei,ordinò un cognac accompagnato da acqua gelata.

Si presentò: Wlad van der Goes, era olandese e si trovava a Taormina in quanto stata curando il restauro di una villa recentemente acquistata.
Aveva deciso di farne la sua residenza.
I suoi occhi grigi non la lasciarono un solo momento, le disse che era come se l'avesse conosciuta da sempre,una sensazione mai provata prima.

Scarlet avrebbe dovuto essere sconvolta. Ma non lo era, sentiva che l'epilogo di quella strana storia, di ciò che di unico le era capitato, della sua vittoria sulla Morte, doveva far parte di un disegno sconosciuto con una conclusione diversa.

In fondo aveva vinto la Morte attraverso l'amore.
Che si era dimostrato più forte di quell'essere soprannaturale ritornato nei suoi spazi freddi e infiniti.

E che proprio attraverso l'amore le aveva fatto il regalo più grande consentito, forse per la prima volta nei secoli moltiplicati per i millenni, aveva volontariamente perso una partita.

Scarlet non avrebbe mai potuto rivelare a Wlad che sapeva tutto di lui, dei suoi modi impacciati quando l'aveva visto la prima volta, di come l'aveva baciata quando aveva imparato a farlo, del suo modo appassionato di fare l'amore con lei, della piccola cicatrice che aveva nel fianco sinistro.

Rinviò la sua partenza per Londra, disse a Lisa che aveva rivisto Wlad e che avevano deciso di stare un po' insieme prima di stabilire la data del loro fidanzamento.

Era ritornata quella di una volta, una donna bellissima che irradiava la felicità intorno a se.

Lisa ripartì contenta per la conclusione di quella storia, le disse che in cuor suo sapeva fin dall'inizio come sarebbe andata a finire, che lei e Wlad erano fatti uno per l'altra.

Non avrebbe mai potuto immaginare qual'era la verità.

Questo racconto è tratto da una libera interpretazione de "Il settimo Sigillo" di Ingmar Bergman)

FINE


( Eugenio Ardito )

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