ref:topbtw-386.html
15/07/2016
Oltre ottanta morti in pochi minuti di una lucidissima folle azione omicida di un tunisino, dall'anno 2011 naturalizzato in Francia
a seguito del suo matrimonio con una compatriota.
Compatriota già di nazionalità francese dalla quale ha avuto tre figli..
Forse quando il tumore è ormai conclamato è ora di utilizzare il bisturi.
Perché chi di scimitarra ferisce è forse ora che di bisturi perisca..
Ma un'altra considerazione frulla fra le pieghe dei pensieri.
L' Italia è stata risparmiata, per fortuna, da sempre, da ogni attacco di matrice islamica.
Forse per lungimiranza e per capacità investigativa dei nostri servizi di informazione..
Oppure forse da altro ?
Pare di risentire il venticello leggero ed i sussurri del famoso "patto con la mafia".
Insomma dell'eterno "do ut des"..
In Italia accogliamo tutti, ma proprio tutti..
Non solo.
Ormai andiamo a prendere i clandestini di variegate origini nelle acque territoriali libiche.
Il servizio "taxi del mare" è ben organizzato ed adeguatamente pubblicizzato da mamma RAI.
Ed in questo modo i mille - mille e cinquecento euro del biglietto di sola andata arrivano tutti, senza problemi, nelle tasche dei trafficanti.
Non solo.
In Italia forniamo a titolo graziosamente gratuito vitto, alloggio, telefonino, bus gratis, vestiario,
cure mediche, esami clinici, cure termali, e pure una bella libertà di movimento:
treni, autobus, metropolitane, traghetti..
L'Italia è pur sempre il ponte ideale per muoversi verso l'Europa del nord.
E' terra di soggiorno, di riposo, di logistica al riparo di occhi indiscreti, di "fratellanza" e di grande "accoglienza"
con tanto di benedizione papale, e di discreta infiltrazione..
per un prossimo futuro..
In cambio, per ora:
niente morti, niente bombe, niente problemi per il governo Renzi e per Angelino Alfano che ha pure tanti grattacapi per la testa..
Il saggio ed italicissimo "do ut des".. potrebbe sempre essere ancora di gran moda..
Ma fino a quando ?
Do ut des
Locuzione latina (propr. "do [a te] perché tu dia [a me]"). -
Nel diritto romano, denominazione di un tipo di contratto innominato, che si configura quando
la prestazione già eseguita e quella che si aspetta in cambio consistono entrambe nel trasferimento di proprietà di una cosa (permuta).
La locuzione (talora sostantivata al maschile.) si usa anche con significato più generico, a proposito
di favori che si fanno nella previsione di ricevere un adeguato contraccambio.
( Giorgio Comerio )