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Il Racconto della Domenica - 31 Luglio 2016 -
Terzo episodio di: " Il caso Veronese " -

Dopo aver eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità..
Sherlock Holmes

CAPITOLO 3

Quando qualcosa di grave accade lontano da noi percepiamo l'emozione, più o meno forte in relazione alla gravità del fatto, ma quando accade a pochi passi da dove in quel momento ci troviamo è del tutto diverso.

Walter uscì di casa e chiamò gli altri per fargli ascoltare la notizia, il comunicato continuava illustrando la modalità del delitto, del tutto clamorose. Le due donne avevano età diverse, una era una ragazzina, l'altra era una donna avanti con gli anni e dai primi accertamenti sembrava che non avessero nulla in comune.

Ma pure l'efferata stranezza dell'assassinio non aveva nulla di normale.

Se normale può essere definito un assassinio.

La testa delle donne era stata separata dal corpo e sembrava, ad una prima ricostruzione, che gli organi interni fossero stati asportati.

La morte non risaliva a molto tempo prima del ritrovamento, che era avvenuto di mattina, infatti il lago di sangue intorno alle vittime non si era ancora del tutto coagulato.
La scena era raccapricciante e la televisione non la mandò in onda.
Walter, Carlo, Jenny e Luisa, come certamente chi aveva ascoltato la notizia, rimasero sconvolti, il barbecue si estinse, nessuno aveva voglia di toccare cibo.

Si sintonizzarono su un'altra stazione, questa volta locale, i notiziari continuavano senza interruzioni, comunicarono i nomi delle vittime, nessuno di loro le conosceva.

La polizia aveva effettuato dei posti di blocco ovunque, l'assassino avrebbe potuto ancora essere nella zona.

La giornalista incaricata delle interviste riuscì a portare davanti al microfono uno degli inquirenti che fu costretto a dare le notizie che conosceva:
sembrava che le due donne fossero state scelte a caso e portate nel bosco a forza.
Non c'era nessun motivo per potersi trovare lì e insieme.
Cominciarono ad arrivare le prime testimonianze, ma tutte contrastanti:
era stato notato un giovane dall'aspetto trasandato e con lo sguardo febbrile aggirarsi nelle vicinanze, altri avevano notato un uomo alto con la barba sporca di sangue e gli occhi rossi e allucinati, le ricerche degli strani personaggi fino a quel momento non avevano portato a nulla.
Ma un'altra notizia interruppe la prima, un uomo era stato trovato sulle rive del lago. Presentava le stesse orribili mutilazioni.

Cosa stava accadendo sul Lago di Garda ?

Le notizie si susseguivano e sempre più terribili:
al margine di una stradina un'altra donna era stata trovata, le modalità erano sempre le stesse:
la testa staccata in modo netto dal corpo e l'asportazione degli organi interni.

Con una forza e una violenza brutali, inumane.

Era chiaro che un uomo o qualcosa di mostruoso si aggirava in libertà in quelle zone fino a quel momento tranquille.

I provvedimenti non potevano essere che drastici, intervenne l'esercito e la città fu circondata completamente.

Il mostro era lì, nascosto da qualche parte.

Snidarlo era solo questione di tempo, non avrebbe avuto la possibilità e il tempo di fuggire.

E un altro strano fenomeno, senza apparenti motivi, si era intanto verificato:
un blackout aveva oscurato completamente la città contribuendo ad aumentare la situazione di panico.

Per riprendere a funzionare dopo pochi secondi.

Malgrado lo schieramento di guerra un'altra vittima era stata trovata, un uomo ucciso con le medesime modalità, la testa questa volta mancava.

Fu ritrovata poco distante.

La polizia invitò tutti a non uscire di casa, ormai tutte le televisioni nazionali erano sintonizzate sul Lago di Garda, gli inviati e i mezzi televisivi cominciarono ad arrivare aumentando la confusione, però l'invito della polizia ebbe l'effetto voluto, le strade sembravano deserte.

Tutti erano chiusi in casa e davanti ai televisori.

Trascorsero due giorni senza che si verificassero altri fatti, sembrava che l'assassino, o qualunque cosa fosse, avesse deciso di concedere una tregua.

Tutto tornò pian piano ad una specie di tranquillità vigilata.

Il cordone che l'esercito aveva posto intorno alla città fu rimosso ma rimasero i posti di blocco un po' ovunque.

Il presidio era rimasto nelle mani delle forze dell'ordine.

Altri giorni passarono senza che si verificasse nulla.

Il mostro era riuscito a fuggire oppure era ancora lì, nascosto da qualche parte.

Furono effettuate perquisizioni a tappeto, alcuni elementi noti alla polizia, per reati però diversi, furono convocati e interrogati ma si dimostrarono completamente estranei alla vicenda.

Le modalità di uccisione erano talmente orribili che era impossibile paragonarli a fatti simili, magari avvenuti in passato e in altri luoghi.

Fino a quel momento le vittime accertate erano cinque, non si poteva definire una strage, ma la consapevolezza da parte della gente che qualcuno o qualcosa di orribile si aggirasse in libertà per le strade di quello che fino ad allora era considerato uno dei posti più belli e tranquilli d'Italia non era certo gratificante.

Il terrore che l'assassino potesse colpire ancora era vivo nella mente di tutti.

Altri giorni passarono, tutto, anche se lentamente, tornava alla normalità.

Carlo, Jenny e Luisa tornarono al loro lavoro, Walter, che aveva ancora dei giorni di ferie disponibili, iniziò a decifrare le scritte incise sul manufatto.
E non era una cosa facile, erano sicuramente ideogrammi di una civiltà perduta le cui origini provenivano dalla notte dei tempi.
La Proto-Elamica, la Meroitica, la Zapoteca, il Rongo Rongo e l'Etrusca facevano parte delle otto scritture antiche mai decifrate, linguaggi che restano tuttora dei grandi misteri.

Secondo gli storici la prima scrittura a comparire sulla terra è la cuneiforme dei Sumeri, incisa su tavolette di argilla.

Linguaggi oscuri.

Walter avrebbe dovuto disporre di un'abbondanza di testi e reperti archeologici per interpretare il testo sconosciuto, l'ultima e più clamorosa decifrazione risaliva al 1822:
la Stele di Rosetta.

Oggi le antiche scritture ancora da decifrare si dividono in tre categorie: le scritture il cui alfabeto è stato decifrato ma non si è compresa la lingua, le scritture il cui alfabeto è incomprensibile ma di cui si conosce la lingua, le scritture in cui alfabeto e linguaggio sono entrambi incomprensibili.

E il manufatto nelle mani di Walter faceva parte di quest'ultima categoria.

L'interpretazione del linguaggio etrusco è complesso e spesso incomprensibile, il manufatto di argilla doveva essere uno scritto funerario, inoltre era molto breve.

Ha un'attinenza al greco antico ma le differenze sono sostanziali:
le lettere, ad esempio, si scrivono al contrario di quelle greche, da destra a sinistra.

Walter si ricordò che dei ricercatori israeliani avevano sviluppato un software che avrebbe potuto consentire la decifrazione di testi incomprensibili, uno schema di algoritmi di riconoscimento simile a quelli adottati per identificare e confrontare le impronte digitali.

Il computer lavora su copie digitalizzate del documento, assegnando valori numerici ad ogni pixel del testo, separa poi il testo dallo sfondo e identifica le singole lettere e parole.

Si trattava di qualcosa ancora sperimentale, ma si poteva tentare.

Si mise in contatto con uno dei ricercatori ed espose il problema.

Da solo non ci sarebbe mai riuscito.

Passò allo scanner la tavoletta e la spedì.

Dopo qualche giorno risposero che, almeno fino a quel momento, non erano riusciti a definire la decifrazione del testo.

Stavano riprovando con altri algoritmi. Poi, dopo qualche giorno, la comunicazione attesa arrivò:
la decrittazione della tavoletta era quasi completa, avrebbero trasmesso il testo a minuti.

Walter era un uomo razionale, la sua passione per i misteri collegati all'archeologia non cambiava assolutamente il suo modo di pensare.

Ma un dubbio, forse infondato, forse legittimo, lo prese:
e se, portando alla luce e quindi diffondendo quello strano testo, avesse svelato un mistero che non doveva essere svelato, se avesse involontariamente scatenato qualcosa proveniente dalla notte dei tempi ?

Ma dopo annullò nella propria mente quel pensiero irrazionale.

Il testo che gli fu trasmesso era :
"non scoperchiare l'inferno s.....e"

Due enigmi gli furono subito chiari, d'accordo con i ricercatori israeliani. Anche se gli ideogrammi erano antichissimi e sconosciuti, la costruzione stessa della frase doveva essere più recente e poi la parola "inferno" non poteva essere antecedente al periodo cristiano.

Si convinse che il testo fosse di origine medievale.

E poi, quale poteva essere il significato delle iniziali e finali s.....e ?

Se avesse avuto ragione, quale segreto citato dalle leggende locali si poteva collegare a qualche particolare episodio avvenuto nel Lago di Garda in quei tempi lontani ?

La sua biblioteca era immensa e quella dell'Università a cui poteva attingere non era da meno.

Un lavoro lungo e faticoso.
Ma ne valeva la pena.

Trovò la soluzione, o almeno quella che credeva la soluzione.
Esisteva una affinità, anche se soltanto teorica, tra gli etruschi e i catari.
Ed un tempo il territorio intorno a Riva del Garda aveva rappresentato l'unica possibilità per i catari per salvarsi dalla totale eliminazione.

Medioevo, etruschi, catari, leggende, verità storiche.

Tutto faceva parte di un groviglio inestricabile.

Ma che doveva essere sciolto.

E se le lettere iniziali e finali "s......e" significassero Sirmione ?

Un'ipotesi possibile.

La penisola lacustre, Sirmione, era l'estremo rifugio per i catari perseguitati, era la sede della gerarchia ecclesiastica albigese in esilio.

Si era creato un legame tra le terre devastate dalla crociata nella Francia meridionale e la città, prima ancora della caduta di Montsegur.

Nel corso dell'assedio quattro membri della chiesa catara, la sera prima che la fortezza cadesse, si calarono dalle mura portando con se un oggetto da mettere in salvo a qualunque costo.

Una missione di straordinaria importanza, un oggetto sul quale i crociati non avrebbero mai dovuto mettere le mani.

A rischio della vita riuscirono a fuggire.

Ma cosa custodivano i quattro sopravvissuti ?

E dove erano diretti dopo la fuga da Montsegur ? E se il segreto raccontato dalle leggende fosse riferito a quell'oggetto ?

E se l'unico rifugio possibile dopo la fuga fosse stata la loro ultima roccaforte:
Sirmione ?

Secondo altre leggende sotto il pavimento di un'antichissima chiesetta detta "dei morti" sarebbero sepolti i cadaveri di molti catari.

Secondo le cronache, quindi attendibili, il signore di Verona Mastino della Scala, insieme al vescovo inquisitore Temidio Spongati, scatenò una crociata contro Sirmione per debellare il covo degli eretici, era il novembre dell'anno 1276.

Dopo un processo iniquo tutti i catari furono arsi vivi, era il 13 febbraio dell'anno 1278.

Uno degli episodi più foschi della storia italiana, anche se purtroppo poco conosciuto.

Ma esiste la possibilità che nel corso del loro passaggio sul Garda abbiano lasciato "qualcosa".

Il segreto potrebbe essere proprio qui.

Sepolto, nascosto nei sottosuoli, tra le rovine di una necropoli. Oppure nei sotterranei della chiesetta. Era questa la prossima meta di Walter.

Se l'inferno doveva essere scoperchiato l'avrebbe fatto.

L'iscrizione incisa sulla tavoletta che aveva trovato portava in quella direzione.
Forse.

Dopo quei fatti orribili, ormai interrotti da parecchi giorni, la vita sul Lago era ripresa più o meno normalmente.

La mente tende a rimuovere i brutti ricordi.
Jenny era tornata alla direzione della clinica, Luisa aveva ripreso il suo posto all'università, Carlo aveva deciso di andare a vedere come stava il professor Grimaldi.

Il giardino davanti alla villa era nel medesimo stato di abbandono in cui l'aveva trovato giorni prima.

Suonò il campanello, tenendolo premuto più a lungo, chissà se la corrente elettrica era stata ripristinata.
Il suono si trasmise attraverso la porta chiusa, le corrente elettrica non mancava, un buon segno ?

Il professore aprì la porta d'ingresso quasi subito.

Sembrava cambiato rispetto all'ultima volta, anche se ancora in modo approssimativo.

Si era ripulito, tagliato la barba, la casa, pur se ancora non perfettamente ripristinata, mostrava un certo ordine.

Le macerie erano state rimosse.

Le stampe di Gericault erano sempre alle pareti.

I quadri preziosi erano ancora riposti ordinatamente.

Grimaldi aveva ripreso il dominio su se stesso ? Ma fino a quale punto ?

Era, come al solito, perfettamente lucido.
Quasi subito Carlo lo informò, ritenendo che non sapesse nulla, di quello che era ultimamente accaduto in città.

Qualcosa il professore aveva sentito ma soltanto in parte, sapeva che erano stati commessi dei delitti, ma non conosceva le modalità di esecuzione e le orribili mutilazioni sui cadaveri.

Almeno così disse.

Carlo si rese perfettamente conto che, malgrado certe persistenti apparenze, Grimaldi aveva riacquistato la solita personalità.

Poteva essere un prezioso alleato nel tentativo di risoluzione del caso. Sembrava evidente che alla base degli avvenimenti ci fossero ampi tratti di follia.

E il professore era un esperto.

Ascoltò in silenzio la descrizione dettagliata di Carlo, senza mostrare alcun turbamento.

Ma questo faceva parte del suo carattere. L'autore, o gli autori di quei macabri riti erano, dovevano essere fortemente disturbati.

Gli interrogativi erano:
veniva o venivano da fuori o erano dei residenti ?

Cosa aveva scatenato quella follia improvvisa, di quale patologia poteva trattarsi ?

Esistevano dei casi simili negli annali della criminologia che avevano molti punti in comune, l'esempio che veniva subito alla mente non poteva essere che la vicenda di Jack lo squartatore.

Ma c'erano delle differenze sostanziali:
le vittime erano scelte a caso, senza distinzioni di sesso e di età.

Secondo le perizie mediche le vittime erano state decapitate e quasi contemporaneamente erano stati asportati gli organi interni.

Faceva parte di qualche rito ?
Indubbiamente doveva trattarsi di un assassino seriale, un omicida plurimo, di natura compulsiva, che uccide con un caratteristico modus operandi persone a lui totalmente estranee.

In genere non esiste un movente, la natura dell'azione è spesso legata a traumi della sfera emotiva. Secondo le statistiche sono per il 90% di sesso maschile, anche se non mancano esempi dell'altro sesso - Bathory, Cianciulli, Renczi, Dyer, Gunnes, Gonzales.

Le donne di solito uccidono avvelenando o strangolando le proprie vittime, per i maschi l'assassinio comprende un coinvolgimento fisico.

Le cause scatenanti potevano essere tante, le connotazioni indubbiamente sadiche, le tecniche di uccisione in genere, coinvolgono un supplizio prolungato nel tempo della vittima.

Alcuni assassini seriali confessarono di essere stati influenzati dalle letture dell'Olocausto, non dall'ideologia politica ma dalla brutalità e dal sadismo dell'applicazione.

L'assassino seriale, perchè di questo non poteva che trattarsi secondo Grimaldi, e Carlo era d'accordo, una volta compiuto il primo assassinio è impossibile che si fermi.

Il professore chiese a Carlo del tempo per riflettere meglio, tutti e due però si aspettavano purtroppo una ripresa dei crimini.

Pure se nella loro ricostruzione logica c'erano dei punti oscuri.

Indubbiamente anche Jenny era un'esperta del settore, inoltre mentre Carlo e Grimaldi avevano della materia in prevalenza cognizioni teoriche, Jenny era in continuo contatto con i più disparati malati di mente.

Avrebbe approfondito la vicenda pure con lei. Poi, improvvisamente tutto ricominciò.

Fu avvistato un corpo galleggiare sul lago, e subito dopo un altro.

Un uomo e una donna questa volta, le modalità identiche.
Gli organi asportati e la testa mozzata, che mancava.
Probabilmente si trovava in fondo al lago.

I sommozzatori dei carabinieri ne ritrovarono subito una, quella dell'uomo, l'altra era stata probabilmente trascinata via dalla corrente.

L'ora del decesso, che fu possibile determinare vista la breve permanenza in acqua dei corpi, fu stabilita intorno alle ventidue della sera precedente il ritrovamento.

Come al solito le vittime non avevano nulla in comune.

Ripresero le perquisizioni e gli interrogatori di persone sospette, era chiaro che la polizia si stava arrampicando sugli specchi e cercava di dare segni di attività.
Del tutto inutili.

I RIS dei carabinieri e la polizia scientifica stabilirono a Riva del Garda il proprio quartier generale e, forse per la prima volta si scambiarono i risultati delle indagini.

Walter fu costretto a sospendere la visita programmata, gli amici si riunirono come di solito a casa sua.

L'argomento centrale della discussione non poteva essere che quello.

Erano tutti delle individualità di livello professionale e culturale elevatissimo, due di loro facevano parte del mondo della psichiatria.

Emersero pertanto dei pareri e delle ipotesi assolutamente condivisibili. Walter, anche se con una certa riluttanza, informò gli altri delle sue scoperte ed espresse cautamente la sua, anche se poco reale idea, sulla iscrizione decifrata scolpita sulla tavoletta.

Precisò che era soltanto un suo dubbio del tutto estemporaneo, naturalmente senza alcuna base scientifica.

Come era prevedibile nessuno degli altri prese l'ipotesi in considerazione.

Carlo riferì dei due incontri con il professor Grimaldi, che tutti conoscevano, li informò dello stato di salute mentale del professore, della stranezza del primo incontro e di come in parte lo avesse ritrovato molto migliorato dopo.

Disse delle ipotesi che avevano espresso insieme, erano giunti alla conclusione che doveva trattarsi di un killer seriale.
Era improbabile che non agisse da solo.

... ( continua )..


Il QUIZ

Volete scoprire il colpevole ?
Volete partecipare al quiz ?
Nulla di più facile..
Uno di questi sarà il colpevole..
Basta inviare una email a: info@topbtw.com con il nome dell'assassino ed, ovviamente il vostro nome, cognome ed indirizzo..
I primi dieci che indovineranno il nome del colpevole avranno l'avventura di stare, per una giornata intiera, con l'editore di www.topbtw.com/
Ovviamente per parlare di letteratura, future collaborazioni, e di altre amenità del genere..
A loro assoluto rischio e pericolo..
L'incontro avverà a Mazara del Vallo - Sicilia - oppure altrove..
Quando e dove ?
Sarà la sorpresa svelata con l'ultimo episodio..
Buona lettura e.. buona caccia al colpevole!


( Eugenio Ardito )

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