CAPITOLO 3
Quando qualcosa
di grave accade lontano da noi percepiamo
l'emozione, più o meno forte in relazione
alla gravità del fatto, ma quando accade a
pochi passi da dove in quel momento ci
troviamo è del tutto diverso.
Walter uscì di casa e chiamò gli altri per fargli ascoltare la
notizia, il comunicato continuava illustrando
la modalità del delitto, del tutto clamorose.
Le due donne avevano età diverse, una era
una ragazzina, l'altra era una donna avanti
con gli anni e dai primi accertamenti
sembrava che non avessero nulla in
comune.
Ma pure l'efferata stranezza
dell'assassinio non aveva nulla di normale.
Se normale può essere definito un
assassinio.
La testa delle donne era stata
separata dal corpo e sembrava, ad una
prima ricostruzione, che gli organi interni
fossero stati asportati.
La morte non risaliva a molto tempo prima del ritrovamento, che
era avvenuto di mattina, infatti il lago di
sangue intorno alle vittime non si era ancora
del tutto coagulato.
La scena era
raccapricciante e la televisione non la mandò
in onda.
Walter, Carlo, Jenny e Luisa, come
certamente chi aveva ascoltato la notizia,
rimasero sconvolti, il barbecue si estinse,
nessuno aveva voglia di toccare cibo.
Si sintonizzarono su un'altra stazione,
questa volta locale, i notiziari continuavano
senza interruzioni, comunicarono i nomi
delle vittime, nessuno di loro le conosceva.
La polizia aveva effettuato dei posti di blocco
ovunque, l'assassino avrebbe potuto ancora
essere nella zona.
La giornalista incaricata
delle interviste riuscì a portare davanti al
microfono uno degli inquirenti che fu
costretto a dare le notizie che conosceva:
sembrava che le due donne fossero state
scelte a caso e portate nel bosco a forza.
Non c'era nessun motivo per potersi trovare
lì e insieme.
Cominciarono ad arrivare le
prime testimonianze, ma tutte contrastanti:
era stato notato un giovane dall'aspetto
trasandato e con lo sguardo febbrile
aggirarsi nelle vicinanze, altri avevano
notato un uomo alto con la barba sporca di
sangue e gli occhi rossi e allucinati, le
ricerche degli strani personaggi fino a quel
momento non avevano portato a nulla.
Ma un'altra notizia interruppe la prima, un
uomo era stato trovato sulle rive del lago.
Presentava le stesse orribili mutilazioni.
Cosa stava accadendo sul Lago di Garda ?
Le notizie si susseguivano e sempre più
terribili:
al margine di una stradina un'altra
donna era stata trovata, le modalità erano
sempre le stesse:
la testa staccata in modo
netto dal corpo e l'asportazione degli organi
interni.
Con una forza e una violenza brutali,
inumane.
Era chiaro che un uomo o
qualcosa di mostruoso si aggirava in libertà
in quelle zone fino a quel momento
tranquille.
I provvedimenti non potevano
essere che drastici, intervenne l'esercito e la
città fu circondata completamente.
Il mostro era lì, nascosto da qualche parte.
Snidarlo era solo questione di tempo, non avrebbe
avuto la possibilità e il tempo di fuggire.
E un altro strano fenomeno, senza apparenti
motivi, si era intanto verificato:
un blackout aveva oscurato completamente la città
contribuendo ad aumentare la situazione di
panico.
Per riprendere a funzionare dopo
pochi secondi.
Malgrado lo schieramento di
guerra un'altra vittima era stata trovata, un
uomo ucciso con le medesime modalità, la
testa questa volta mancava.
Fu ritrovata
poco distante.
La polizia invitò tutti a non
uscire di casa, ormai tutte le televisioni
nazionali erano sintonizzate sul Lago di
Garda, gli inviati e i mezzi televisivi
cominciarono ad arrivare aumentando la
confusione, però l'invito della polizia ebbe
l'effetto voluto, le strade sembravano
deserte.
Tutti erano chiusi in casa e davanti
ai televisori.
Trascorsero due giorni senza
che si verificassero altri fatti, sembrava che
l'assassino, o qualunque cosa fosse, avesse
deciso di concedere una tregua.
Tutto tornò pian piano ad una specie di tranquillità
vigilata.
Il cordone che l'esercito aveva
posto intorno alla città fu rimosso ma
rimasero i posti di blocco un po' ovunque.
Il presidio era rimasto nelle mani delle forze
dell'ordine.
Altri giorni passarono senza che si
verificasse nulla.
Il mostro era riuscito a
fuggire oppure era ancora lì, nascosto da
qualche parte.
Furono effettuate perquisizioni a tappeto,
alcuni elementi noti alla polizia, per reati
però diversi, furono convocati e interrogati
ma si dimostrarono completamente estranei
alla vicenda.
Le modalità di uccisione erano
talmente orribili che era impossibile
paragonarli a fatti simili, magari avvenuti in
passato e in altri luoghi.
Fino a quel
momento le vittime accertate erano cinque,
non si poteva definire una strage, ma la
consapevolezza da parte della gente che
qualcuno o qualcosa di orribile si aggirasse
in libertà per le strade di quello che fino ad
allora era considerato uno dei posti più belli
e tranquilli d'Italia non era certo gratificante.
Il terrore che l'assassino potesse colpire
ancora era vivo nella mente di tutti.
Altri giorni passarono, tutto, anche se
lentamente, tornava alla normalità.
Carlo, Jenny e Luisa tornarono al loro lavoro,
Walter, che aveva ancora dei giorni di ferie
disponibili, iniziò a decifrare le scritte incise
sul manufatto.
E non era una cosa facile,
erano sicuramente ideogrammi di una civiltà
perduta le cui origini provenivano dalla notte
dei tempi.
La Proto-Elamica, la Meroitica, la
Zapoteca, il Rongo Rongo e l'Etrusca
facevano parte delle otto scritture antiche
mai decifrate, linguaggi che restano tuttora
dei grandi misteri.
Secondo gli storici la
prima scrittura a comparire sulla terra è la
cuneiforme dei Sumeri, incisa su tavolette di
argilla.
Linguaggi oscuri.
Walter avrebbe
dovuto disporre di un'abbondanza di testi e
reperti archeologici per interpretare il testo
sconosciuto, l'ultima e più clamorosa
decifrazione risaliva al 1822:
la Stele di
Rosetta.
Oggi le antiche scritture ancora da
decifrare si dividono in tre categorie: le
scritture il cui alfabeto è stato decifrato ma
non si è compresa la lingua, le scritture il cui
alfabeto è incomprensibile ma di cui si
conosce la lingua, le scritture in cui alfabeto
e linguaggio sono entrambi incomprensibili.
E il manufatto nelle mani di Walter faceva
parte di quest'ultima categoria.
L'interpretazione del linguaggio etrusco è
complesso e spesso incomprensibile, il
manufatto di argilla doveva essere uno
scritto funerario, inoltre era molto breve.
Ha un'attinenza al greco antico ma le differenze
sono sostanziali:
le lettere, ad esempio, si
scrivono al contrario di quelle greche, da
destra a sinistra.
Walter si ricordò che dei
ricercatori israeliani avevano sviluppato un
software che avrebbe potuto consentire la
decifrazione di testi incomprensibili, uno
schema di algoritmi di riconoscimento simile
a quelli adottati per identificare e
confrontare le impronte digitali.
Il computer lavora su copie digitalizzate del
documento, assegnando valori numerici ad
ogni pixel del testo, separa poi il testo dallo
sfondo e identifica le singole lettere e
parole.
Si trattava di qualcosa ancora
sperimentale, ma si poteva tentare.
Si mise
in contatto con uno dei ricercatori ed espose
il problema.
Da solo non ci sarebbe mai
riuscito.
Passò allo scanner la tavoletta e la
spedì.
Dopo qualche giorno risposero che,
almeno fino a quel momento, non erano
riusciti a definire la decifrazione del testo.
Stavano riprovando con altri algoritmi. Poi,
dopo qualche giorno, la comunicazione
attesa arrivò:
la decrittazione della tavoletta
era quasi completa, avrebbero trasmesso il
testo a minuti.
Walter era un uomo razionale, la sua
passione per i misteri collegati
all'archeologia non cambiava assolutamente
il suo modo di pensare.
Ma un dubbio, forse
infondato, forse legittimo, lo prese:
e se,
portando alla luce e quindi diffondendo
quello strano testo, avesse svelato un
mistero che non doveva essere svelato, se
avesse involontariamente scatenato
qualcosa proveniente dalla notte dei tempi ?
Ma dopo annullò nella propria mente quel
pensiero irrazionale.
Il testo che gli fu
trasmesso era :
"non scoperchiare l'inferno
s.....e"
Due enigmi gli furono subito chiari,
d'accordo con i ricercatori israeliani. Anche
se gli ideogrammi erano antichissimi e
sconosciuti, la costruzione stessa della frase
doveva essere più recente e poi la parola
"inferno" non poteva essere antecedente al
periodo cristiano.
Si convinse che il testo
fosse di origine medievale.
E poi, quale
poteva essere il significato delle iniziali e
finali s.....e ?
Se avesse avuto ragione,
quale segreto citato dalle leggende locali si
poteva collegare a qualche particolare
episodio avvenuto nel Lago di Garda in quei
tempi lontani ?
La sua biblioteca era
immensa e quella dell'Università a cui
poteva attingere non era da meno.
Un lavoro lungo e faticoso.
Ma ne valeva la
pena.
Trovò la soluzione, o almeno quella
che credeva la soluzione.
Esisteva una affinità, anche se soltanto teorica, tra gli
etruschi e i catari.
Ed un tempo il territorio
intorno a Riva del Garda aveva
rappresentato l'unica possibilità per i catari
per salvarsi dalla totale eliminazione.
Medioevo, etruschi, catari, leggende, verità
storiche.
Tutto faceva parte di un groviglio
inestricabile.
Ma che doveva essere sciolto.
E se le lettere iniziali e finali "s......e"
significassero Sirmione ?
Un'ipotesi possibile.
La penisola lacustre, Sirmione, era
l'estremo rifugio per i catari perseguitati, era
la sede della gerarchia ecclesiastica albigese
in esilio.
Si era creato un legame tra le terre
devastate dalla crociata nella Francia
meridionale e la città, prima ancora della
caduta di Montsegur.
Nel corso dell'assedio quattro membri della chiesa catara, la sera
prima che la fortezza cadesse, si calarono
dalle mura portando con se un oggetto da
mettere in salvo a qualunque costo.
Una missione di straordinaria importanza, un
oggetto sul quale i crociati non avrebbero
mai dovuto mettere le mani.
A rischio della vita riuscirono a fuggire.
Ma cosa custodivano i quattro sopravvissuti ?
E dove erano diretti dopo la fuga da Montsegur ? E
se il segreto raccontato dalle leggende fosse
riferito a quell'oggetto ?
E se l'unico rifugio
possibile dopo la fuga fosse stata la loro
ultima roccaforte:
Sirmione ?
Secondo altre leggende sotto il pavimento di
un'antichissima chiesetta detta "dei morti"
sarebbero sepolti i cadaveri di molti catari.
Secondo le cronache, quindi attendibili, il
signore di Verona Mastino della Scala,
insieme al vescovo inquisitore Temidio
Spongati, scatenò una crociata contro
Sirmione per debellare il covo degli eretici,
era il novembre dell'anno 1276.
Dopo un processo iniquo tutti i catari furono
arsi vivi, era il 13 febbraio dell'anno 1278.
Uno degli episodi più foschi della storia
italiana, anche se purtroppo poco
conosciuto.
Ma esiste la possibilità che nel
corso del loro passaggio sul Garda abbiano
lasciato "qualcosa".
Il segreto potrebbe
essere proprio qui.
Sepolto, nascosto nei
sottosuoli, tra le rovine di una necropoli.
Oppure nei sotterranei della chiesetta. Era
questa la prossima meta di Walter.
Se
l'inferno doveva essere scoperchiato
l'avrebbe fatto.
L'iscrizione incisa sulla
tavoletta che aveva trovato portava in quella
direzione.
Forse.
Dopo quei fatti orribili, ormai interrotti da
parecchi giorni, la vita sul Lago era ripresa
più o meno normalmente.
La mente tende a rimuovere i brutti ricordi.
Jenny era tornata
alla direzione della clinica, Luisa aveva
ripreso il suo posto all'università, Carlo
aveva deciso di andare a vedere come stava
il professor Grimaldi.
Il giardino davanti alla
villa era nel medesimo stato di abbandono in
cui l'aveva trovato giorni prima.
Suonò il campanello, tenendolo premuto più a lungo,
chissà se la corrente elettrica era stata
ripristinata.
Il suono si trasmise attraverso
la porta chiusa, le corrente elettrica non
mancava, un buon segno ?
Il professore aprì la porta d'ingresso quasi subito.
Sembrava cambiato rispetto all'ultima volta, anche se
ancora in modo approssimativo.
Si era ripulito, tagliato la barba, la casa, pur se
ancora non perfettamente ripristinata,
mostrava un certo ordine.
Le macerie erano
state rimosse.
Le stampe di Gericault erano
sempre alle pareti.
I quadri preziosi erano
ancora riposti ordinatamente.
Grimaldi aveva ripreso il dominio su se
stesso ? Ma fino a quale punto ?
Era, come al solito, perfettamente lucido.
Quasi subito
Carlo lo informò, ritenendo che non sapesse
nulla, di quello che era ultimamente
accaduto in città.
Qualcosa il professore
aveva sentito ma soltanto in parte, sapeva
che erano stati commessi dei delitti, ma non
conosceva le modalità di esecuzione e le
orribili mutilazioni sui cadaveri.
Almeno così disse.
Carlo si rese perfettamente conto che,
malgrado certe persistenti apparenze,
Grimaldi aveva riacquistato la solita
personalità.
Poteva essere un prezioso
alleato nel tentativo di risoluzione del caso.
Sembrava evidente che alla base degli
avvenimenti ci fossero ampi tratti di follia.
E il professore era un esperto.
Ascoltò in silenzio la descrizione dettagliata di Carlo,
senza mostrare alcun turbamento.
Ma questo faceva parte del suo carattere.
L'autore, o gli autori di quei macabri riti
erano, dovevano essere fortemente
disturbati.
Gli interrogativi erano:
veniva o
venivano da fuori o erano dei residenti ?
Cosa aveva scatenato quella follia
improvvisa, di quale patologia poteva
trattarsi ?
Esistevano dei casi simili negli
annali della criminologia che avevano molti
punti in comune, l'esempio che veniva
subito alla mente non poteva essere che la
vicenda di Jack lo squartatore.
Ma c'erano
delle differenze sostanziali:
le vittime erano
scelte a caso, senza distinzioni di sesso e di
età.
Secondo le perizie mediche le vittime
erano state decapitate e quasi
contemporaneamente erano stati asportati
gli organi interni.
Faceva parte di qualche
rito ?
Indubbiamente doveva trattarsi di un
assassino seriale, un omicida plurimo, di
natura compulsiva, che uccide con un
caratteristico modus operandi persone a lui
totalmente estranee.
In genere non esiste un movente, la natura dell'azione è spesso
legata a traumi della sfera emotiva.
Secondo le statistiche sono per il 90% di
sesso maschile, anche se non mancano
esempi dell'altro sesso - Bathory, Cianciulli,
Renczi, Dyer, Gunnes, Gonzales.
Le donne di solito uccidono avvelenando o strangolando
le proprie vittime, per i maschi l'assassinio
comprende un coinvolgimento fisico.
Le cause scatenanti potevano essere tante, le
connotazioni indubbiamente sadiche, le
tecniche di uccisione in genere, coinvolgono
un supplizio prolungato nel tempo della
vittima.
Alcuni assassini seriali confessarono
di essere stati influenzati dalle letture
dell'Olocausto, non dall'ideologia politica ma
dalla brutalità e dal sadismo
dell'applicazione.
L'assassino seriale, perchè
di questo non poteva che trattarsi secondo
Grimaldi, e Carlo era d'accordo, una volta
compiuto il primo assassinio è impossibile
che si fermi.
Il professore chiese a Carlo del
tempo per riflettere meglio, tutti e due però
si aspettavano purtroppo una ripresa dei
crimini.
Pure se nella loro ricostruzione
logica c'erano dei punti oscuri.
Indubbiamente anche Jenny era un'esperta
del settore, inoltre mentre Carlo e Grimaldi
avevano della materia in prevalenza
cognizioni teoriche, Jenny era in continuo
contatto con i più disparati malati di mente.
Avrebbe approfondito la vicenda pure con
lei. Poi, improvvisamente tutto ricominciò.
Fu avvistato un corpo galleggiare sul lago, e
subito dopo un altro.
Un uomo e una donna
questa volta, le modalità identiche.
Gli organi asportati e la testa mozzata, che
mancava.
Probabilmente si trovava in fondo
al lago.
I sommozzatori dei carabinieri ne
ritrovarono subito una, quella dell'uomo,
l'altra era stata probabilmente trascinata via
dalla corrente.
L'ora del decesso, che fu
possibile determinare vista la breve
permanenza in acqua dei corpi, fu stabilita
intorno alle ventidue della sera precedente il
ritrovamento.
Come al solito le vittime non
avevano nulla in comune.
Ripresero le perquisizioni e gli interrogatori
di persone sospette, era chiaro che la polizia
si stava arrampicando sugli specchi e
cercava di dare segni di attività.
Del tutto
inutili.
I RIS dei carabinieri e la polizia
scientifica stabilirono a Riva del Garda il
proprio quartier generale e, forse per la
prima volta si scambiarono i risultati delle
indagini.
Walter fu costretto a sospendere la
visita programmata, gli amici si riunirono
come di solito a casa sua.
L'argomento
centrale della discussione non poteva essere
che quello.
Erano tutti delle individualità di
livello professionale e culturale elevatissimo,
due di loro facevano parte del mondo della
psichiatria.
Emersero pertanto dei pareri e
delle ipotesi assolutamente condivisibili.
Walter, anche se con una certa riluttanza,
informò gli altri delle sue scoperte ed
espresse cautamente la sua, anche se poco
reale idea, sulla iscrizione decifrata scolpita
sulla tavoletta.
Precisò che era soltanto un
suo dubbio del tutto estemporaneo,
naturalmente senza alcuna base scientifica.
Come era prevedibile nessuno degli altri
prese l'ipotesi in considerazione.
Carlo riferì dei due incontri con il professor
Grimaldi, che tutti conoscevano, li informò
dello stato di salute mentale del professore,
della stranezza del primo incontro e di come
in parte lo avesse ritrovato molto migliorato
dopo.
Disse delle ipotesi che avevano
espresso insieme, erano giunti alla
conclusione che doveva trattarsi di un killer
seriale.
Era improbabile che non agisse da
solo.
... ( continua )..
Volete scoprire il colpevole ?
Volete partecipare al quiz ?
Nulla di più facile..
Uno di questi sarà il colpevole..
Basta inviare una email a: info@topbtw.com con il nome dell'assassino ed, ovviamente il vostro nome, cognome ed indirizzo..
I primi dieci che indovineranno il nome del colpevole avranno l'avventura di stare, per una giornata intiera, con l'editore di www.topbtw.com/
Ovviamente per parlare di letteratura, future collaborazioni, e di altre amenità del genere..
A loro assoluto rischio e pericolo..
L'incontro avverà a Mazara del Vallo - Sicilia - oppure altrove..
Quando e dove ?
Sarà la sorpresa svelata con l'ultimo episodio..
Buona lettura e.. buona caccia al colpevole!